Sorelle e fratelli,
Dice il Salmo 104,30: “Mandi il tuo Spirito, Signore, e rinnovi la faccia della terra”. Pentecoste è un giorno di rinnovamento del mondo. Accogliendo la forza dello Spirito possiamo partecipare al rinnovamento del mondo. La faccia della terra è ferita e sfigurata dalle guerre e dall’odio. Il grande rinnovamento, necessario ora è la liberazione dal male della guerra e della violenza. Ci sono tante guerre. In questo tempo di guerra, la pace sia sempre nei nostri pensieri, al cuore del nostro impegno e della preghiera. Per quanti soffrono per la guerra, chiediamo pace e continuiamo a pregare per la pace con fede e insistenza.
Per i bambini chiediamo pace! Scriveva lo scrittore russo, Dostoevskij: «Nessun progresso, nessuna rivoluzione, nessuna guerra potrà mai valere anche una sola piccola lacrima di bambino. Essa peserà sempre. Quella sola lacrima piccolina…». Raccogliamo le lacrime dei bambini che soffrono per la guerra: siamo per loro e con loro costruttori di pace. Il rinnovamento del mondo passa anche per le nostre parrocchie, per i nostri oratori, per i nostri catechismi, per un’alleanza rinnovata con i bambini che il Papa metterà al centro con la Giornata Mondiale dei bambini, prevista il 25 e 26 di questo mese. Come Diocesi saremo presenti ed a settembre contiamo di ripetere l’evento romano con le nostre scuole primarie.
Gesù inizia la sua “vita pubblica” dal battesimo, quando si aprirono i cieli e lo Spirito sotto forma di colomba venne sopra di lui. Gesù pieno di Spirito Santo ha vissuto facendo del bene e risanando tantissime persone ferite dalla vita e dal male.
Al seguito di Gesù, come discepoli fedeli, Pentecoste ci dà nuova forza, ci consacra all’amore, ci rinnova e, infine, ci rende possibile vivere facendo il bene e risanando tante situazioni dolorose. “Chi crede in me anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste” (Gv.14,12): è la promessa di Gesù che si realizza nella nostra vita per grazia dello Spirito.
La Pentecoste spinge a uscire tra la gente, come chiede papa Francesco. immergendosi nella città e nel mondo. Anche Gesù iniziò la sua vita pubblica dopo il battesimo, quando lo Spirito scese su di lui. Bisogna lasciarsi spingere dallo Spirito, che ci guida all’incontro con gli altri e i poveri.
Gesù ha voluto che il suo Spirito fosse nostro: “io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre” (Gv.14,16). Lo Spirito Santo è lo Spirito di Gesù che ci custodisce, ci rende fratelli, capaci di fare il bene, da incapaci che eravamo per la nostra fiacchezza, avarizia e egocentrismo.
Il giorno di Pentecoste, Gesù non era più con loro, era asceso al cielo. Ma c’era la sua promessa: “io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto” (Lc.24, 49). Ed ecco che all’improvviso “venne dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì la casa dove stavano” (At 2,2). Quel vento riempì la casa d’amore, forza, coraggio, speranza. Il vuoto delle loro ansie, delle loro paure e incertezze si colmava. La casa era piena d’amore, forza e consolazione: tutti furono colmati.
La parola di Gesù è il soffio dello Spirito. Quando Gesù parla lo Spirito soffia. La Parola di Gesù è spirito e vita. Il vento che soffia non sai da dove viene né dove va, ma ne senti la voce, quella di Gesù. Questa Parola non è limitata, soffia dove vuole, penetra dappertutto con grande libertà. Per questo dobbiamo leggerla e ascoltarla con fedeltà, ogni giorno. La Parola di Gesù è il soffio dello Spirito che ci rinnova, che cambia la storia e le situazioni.
Qualunque situazione umana, per quanto deteriorata, disperata, può essere toccata dallo Spirito che rinnova e trasforma: rinnova ciò che è vecchio, bagna ciò che è arido, guarisce ciò che è malato, piega ciò che è rigido, scalda ciò che è freddo, guida ciò che è disperso come canta la sequenza allo Spirito Santo.
La Parola sblocca i cuori chiusi. Sblocca l’abitudine a non pregare. L’abitudine al pessimismo. L’abitudine a non sognare. Dilata i cuori ristretti. Vince le resistenze. Fa camminare chi si sente stanco. Fa sognare chi ha lo sguardo rassegnato o ripiegato su di sé.
Lo Spirito cambia il cuore; non ci libera di colpo dalle difficoltà, ma ci dà la libertà interiore di non soccombere, di non cedere al conformismo; ci fa camminare fiduciosi, senza farci mai stancare della vita.
Chi di noi non ha bisogno di cambiare? Quando siamo tristi, quando le paure crescono, quando la pigrizia ci assale, quando l’incertezza sembra prevalere… Se siamo onesti con noi stessi, sentiamo di dover essere liberati da queste debolezze: lo Spirito è la forza di Dio che, come vento impetuoso, irrompe nella vita di ciascuno di noi.
Irrompe e ringiovanisce. L’apostolo Paolo ha detto: “Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil. 4,13). Quando affrontiamo la vita di ogni giorno, quando vengono le difficoltà, ricordiamolo: “Tutto posso in colui che mi dà la forza”. Il Signore dà la forza, sempre, non ce la fa mancare. Il Signore non ci prova più di quello che possiamo sostenere. Lui è sempre con noi. E la nostra vita dà frutto.
“Tutto posso in colui che mi dà la forza”