TI DONO I MIEI SANDALI – Lettera del Vescovo Mimmo per la III Domenica di Quaresima, 24 marzo 2019

22-03-2019

Dio dei nostri padri e Signore di misericordia, che attiri il mio cuore a te in questo tempo santo di Quaresima, ascolta il mio grido che fa eco al tuo, che oggi mi chiama dal roveto ardente della croce del tuo Figlio…

Come fidarmi ancora di te, dopo le tante preghiere non esaudite, come crederti Padre dinanzi al dolore innocente che implora una grazia che non arriva?

Come credere che del “del tuo amore è piena la terra” quando in me e intorno a me lo vedo continuamente disatteso e tradito?

Cammino da troppo tempo in questo deserto e nella notte le stelle sono rare e distanti… ho sempre creduto che solo al buio si vedono le stelle, ma a volte sembrano non esserci neppure quelle!

Cosa accade, Padre?

Perché è così duro il cammino dei tuoi figli?

Perché a volte è complicato muovere anche un solo passo?

Pesano i sandali, perciò non cammini… toglili, perché la terra che calpesti è terra sacra…

Terra sacra, la mia vita?

Terra sacra, il mio fratello? Proprio lui?

Terra sacra, questa storia piena di ingiustizie e contraddizioni?

Perché il roveto ardente non è solo lassù, sulla cima dell’Oreb.

C’è un roveto ardente in ogni essere umano, un roveto che arde e non si consuma, un roveto davanti al quale occorre davvero denudarsi i piedi, togliersi i sandali e ciò che essi simboleggiano: la rinuncia ad ogni forma di dominio e di supremazia.

E siamo chiamati a entrare nella Terra Santa della relazione a piedi nudi. Occorre nudità di piedi e di anima, delicatezza e massimo rispetto per incontrare e ascoltare l’altro nella sua diversità e unicità.

Come puoi chiedermi di togliermi i sandali, sono la mia difesa contro i pericoli della strada e della vita… come posso camminare a piedi nudi in questa realtà così insidiosa e complessa senza riportarne ferite?

Non è semplice tutto questo, non è facile riportare la speranza lì dove abbiamo vissuto la sconfitta, non è facile aprire il cuore quando più volte l’abbiamo sentito trafitto e visto sanguinare, non è facile spogliarsi di sé stessi mettendo da parte tutto ciò che con fatica abbiamo costruito e ci siamo costruiti.

Eppure, dentro, sento tanto desiderio di trasparenza. Trasparenza che è voglia di comunicazione con le cose, si, ma anche di rapporti veri con le persone. Nostalgia di occhi luminosi. Desiderio di sguardi limpidi. Ansia di gesti semplici. Passione di parole chiare.

Togliere i sandali è forse la conversione dello sguardo? Perché non siamo noi la misura delle cose. Conosco gli sbandamenti del cuore, i testacoda della volontà, io non sono misura a nessuno.

Converti il tuo sguardo … è sottile il confine tra l’attesa e la pretesa… togliti i sandali.

Ma è difficile, Signore!

Tu conosci tutto e lo sai quante volte ci ho provato…

Quante lacrime ho versato per un amore non accolto, calpestato, rifiutato, quanta amarezza al fondo di certi giorni, quanta solitudine!

E ora ho paura, ho paura Signore, paura di slacciare anche solo il cinturino dei miei sandali. Sono la mia seconda pelle! Ci ho messo una vita a costruirmeli!

Ho troppa paura di avvertire la terra sotto i piedi, paura di ferirmi ancora con le spine e i sassi…paura di fare anche solo un passo…

E poi, se pure ci provo, non ce la farò mai… e sarà ancor più un fallimento non essere capace di andare fino in fondo… ma sarà proprio così, Signore?

Quante cose non diciamo per paura di non essere capiti, quante volte non ci riveliamo per quello che siamo per paura di tribunali improvvisati che ci condannano prima di sapere… ci allontaniamo dagli altri, anche dagli amici più veri, per non mostrare le nostre debolezze.

Me lo sento già addosso il giudizio della gente, ma ancora di più quello del giudice spietato che è dentro di me.

Togliti i sandali dai piedi perché il luogo sul quale tu stai è luogo sacro…

Togliti i sandali, perché il luogo sul quale stai è terra santa. …togliti i sandali: la terra, la tua vita, la tua vocazione, la tua storia, l’altro, è terra santa. Santo diventa, è e rimane un uomo che ha la forza di rimanere servo del proprio sogno. Ostinarsi nel sogno. Solo allora si desidera l’impossibile.

 Allora, aiutami, Signore! Aiutami perché non riesco a non ascoltare quell’invito che mi scava dentro come un tarlo…

Per quanta paura e durezza io avverta non posso negare il richiamo che viene dalla quella croce, da quel roveto d’Amore che mai si consuma.

Da quell’amore nudo e libero, fresco e pulito come un giorno di primavera.

È la mia presunzione, i miei futili ragionamenti, il buon senso, le mie resistenze, le delusioni, la paura di sbagliare, il mettere al centro me stesso a tenermi lontano da te; ma dentro il mio cuore sento il desiderio di avvicinarmi ancora a quel fuoco… di lasciarmi afferrare dalla vulnerabilità e dalla bellezza di quell’amore. Perché, dentro, so che quell’amore, il Tuo amore, è fedele.

È un travaglio di resistenza e resa, di notti insonni, di desiderio di osare e di paura di farlo… ma il tuo amore è più forte e sento il bisogno di arrendermi a questo amore, di lasciarmi avvolgere da questo amore: perché le mie mani possano accarezzare; i piedi possano procedere nel cammino; gli occhi guardare ad ognuno senza mettere nessuno da parte; la mia bocca benedire tutto ciò che ci è donato di vivere e annunciare la bellezza e la pienezza dell’amore vero; gli orecchi prendersi cura, entrando in profondità, attraverso l’ascolto vivo, vero; il cuore come luogo nel quale riposare e sentirti al sicuro.

E questo cuore sa che non può percorrere in solitudine il sentiero della vita, brama fratelli, vuole prossimità, desidera volti e voci che gli appartengano…

I sandali pesano davvero Signore, pesano sul cuore, pesano sui sogni che ancora mi porto dentro, pesano su quest’anelito di libertà e nudità, su questo irrinunciabile desiderio di fare della vita un dono, di rendermi strumento di giustizia e di libertà… non esistono liberatori, ma uomini che si liberano… Liberazione dai fallimenti, dalle paure, dagli schemi, dal già visto e sentito, liberazione dall’odio e dal rancore, da ogni difensiva o offensiva, da ogni muro e distanza… sono questi i sandali?

Solo tu puoi aiutarci, perché tu sei colui che libera … tu, coinvolto nella mia, nella nostra vita…si, coinvolto.

È incredibile, Signore, ma io non riesco a non affidarmi… sembra assurdo, ma alla fine ti ritrovo nel fondo di questo cuore inquieto come un tesoro nascosto… non sei distante, non sei indifferente al mio dramma di uomo e alla fatica della vita.

E ti ritrovo in quest’Amore donato per me e per tutti i miei fratelli, crocifisso per fare della mia terra una terra sacra, in questo germoglio di primavera che è questa stessa preghiera donata a te e ai fratelli, coraggio nella notte e nel deserto…

E mi riveli la verità di ciò che sei:

“Io sono Colui che sono”: ci sono! Ci sarò!

Ci sei, Signore.

Aiutami a donarti i miei sandali.

† don Mimmo, vostro Vescovo