Lettera del Vescovo ai sacerdoti in questi giorni di pandemia del Coronavirus

23-03-2020

Figli e fratelli carissimi,

in questo tempo sento ancora più forte l’esigenza di farmi vicino a voi; non poterci guardare negli occhi diventa stimolo per imparare a tenerci nel cuore. È per questo che nei giorni passati ho voluto sentirvi, più volte, ad uno ed uno e oggi vi raggiungo anche attraverso questo scritto, per sentirci vicini e per continuare a percorrere passi comuni pur se a distanza.

Nel pomeriggio di ieri ho sentito telefonicamente i vescovi di Cremona, Bergamo e Parma per esprimere la vicinanza, la solidarietà e la preghiera della nostra Chiesa a queste Chiese sorelle ferite per la perdita, oltre che di fedeli, di diversi sacerdoti.

L’ultimo comunicato della CEI, arrivato in serata di ieri, raccontava di un sacerdote, don Giuseppe Berardelli, deceduto a Bergamo, dopo aver rinunciato al respiratore perché fosse reso disponibile per altri. È l’immagine di una Chiesa viva, credente, presente, testimone e solidale con il dramma che colpisce tutti. Una Chiesa che sul territorio è in prima linea con la sua prossimità, la sua preghiera, la sua carità: parla nei suoi Pastori, nei suoi preti, nei religiosi e in un numero straordinario di laici, nelle mille forme di una disponibilità che semina speranza nel cuore di questo lungo inverno.

È la Chiesa che resiste e che vede nel suo Signore l’unica consolazione, l’unica forza, l’unica speranza. È anche la nostra Chiesa, quella che, nonostante la fatica, ci stiamo sforzando di essere. E voglio, ancora una volta, ringraziarvi dal profondo del cuore per il vostro impegno in questo tempo particolare, per il vostro mettervi in gioco affinché nessuno si senta solo e ognuno possa sentire il Signore che continua a custodire le nostre vite. Tutto quanto state facendo, con la vostra presenza accanto a chi è in difficoltà e attraverso i social, dai momenti di preghiera a quelli di riflessione e meditazione a quelli di semplice vicinanza, sono fonte di acqua viva per molti, carezza che rimette in piedi. Vi prego, continuate a farlo, la gente ne ha bisogno! Ma, soprattutto, grazie per la vostra preghiera continua… per la vostra offerta.

Io stesso ho deciso di continuare l’impegno della preghiera quotidiana in diretta Facebook, per provare a dare il segno di una presenza e di una vicinanza concrete nonostante la distanza fisica. Tutti i giorni, alle 19.00, prego dalla cappellina dell’Episcopio di Cerreto Sannita il Santo Rosario, il venerdì la Via Crucis e la domenica alle 11.00 celebro la S. Messa. Da una stima dei numeri, ci sono oltre 2000 persone che si connettono la sera per il Rosario e oltre 5000 per la S. Messa. Vi dico questo non perché sono importanti i numeri ma perché dietro ogni numero in più, c’è un volto in più, una storia che si intreccia con la nostra storia. E, non vi nascondo, che sono tanti i messaggi di gratitudine che mi stanno arrivando per tutto quanto la nostra Chiesa sta facendo. Continuiamo a farlo… insieme!

A questo si aggiungono alcune proposte che papa Francesco ci ha suggerito per questa settimana. Come già anticipatovi nei giorni scorsi, nell’incalzare della cronaca di questi giorni – con i mezzi militari, che trasportano verso i forni crematori le bare di molte persone morte senza alcun conforto, né quello degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti della fede – venerdì 27 marzo alle ore 11.00 mi recherò presso il cimitero di Cerreto Sannita per un momento di preghiera e benedizione. L’intenzione è quella di affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questa pandemia, nonché di esprimere anche in questo modo la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore. Lo faranno tutti i vescovi, ognuno nella sua diocesi.

Nella stessa giornata del 27 marzo, alle ore 18.00, il Santo Padre presiederà un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota: invita tutti a partecipare spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione. “Ascolteremo la Parola di Dio, eleveremo la nostra supplica, adoreremo il Santissimo Sacramento, con il quale al termine darò la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria”, ha spiegato al termine dell’Angelus di ieri, domenica 22 marzo. Ancora il Papa propone a tutti i cristiani di unire le loro voci verso il Cielo, recitando tutti insieme la preghiera del Padre Nostro mercoledì 25 marzo a mezzogiorno: “Nel giorno in cui molti cristiani ricordano l’annuncio alla Vergine Maria dell’Incarnazione del Verbo – ha aggiunto – possa il Signore ascoltare la preghiera unanime di tutti i suoi discepoli che si preparano a celebrare la vittoria di Cristo Risorto”.

Sono piccoli segni che possono fare molto e vi chiedo davvero di unirvi in comunione spirituale con me e con la Chiesa tutta, dalle vostre parrocchie e dalle vostre abitazioni. Al tempo stesso, vi chiedo di rendere partecipi di questi momenti, con i mezzi che avete a disposizione, tutte le vostre comunità parrocchiali.

Nel salutarvi, vi chiedo di pazientare un altro po’ prima di decidere gli orari e le modalità delle celebrazioni della Settimana Santa; dovrebbero arrivare in questi giorni nuove indicazioni dalla segreteria della CEI a seguito delle quali potrò comunicarvi le direttive da seguire e anche gli orari delle celebrazioni presiedute da me.

Intanto, vi ringrazio ancora una volta per tutto quanto state operando nell’osare la speranza.

Preghiamo gli uni per gli altri.

Con profonda stima. Vi voglio bene!

Vi abbraccio ad uno ad uno nell’attesa di incontrarci presto.

Cerreto Sannita, 23 marzo 2020

† don Mimmo, vostro vescovo