“Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo. Egli da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9). Meditazione sul tempo presente

24-03-2023

“Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo. Egli da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9). Paolo si rivolge ai cristiani di Corinto per incoraggiarli ad essere generosi nell’aiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano nel bisogno. Cosa dicono a noi queste parole di San Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico ?

Paolo prima di ogni cosa ci mostra quale è lo stile di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e della povertà: “da ricco che era, si è fatto povero per voi”. Cristo il figlio di Dio, potenza e gloria di Dio, si è fatto povero; è sceso in mezzo a noi, si è fatto vicino ad ognuno di noi; si è spogliato, svuotato della sua potenza, per rendersi in tutto simile a noi. E’ il grande mistero dell’incarnazione. Ma dietro questa scelta c’è un amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità, che non esita a donarsi e abbassarsi per noi. La carità, l’amore, è condividere in tutto la vita dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze.  Dio ha fatto questo con noi.  Gesù infatti nascendo da Maria si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato. Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se stessa ma, dice Paolo “perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”. Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi da parte del proprio superfluo; non è questo l’amore di Cristo.

Che cos’è allora questa povertà con cui Gesù ci rende ricchi? E’ proprio il suo modo di amarci, il suo farsi prossimo a noi come il buon samaritano che si avvicina a quell’uomo lasciato mezzo morto lasciato sul ciglio della strada. Gesù ci rende ricchi con il suo amore e  ci rende  ricchi di una paternità. Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria. Ricco come lo è un bambino che si sente amato e ama i suoi genitori e non dubita un istante del loro amore e della loro tenerezza. Ricchezza di Gesù è il suo essere figlio , il suo legame con il Padre. Gesù ci invita a condividere con lui il suo spirito filiale e fraterno, a diventare figli nel figlio, fratelli del fratello primogenito. Insomma la ricchezza è quella dell’amore di Dio; vera miseria, grande povertà è non vivere da figli di Dio e da fratelli di Cristo.

In ogni epoca in ogni luogo Dio continua a salvare gli uomini e il mondo mediante la povertà di Cristo, il quale si fa povero nei sacramenti, nella Parola e nella sua Chiesa che è un popolo di poveri .La ricchezza di Dio non può passare attraverso la nostra ricchezza ma solo attraverso la nostra povertà, personale e comunitaria, animata e resa ricca dalla Parola di Dio e dallo Spirito Santo.

Miseria non coincide con la povertà: la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza.

Possiamo distinguere tre tipi di miseria : la miseria materiale , la miseria morale, la miseria spirituale.

La miseria materiale è quella che comunemente viene chiamata povertà: tanti vivono privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità. La chiesa lotta per un mondo più giusto, più sobrio, più capace di condividere perché nessuno resti nel bisogno.

Preoccupante è anche la miseria morale che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato; che significa vivere dominati solo dall’ossessione di avere sempre di più ; che significa rinunciare a amare; miseria morale è anche un cuore indurito rispetto ai sentimenti ed alla compassione. Tanti altri esempi si potrebbero fare.

Poi abbiamo la miseria spirituale che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio,  rifiutiamo il suo amore, quando pensiamo di bastare a noi stessi e riteniamo di non aver bisogno di Dio. Quando riduciamo ad un senso del dovere il nostro legame con Lui. Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono privi di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza, vittime di una povertà spirituale.

Il Vangelo è antidoto contro la miseria spirituale e ci dona cuore e sentimenti per lottare contro la povertà materiale e morale. Si tratta di seguire e imitare Gesù che è andato verso i poveri e i peccatori come il pastore verso la pecora perduta e ci è andato pieno di amore. La Quaresima e il tempo adatto per noi : ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci arricchire altri con la nostra povertà, resi però ricchi dell’amore di Dio che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato in dono. Lo Spirito Santo, grazie al quale siamo come poveri ma capaci di arricchire molti , come gente che non ha nulla e invece possiede tutto , sostenga questi nostri propositi,  rafforzi in noi l’attenzione e la responsabilità verso la miseria umana per diventare operatori di misericordia .

Il Signore ci benedica e benedica i nostri santi propositi e ci trovi pronti ad accogliere la povertà della Croce, sapienza, ricchezza  e potenza di Dio in un mondo con tanta povertà materiale, morale e spirituale.

+ Giuseppe, vostro vescovo