Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria

Parco termale - Telese Terme (BN)
15-08-2023

Care sorelle e fratelli,

celebriamo oggi con gioia la Pasqua di Maria. L’Assunzione, infatti, è la sua nascita al cielo. Maria viene assunta in cielo in anima e corpo, prima dei credenti dopo Gesù, e indica quale è il destino di tutti noi.

Siamo da una settimana tornati dalla GMG dove seguendo Maria che si alzava in fretta per andare dall’anziana cugina, abbiamo camminato sulle vie indicate da Papa Francesco che ci hanno portato a Lisbona ad incontrare Gesù, la sua croce, il suo amore, ci ha portato a incontrare un mondo di giovani diversi per cultura, colore della pelle, provenienza, ma Fratelli tutti, uniti nel nome di Gesù. Un mondo di giovani che hanno faticato, hanno sudato, hanno camminato tanto e dormito poco, hanno respirato e mangiato polvere, mangiato spesso poco e male, ma che non si sono mai lamentati, ma hanno continuato a sprigionare gioia, quella da portare nel mondo, come li ha spronati papa Francesco nella veglia di sabato. Giovani tornati più ricchi di una speranza, di una visione, di una forza. Abbiamo compreso meglio, che le nostre fragilità non sono un ostacolo, ma il luogo in cui il Signore maggiormente fa sentir la sua presenza. È stata una grande gioia per tutti. Ne avevamo ed abbiamo bisogno di sentirci capiti, accolti e amati da Gesù. Ci siamo sentiti a casa pur tra sconosciuti.

Tutti noi siamo spesso incerti, deboli; a volte confusi, presi da tante agitazioni ma l’amore di Gesù ci ridona noi stessi, ci fa sentire forti perché uniti, forti perché amati. Quando non si è di nessuno, quando pensiamo di non valere per gli altri, quando come diceva il papa, non pensiamo di avere un problema, ma di essere noi il problema, ci si sente persi o ci si crede grandi da soli. Tutti, abbiamo bisogno di qualcuno per cui sentirci importanti, che ci ascolta, che trova tempo per noi, che ci vuole bene così come siamo, che sa guardare negli occhi e con gli occhi comunicare anche solo il semplice eppure così vitale: ti voglio bene.

Quanto è vero che serve fare agli altri quello che vogliamo sia fatto a noi. L’altro è parte di me, non un estraneo o peggio un nemico. La cultura del nemico, la cultura della contrapposizione, della separazione, della distinzione, dell’accaparramento, della violenza o la cultura dell’indifferenza non appartiene al Vangelo. È frutto della cultura della morte e del male, come così la cultura della guerra, entrata a far parte della vita ordinaria del mondo come qualcosa di naturale.

Maria è colei che dà alla vita Gesù e lo custodisce come quella donna di cui ci ha parlato la prima lettura dal Libro dell’Apocalisse. Il male vuole divorare quel bambino che sta per partorire, ma Dio protegge la donna perché possa dare alla luce il figlio. Cari amici, il male non ha smesso di minacciare ognuno di noi, la vita, il mondo. La discordia, la divisione la violenza come draghi minacciano la vita del bambino Gesù, minacciano la fraternità che è segno della sua presenza. Il male è forte e si insinua nella vita di ogni giorno. Vorrebbe allontanarci da Gesù, vorrebbe che ognuno vivesse seguendo se stesso e non il Signore. Che cosa facciamo per contrastare il male in noi e fuori di noi? Noi siamo fatti per essere comunità, fratelli e sorelle, amici di Gesù e tra noi.

