Beata Maria Serafina del Sacro Cuore

BIOGRAFIA

La sua vita è la prova provata che, quand’anche una “telefonata celeste” indirizzasse chiaramente una persona verso una ben definita vocazione, la concretizzazione di questa è affidata al discernimento ed alla faticosa ricerca personale, da cui nessuno è esentato, tantomeno i santi. Clotilde Micheli nasce l’11 settembre 1849 a Imèr (Trentino) e dalla famiglia avrebbe tutto ciò che serve a far sbocciare una vocazione religiosa: un papà soprannominato “giusto”; una mamma che si divide tra casa e chiesa e che attira, come pensano i suoi vicini, le benedizioni del cielo sul paese; una sorella che sembra avere il filo diretto con il paradiso e che riceve in visione precise indicazioni sulla futura vita religiosa di Clotilde. Le visioni, appunto, di cui oggi non si parla volentieri: ne beneficiano prima la sorella e poi la stessa Clotilde, ma non sono, come a prima vista sembrerebbe, un particolare privilegio, casomai un tormento. Perché se, proprio grazie alle visioni, è ben chiaro il progetto di Dio su di lei, queste accentuano anche le sue fatiche per attuarlo. In particolare, le sembra evidente che Dio non la vuole suora tra le tante già esistenti, bensì fondatrice di una nuova congregazione che abbia lo specifico scopo di adorare la SS. Trinità, con speciale devozione alla Madonna ed agli Angeli, quali modelli di preghiera e di servizio. Ma dato che il diventare fondatrice non è precisamente come bere un bicchier d’acqua, ecco le prime difficoltà, che sembrano a dir poco insormontabili. Gli ostacoli maggiori non li riscontra in famiglia, che anzi la sollecita a rispondere alla sua vocazione, piuttosto in lei ed in chi dovrebbe consigliarla e sostenerla. Monsignor Agostini, futuro patriarca di Venezia, la incoraggia a proseguire sulla strada intrapresa, ma lei si spaventa ed ha paura di non essere all’altezza della situazione; si trasferisce a Padova, dov’è sostenuta da un altro consigliere spirituale illuminato, che però muore troppo presto; con un sotterfugio qualcuno cerca di farla sposare e lei scappa in Germania, dove si sono trasferiti i genitori, e per otto anni si mette al servizio dei malati come infermiera piena di dolcezza e carità, ma neanche questa è la sua strada. Per farla breve, tra una spinta ed un tentennamento, Clotilde a 38 anni ancora non ha capito dove il Signore la sta attirando. Decide così di andargli incontro, iniziando un pellegrinaggio a piedi che ha come meta Roma e come tappe intermedie i principali santuari mariani. Qui entra nell’Istituto delle Immacolatine prendendo il nome di suor Annunziata, ma vi rimane poco più di due anni, il tempo cioè per accorgersi che non è quello il posto per lei. L’irrequieta Clotilde prosegue così il suo viaggio verso Caserta, nei cui dintorni, finalmente, riesce a raccogliere le prime cinque ragazze che a giugno 1891 prendono il velo insieme a lei: nascono così le Suore degli Angeli, adoratrici della Trinità, proprio come fin da ragazza aveva sognato. Lei prende il nome di Suor Maria Serafina del sacro Cuore ed appena un anno dopo alle sue prime suore viene affidato un orfanotrofio. L’assistenza all’infanzia ed alla gioventù abbandonata diventa così il carisma specifico, coniugato alla preghiera adorante che Madre Serafina sente come loro impegno primario.

“Figliole mie, imparate a sorridere sempre”, raccomanda, mentre lei è la prima ad esercitarsi quando arriva la malattia, attraversa l’incomprensione di alcune consorelle, fa fronte alle calunnie che minano ed indeboliscono sempre più il suo fisico. Non aveva detto un giorno: “Signore non so amarti, ma insegnami a patire, che patirò per amore”? Probabilmente le tocca anche una lunga notte dello spirito, se ad una consorella confida: “So che amo il Signore, ma non lo sento”. Così, consumata dalle sofferenze fisiche e morali, spira il 24 marzo 1911, esattamente un secolo fa, mentre le sue figlie continuano “come gli Angeli ad adorare la Trinità e sono sulla terra come essi sono nei cieli”. Proclamata venerabile nel 2009, Madre Serafina Micheli è stata beatificata il 28 maggio 2011 a Faicchio (BN).

Gianpiero Pettiti