Giornata dei Missionari Martiri 2023. Veglia di preghiera e Adorazione Eucaristica

Parrocchia “San Silvestro Papa”, c.da San Silvestro in Sant’Agata de’ Goti (BN)
24-03-2023

Dal libro della Sapienza

Dicono [gli empi] fra loro sragionando:
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre.
Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.

Parola di Dio.

 

Care sorelle e cari fratelli,
ci ritroviamo insieme in questo tempo difficile per fare memoria di coloro che hanno dato la vita per il Vangelo unendosi al dono fatto a Dio in Gesù morto e risorto per noi. Lo facciamo ogni anno in questo giorno in cui si fa memoria del martirio di Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso il 24 marzo 1980 per il suo amore per il Vangelo e per i poveri. Fare memoria nella Bibbia e nella fede cristiana è condividere, rivivere, unire la propria vita alla memoria che si celebra perché sia motivo e forza di cambiamento. I cristiani con la loro vita sono di “inciampo” alla cultura dominante, e tutto ciò che ostacola i progetti dei potenti va eliminato, anche con la violenza. La testimonianza dei cristiani, dei “giusti” è una contraddizione vivente contro questo tipo di esistenza, la loro sola presenza infastidisce, diviene persino insopportabile. I cristiani infatti si riconoscono dalle loro parole, gesti, sentimenti. Come abbiamo ascoltato dal Libro della Sapienza :  “Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo e si oppone alle nostre azioni; … È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri; ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita non è come quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade”.
Siamo accanto al Signore Gesù, e accanto a lui scorgiamo i discepoli di ogni tempo, che hanno creduto al Vangelo sino al dono della vita; non sono estranei, ma sono nostri fratelli e sorelle. Donne e uomini che hanno scelto di vivere con Gesù e in Gesù quella Parola di Dio che rende servitori di tutti. Uomini e donne che non si sono sottratti alla prova e hanno vissuto accanto ai fragili, ai feriti, ai mendicanti di speranza, nel nostro continente ma di ogni continente. La fede ne ha animato le scelte, donandogli i sentimenti del loro maestro. Martiri della carità, del dialogo, della pace, della giustizia, della riconciliazione che si sono opposti al signore di questo mondo – colui che divide, il calunniatore – pagando di persona. Si sono esposti al pericolo e sono stati uccisi. Ma non è stato ucciso il sogno del Vangelo  che il Signore Gesù è venuto a inaugurare. Figli e figlie di ogni confessione cristiana, che appartengono alla Chiesa universale di Dio e a realtà anche diverse. Vogliamo ad esempio ricordare il giudice Rosario Livatino, riconosciuto martire dalla Chiesa nel 2021, vittima della criminalità organizzata.
Il mondo è pieno di violenza, di guerre e di brutalità, di corruzione, di donne e uomini che pur di difendere se stessi e i loro interessi sfruttano o uccidono gli altri. Di fronte a loro come è scritto nell’Apocalisse: “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua”:  coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione, sì, i martiri. Oggi ci immergiamo in questa grande tribolazione, come s’immerge Dio nel dolore del mondo. Quanto è facile fuggire per paura davanti al dolore! Quanto è istintivo chiudersi nelle proprie sicurezze e nel proprio benessere e pensare che in fondo non mi riguarda! Quanto è facile pensare a salvare solo se stessi! Cari amici, i cristiani dialogano con tutti, ma non possono stare dalla parte di tutti. Bisogna scegliere! Con Gesù, Agnello immolato, noi scegliamo di stare dalla parte degli scartati della terra, dei poveri del mondo, degli esclusi dal benessere di cui molti di noi godono. La vita cristiana è dono ricevuto da restituire. Non siamo cristiani per conservare istituzioni o ripetere stancamente riti religiosi, bensì per servire il Vangelo della giustizia, della pace e dell’amore gratuito di Dio per l’umanità. Oggi è il tempo della scelta! Non si può sempre rimandare a tempi migliori; la quaresima chiede un cambiamento. Mentre ci avviciniamo alla Settimana Santa di Passione, morte e resurrezione di Gesù, nel dolore di questo tempo, preghiamo il Signore perché ci preservi da una vita mediocre, abitudinaria, comoda, perché ci renda attenti al bisogno di chi soffre, dei malati, dei poveri, degli anziani sempre più soli, dei profughi, delle donne che subiscono violenza, dei ragazzi e dei giovani spaesati e dimenticati, delle famiglie che faticano. Chiediamo stasera l’intercessione dei martiri, dei testimoni della fede, e invochiamo il soccorso di Dio, come la vedova insistente con il giudice iniquo, sino a quando non sarà restituita la pace ai popoli oggi sofferenti. Sino a quando i profughi non saranno ristorati e accolti. Amiamo con la perseveranza dei martiri, ascoltando e accogliendo il grido e le lacrime di tutti coloro che mendicano vita alla porta del nostro cuore e delle nostre Chiese. Si riaccenda il nostro amore, cresca la nostra fede, fino al giorno della vittoria di Dio sull’ultimo nemico, la morte. Il Libro della Sapienza ci ha ricordato che quelli che sono lontani da Dio: “Non conoscono i misteriosi segreti di Dio, non sperano ricompensa per la rettitudine né credono a un premio per una vita irreprensibile”. Cari amici, a noi è dato di conoscere i segreti di Dio, Gesù ce li ha rivelati, Gesù ci ha reso partecipi dei pensieri di Dio, Gesù è il pensiero di Dio e noi crediamo e speriamo nella ricompensa e nel premio preparati per chi vive nell’amore generoso per i piccoli ed i bisognosi. E la caparra di questo premio lo vedremo nel Venerdì Santo, quando dalla croce di Gesù verrà sulla nostra vita la luce della misericordia e del perdono di Dio e quando come il buon ladrone ci sentiremo dire quello che ogni martire si è sentito dire: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso”.

E così sia.

+ Giuseppe, vostro vescovo