Con Maria oggi guardiamo il cielo ma non per sfuggire al mondo, ma per imparare a guardare il mondo con gli occhi, la forza, la compassione che dal cielo scende su ogni vita. Il cielo non è fuori dal mondo, anzi ci aiuta a entrare nel mondo perché ci fa sentire uniti a Dio e tra di noi. Oggi solleviamo lo sguardo e siamo assunti con Lei in cielo. E la strada per il cielo, Maria l’ha percorsa in questa terra, quando si è alzata in fretta per andare a trovare Elisabetta, condividendo con lei la gioia dell’incontro tra generazioni diverse; quando ha fatto dell’umiltà il suo valore grande. Umiltà, che non è pensare di valere poco, ma credere che nel fare spazio al Signore nella propria vita è lui, non noi a fare cose grandi. La giovane Maria di Nazareth è un esempio per tutti, per i più giovani anzitutto. Sì, i ragazzi e le ragazze radunati a Lisbona si sono levati per tempo e in fretta si sono incamminati verso il futuro immaginando che la terra che abitiamo sia bella e abitabile da tutti, nessuno escluso.

La Madre del Signore, certamente dal cielo sorride, compiaciuta per il germoglio di un nuovo cielo e di una nuova terra che a Lisbona abbiamo visto.

Oggi Maria si alza in fretta da questo mondo e va tra le braccia di Suo figlio. Maria aveva accolto Gesù nel suo grembo e oggi Gesù accoglie Maria nel suo Regno. Chi accoglie è accolto. Chi ama è amato.

Dice l’apostolo Paolo: Dio ama chi dona con gioia. Dio ama tutti, anche chi non se lo merita, ma ne fa esperienza solo chi dona con gioia. Solleviamo noi chi non ce la fa, quelli che sono caduti a terra, aiutando a rialzarsi. Così il cielo e la terra si uniscono e possiamo vedere pezzi di cielo sulla terra e pezzi della terra salire al cielo.

La Madre del Signore ci precede e tutti noi, figli di Dio e di questa madre, prendiamo animo. Prendono animo i giovani: sono invitati per primi come Maria ad alzare lo sguardo, ad affrettare il passo, a muoversi verso i loro fratelli e le loro sorelle, superando le montagne e colmando le valli. Maria ci aiuta a non avere paura di dire sì alla vita, a quel dono che è sempre e per tutti dono di Dio, dal suo inizio alla sua fine, vita che è nostra ma che è sua, che è nostra ma è del prossimo perché solo ricordando che la vita è un dono capiamo che donandola troviamo vita e ne capiamo il suo senso.  Difendendo la vita dei deboli, difendiamo la nostra vita, la nostra umanità. La forza del male ci spoglia di tutto, anche del futuro. Vogliamo solo pensare ai profughi delle guerre, agli ucraini, ma anche a chi cerca speranza fuggendo dalla morte certa anche se poi la morte la trova. Pensiamo all’ultimo naufragio davanti a Lampedusa. Ma vogliamo anche pensare alla vita degli anziani che sembrano non avere un futuro di cui preoccuparsi o la vita dei diversamente abili che sembrano non avere diritto a un presente ed a un futuro bello e dignitoso. Cari amici, bisogna cambiare il mondo. La guerra, a cui ci siamo abituati come qualcosa con cui dover convivere, deve diventare insopportabile. E noi adulti siamo chiamati a fare spazio ai giovani, alla loro audacia, alla loro voglia di un futuro più pulito, più fraterno, più ospitale. Dio, attraverso la giovane Maria, ha stabilito un nuovo ordine di cose. Lei, piccola e umile, è stata innalzata e portata alla gloria del Cielo, mentre i potenti del mondo sono destinati a rimanere a mani vuote. Maria, canta che a primeggiare non sono il potere, il successo e il denaro, ma a primeggiare c’è il servizio, l’umiltà, l’amore. Sì, il vero potere è il servizio.

Concludo con le parole di Papa Francesco all’omelia della domenica a Lisbona, parole importanti per tutti noi:  «Voi giovani che avete vissuto questa gioia; a voi che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati […] a voi, giovani, che volete cambiare il mondo – ed è un bene che vogliate cambiare il mondo – e che volete lottare per la giustizia e la pace; […] a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù oggi dice: “Non temete!”, “Non abbiate paura!”. […] “Non temete, non temete, coraggio, non abbiate paura!”».  Parole per i giovani e per chi ha un cuore giovane perché non ha smesso di sperare e sognare.

E così sia.

† Giuseppe, vescovo