Parola-chiave: fare rete, creando un’alleanza tra imprese, scuole e giovani.

“Giovani & Lavoro”, grande successo a Cerreto Sannita per il I Festival diocesano del Lavoro

Ospite della kermesse, Romano Prodi che ha spronato gli imprenditori ad andare oltre campanilismi e abitudini e ha incoraggiato i giovani ad inseguire sempre i propri sogni, investendo su di essi.

S’è svolto a Cerreto Sannita, alla presenza del vescovo diocesano mons. Giuseppe Mazzafaro, il I Festival diocesano del Lavoro, caratterizzato da un primo momento in plenaria presso il Centro Pastorale “Emmaus”, dove si è discusso sui passi avanti fatti e da fare sia del progetto “Giovani & Lavoro”, le cui componenti hanno promosso e organizzato l’iniziativa (il Progetto Policoro – composto dalla Caritas diocesana, dalla Pastorale Sociale e del lavoro e dalla Pastorale Giovanile – l’Azione Cattolica diocesana, il Movimento Studenti di Azione Cattolica e la Scuola diocesana d’Impegno Socio-Politico), sia per una crescita del territorio. Una kermesse che fa da seguito agli incontri formativi e informativi con aziende e studenti delle Superiori e che si poneva lo scopo di offrire una vetrina di promozione delle imprese delle Valli Telesina e Caudina, per favorire la creazione di ponti con il mondo del lavoro. “Con questo I Festival del Lavoro – ha esordito l’animatore di comunità del Progetto Policoro Raffaele Botte nel suo intervento – è più che evidente che stiamo piantando un primo seme importante di un duro e faticoso cammino, fin qui percorso, nell’ottica di pensiero che, più e più volte ci ha ribadito papa Francesco in questi anni, e cioè quella di avviare processi e non di occupare spazi. Solo in questo modo potremmo dire di averci provato e di essere stati in questo presente mezzo utile per sviluppare un futuro migliore”. Venti le aziende aderenti e quattro gli Istituti di Scuola Superiore che hanno partecipato. Obiettivo primario: generare speranza facendo rete tra i giovani, le imprese e il territorio. Un obiettivo dichiarato fin da subito, fin dall’inizio di questo percorso per dare dei segni concreti sul tema del forte spopolamento del nostro territorio e delle difficoltà, soprattutto dei giovani, a trovare un lavoro. Ospite d’eccezione scelto per questo I Festival è stato Romano Prodi, già presidente del Consiglio Italiano e della Commissione Europea, il cui curriculum integrale supera le righe di quest’articolo.

“DIFENDERE, PER CONSERVAZIONE, NON E’ MAI UNA STRADA”. Il professore, nella sua analisi socio-economica, ha spronato a lungo gli imprenditori presenti ad andare oltre campanilismi e abitudini e ha incoraggiato i giovani ad inseguire sempre i propri sogni, investendo su di essi. S’è trattenuto a lungo, e con parole chiare e semplici, sui temi di finanza internazionale, di geopolitica, dello sviluppo locale, di raffronti (spiegandone le cause e proponendo delle possibili soluzioni) tra prodotti sanniti di altissima qualità rispetto ad altre regioni, sottolineando i motivi per cui quelli delle aree interne, spesso, fanno fatica ad emergere e a diventare marchi in un mercato nazionale e internazionale altamente competitivo che isola le piccole-medie imprese che, pur avendo un valore eccezionale e prezioso, scelgono di correre da sole. Da qui l’importanza, condivisa da tutti, di creare dei distretti industriali, di mettere in piedi dei cartelli tra produttori, di unire cioè forze imprenditoriali diverse dello stesso settore, animate dagli stessi obiettivi. La parola-chiave, che lega il tutto, infatti, è “insieme”. I limiti dell’andare da soli sono sopperiti dal costruire insieme, dall’andare uniti, dal mescolare idee, culture, investimenti. Nel piccolo come nel grande. Rimanere in uno stato flemmatico di auto-conservazione per prudenza, invece, è una strada che porta a vicoli ciechi, fino ad un più che probabile burrone. “Difendere, per conservazione – ha dichiarato l’ex premier – quello che resta, non è mai una strada in economia. Perché poi rianimare un cadavere è impossibile, il rischio è che diventi troppo tardi riportarlo in vita. In più, quando siamo in presenza di una comunità abitudinaria, in ritirata, l’egoismo dei singoli aumenta”. Da qui l’unica speranza possibile, quella di fare rete tra gli attori sociali del territorio per generare speranza. Un focus sulle prospettive del territorio e un quadro teologico-pastorale, a fondamento degli obiettivi che si sta ponendo la Diocesi, hanno fatto da apripista rispetto all’intervento di Prodi, avvenuto tramite un’intervista.

“AL PROGETTO POLICORO IL COMPITO DI ESSERE SENTINELLA SOCIALE”. Al termine del convegno, scuole, aziende e altre realtà del territorio hanno presentato, con entusiasmo, passione e professionalità, nelle adiacenti piazza San Martino e piazza G.B. Manni, le prime i frutti delle attività dell’ampliamento dell’offerta formativa scolastica (in particolare sul tema della formazione lavoro), le seconde una fantastica vetrina promozionale che ha presentato il loro lavoro, le loro esigenze, i loro sogni e le eventuali offerte di lavoro su posizioni aperte. “Al Progetto Policoro – ha concluso l’animatore di comunità Raffaele Botte – l’arduo compito di essere sentinella sociale sul territorio, di saper accompagnare i giovani alle porte del mondo del lavoro, nella consapevolezza, appunto, del tessere reti fra tutte le realtà presenti, per essere insieme lievito per lo sviluppo del territorio”. Alla vetrina promozionale delle aziende, primo sogno nel cassetto che si realizza, seguiranno le linee direttrici emerse proprio dagli incontri con imprese e studenti dei mesi scorsi. In particolare la necessità di creare una Scuola di Formazione delle Arti e dei Mestieri e una Scuola d’Imprenditorialità.