Nell’anno associativo in cui il passo di Vangelo scelto, filo conduttore dell’intera annata, è l’episodio dell’invito rivolto a Gesù nella sinagoga Nazareth di leggere il rotolo del profeta Isaia che proclama un lieto messaggio liberatorio e di speranza per chi fa più fatica, un luogo dove “gli occhi di tutti stavano fissi sopra di Lui”, il tema scelto per l’Assemblea diocesana di AC d’inizio anno di venerdì 8 ottobre ore 19:30 a Faicchio (salone Casa Madre Suore degli Angeli) è quello dell’identità. Identità come cristiani, identità come appartenenti all’Ac, ma anche identità come appartenenza al proprio territorio. Identità che parte proprio dalla persona concreta di Gesù, dal suo incontro con Lui nella nostra vita, dal metterci in relazione con Lui. Con gli occhi fissi su di Lui (perché sempre da Lui partiamo e ripartiamo), ma non immobili. Dopo l’esperienza delle chiusure e delle restrizioni dovute alla pandemia, nonché delle tante situazioni critiche che vediamo e viviamo (si pensi alla questione del lavoro, per esempio) si sente ancora di più il bisogno di leggere l’invito alla fissità sulla radice del nostro credo, al rimanere su di Lui, non come ad una fuga da tutto ciò che ci circonda, ma come la chiamata ad allargare lo sguardo, determinati a notare i particolari, a leggere la realtà complessa in cui siamo immersi, a scorgere chi sta ai margini, esercitando continuamente una visione d’insieme che sia fraterna e che vada oltre ciò che balza agli occhi a prima vista. “Nel periodo estivo appena terminato – racconta il presidente diocesano di Azione Cattolica Giovanni Pio Marenna – abbiamo provato a coniugare l’accompagnamento e il sostegno totale e incondizionato a responsabili e soci, alla gioia, alla semplicità e alla leggerezza dell’incontrarci, dello stare insieme, del partire e ripartire, del cominciare e ricominciare sempre dal cammino condiviso e prezioso del noi. E così ai momenti pensati e organizzati dai singoli settori diocesani (come lo strepitoso camposcuola e la preziosa giornata di formazione per educatori ed animatori dell’Acr, immersi nel verde del lago Matese, come il gradito momento di condivisione del settore Adulti, come gli apprezzabili due incontri formativi del settore Giovani che hanno visto un’ampia partecipazione, segno concreto proprio di questo bisogno di camminare insieme), abbiamo provato ad offrire delle opportunità di riflessione, formazione e condivisione con il respiro di uno sguardo a 360° sulla realtà che ci circonda (sul tema della disoccupazione e dello spopolamento delle aree interne con Slow Food Valle Telesina, sulla sfera dell’affettività con la presentazione del libro di Federica Colangelo “Quella meravigliosa luce negli occhi”, sull’ambito della cura dell’ambiente con un’esperienza di ascolto con l’associazione di promozione sociale Love Matese). Abbiamo provato, cioè, ad offrire prospettive di dono e di speranza per avviare processi nel panorama che attualmente abitiamo. Lo sguardo su di Lui, e quindi verso gli altri, va allenato continuamente per non dare nulla per scontato, per non lasciarci sfuggire una lettura costante del nostro territorio”.
Uno sguardo sulla realtà, dunque, non fermo, passivo e accomodante, ma vivo, attivo, stimolante e propositivo. Perché la fede senza la concretezza di opere, azioni e gesti che la testimonino è incompleta, “è morta” ci ricorda san Giacomo. Uno sguardo che vuole essere accompagnato e accompagnare alla luce e alla scuola del Vangelo, in un ascolto del territorio sempre più completo e approfondito, in un intreccio di relazioni sempre più forte tale che coinvolga tutti e sempre più attori sociali, per una sensibilizzazione maggiore soprattutto su lavoro e ambiente, per una promozione umana dall’amore sempre più smisurato su fraternità e giustizia sociale. “Il primo passo – conclude il presidente Marenna – per allenare la nostra vista? La gioia dell’annuncio del Vangelo, l’entusiasmo dell’appartenere all’AC e il togliere le mani dai nostri occhi per poter vedere, riconoscere ed accogliere sogni e bisogni di tutti. Per poter dire, per la prima volta o ancora una volta, a Gesù Cristo e tra di noi, nell’essere responsabili gli uni degli altri: “t’appartengo ed io ci tengo”. Vangelo, territorio, relazioni, incrocio di sguardi, prendersi cura. Aiuterà a cogliere e a far accogliere ancora meglio ogni aspetto di questa sfida la presenza e le riflessioni della neo vicepresidente nazionale Giovani Emanuela Gitto, originaria di Milazzo (Messina) e, nella vita, Junior Project Manager.