Messaggio del nostro vescovo Giuseppe per la Quaresima 2024

13-02-2024

Cara Chiesa di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti, care sorelle e fratelli, il tempo di Quaresima irrompe nella nostra vita con la forza dell’amore di Dio che non si ferma davanti alle nostre resistenze, di fronte ai nostri pensieri rassegnati. Dio non si è stancato di noi. Lui è pronto a ricominciare.

Quaresima è il tempo dello Spirito. Gesù stesso è stato spinto dallo Spirito nel deserto per essere tentato di  mettere al centro il proprio io e metterlo al posto di Dio.

Nel Libro del profeta Osea (2,16-17) troviamo scritto: Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acòr in porta di speranza. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto”. Il Signore come uno sposo, come un innamorato,  ci attira nuovamente a sé e sussurra parole d’amore al nostro cuore. Abbiamo bisogno di parole di amore e di speranza. Troppe parole di violenza, giudizio, lamento. Le parole sussurrate richiedono silenzio e attenzione per poter essere ascoltate. Quaresima infatti è tempo di preghiera, non come ripetizione di nostre parole, ma come momento di ascolto della Parola del Signore.

Tornate a me con tutto il cuore, con digiuni pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male” . Ritorniamo al Signore per essere artigiani di pace. C’è fretta. C’è bisogno. Tutti dobbiamo esserlo e possiamo farlo, anche quando pensiamo di poter fare poco. Se cambio io inizia a cambiare il mondo. Il male che vediamo ci spinge a non tollerare in noi nessun seme di odio, di vendetta, di intolleranza, di pregiudizio, di indifferenza. Il Signore ci chiama  perché portiamo al mondo la pace, quella pace che non c’è perché troppa guerra inquina il mondo, rende invivibile l’ambiente umano, pieno di ignoranza, di aggressività. Ritornare al Signore significa anche ritornare dal fratello, perché è mio fratello e io sono il custode. Un cuore in pace per essere uomini e donne di pace, per imparare ad essere  “Fratelli Tutti”. La resurrezione della  pace inizia dentro di me. Se ho la pace nel cuore, cerco e dono pace. Ecco la Quaresima che prepara la pace.

L’elemosina non è solo dare quello di cui mio fratello ha bisogno per vivere, ma  è anche regalare parole buone, attenzione, gentilezza, riguardo a chiunque, vogliamo pensare ai malati, agli anziani, ma specialmente a chi non è considerato o è visto con sospetto e pregiudizio. L’elemosina è  regalare solidarietà a chi è profugo nei Paesi vicini ai conflitti, o a chi  scappa per le conseguenze delle guerre, dall’inferno della povertà e della fame. L’elemosina è farsi dono per gli altri.

Digiuno non è solo privazione da quello da cui siamo dipendenti, ma è anche digiunare  da parole dure, aggressive, ostili, dal “chiacchiericcio”,  da atteggiamenti ignoranti, da prese di posizione che rompono i legami, che si compiacciono, distruttive. E’ anche digiunare  dalla vanità di fare qualcosa per farsi ammirare o per far credere di essere capaci, dalla ricerca di consensi che ci rende schiavi dell’altro. E’ anche digiunare dal rancore per qualche torto subito, dall’indifferenza che umilia, dall’odio, dall’invidia  e dal risentimento che ostacolano le relazioni. Dal pessimismo per cui tutto è inutile.

La quaresima ci ricorda che la preghiera è il fondamento della nostra vita, perché tutto viene da Dio. Ascoltiamo in questo tempo la sua Parola di vita: leggiamo la Bibbia, meditiamola con amore, lasciamo che la parola di Gesù parli al cuore; leggiamo i Salmi, dove troveremo le parole per dire  ciò che vorremmo dire a Dio; ascoltiamo le parole di Gesù, il suo Vangelo. E quando avremo ascoltato la Parola di Dio, custodiamola nel cuore e meditiamola, come Maria. Pregando, si vive. Pregando, si ama. Pregando, si spera. Pregando si costruisce in noi e attorno a noi  l’uomo e la donna di pace, si costruiscono amicizia e fraternità. E come ne ha bisogno questo nostro mondo di uomini e donne di pace, di amici, di fratelli. Lo diciamo preoccupati di fronte agli scenari foschi della Palestina dove speriamo che l’incendio della guerra possa essere spento e non allargarsi ad altri territori. Lo diciamo pensando all’Ucraina, al Sud Sudan, lo diciamo di fronte al dramma dei migranti che non trovano spazio per la loro vita e le loro attese. Pregare per non rassegnarci e abituarci, per trasformare il dolore e l’ansia della pace in supplica.

Cari fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore per questo tempo opportuno per condividere la nostra vita, ascoltando il Signore che ci parla e camminando insieme  verso la Pasqua del Signore, passaggio dalla morte alla vita, cuore della nostra vita di fede.

Signore e Sovrano della nostra vita, allontana da noi lo spirito di pigrizia, di scoraggiamento, di violenza, di superbia, di vane parole, di protagonismo. Concedi a noi, tuoi figli, uno spirito di carità, di sapienza, di umiltà, di pazienza, di servizio e di amore.

Sì, Signore e Re, donaci  di vedere i nostri peccati e di non giudicare i nostri fratelli, perché tu sei un Dio di amore, benedetto nei secoli. Amen.

+ Giuseppe, vescovo