Festa diocesana dell’Adesione all’Azione Cattolica

Chiesa Cattedrale, Cerreto Sannita (BN)
08-12-2023

Care sorelle e fratelli, abbiamo ascoltato dalla prima lettura la storia di Adamo ed Eva che scelgono di  seguire la voce del serpente rispetto a quella di Dio. Da qui il mistero di quel peccato, detto appunto originale, perché sta all’origine del male, anche del male di questo tempo. “Sarete come Dio”, cioè vivere senza ascoltare la voce di Dio. Sì, il male continua da sempre a spingere uomini e donne all’esaltazione di sé. Ed ecco nascere tra gli uomini divisioni, ingiustizie, odi, distruzioni, conflitti, guerre. Il tentatore continua a ingannare i cuori degli uomini: si sciolgono i legami e si moltiplicano le divisioni. Ma ecco l’Immacolata Concezione e il suo mistero che oggi contempliamo già nel suo concepimento. Questa giovane donna è preservata dalla colpa originale, da quell’istinto dell’amore per sé che ferisce ogni persona. Con Maria la tragica catena che porta uomini e donne alla violenza e alla morte viene interrotta. Concepita senza questa colpa originaria, Maria inizia una nuova pagina nella storia umana, quella di una amicizia con Dio, che è ancor più bella di quella degli antichi progenitori. Loro furono comunque graziati da Dio diede loro  indumenti mentre uscivano dal giardino per andare nel freddo della storia. Maria è stata graziata già dal concepimento, lei doveva accogliere il Figlio di Dio nel suo grembo e accompagnarlo sin sotto la croce. Sì, l’amore del Figlio ha protetto la madre. Questo mistero di Maria, protetta dal male – e che oggi la Chiesa ci fa contemplare -, non è estraneo al mistero stesso della Chiesa, della comunità dei credenti. È il mistero dell’amore di Dio per la sua Chiesa sparsa ovunque nel mondo. Oggi, nel mistero di Maria, contempliamo quello della Chiesa, della comunità dei credenti. Anche se i suoi membri sono peccatori, la Chiesa, come Maria, è chiamata ad ascoltare la voce dell’angelo e a dire il suo sì. E sentiamo rivolte anche a noi le parole dell’angelo: “Non temere, Maria… nulla è impossibile a Dio”.

L’Immacolata Concezione che oggi celebriamo è dogma di fede, proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854.

Quattro anni dopo la Vergine apparve nella grotta di Lourdes a santa Bernadette presentandosi con le parole: “Io sono l’Immacolata Concezione”.

Maria, è la donna dell’avvento, che crede in quello che ancora non c’è ed ha il coraggio della speranza. Lei si affida quando ancora tutto sembra impossibile, difficile. E’ beata non perché ha visto, ma perché crede che si adempia la parola che ha ascoltato, E’ piena di grazia e ha trovato grazia presso Dio. Sente l’amore che le viene annunciato più vero dei suoi turbamenti, dei suoi limiti che conosce perché davvero umile. Maria è umile perché non sa di essere umile;  è piena di quella grazia espressione gratuita di amore di Dio che, come esclama l’Apostolo, ci ha scelti prima della creazione del mondo “per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo”. E’ la prima figlia adottiva e con lei si rinnova, ricomincia l’alleanza tra Dio e l’uomo che il male continua a spezzare. Dio ci vuole suoi e ci adotta con un amore più forte del peccato. Spesso quando vediamo i frutti del male, ci viene a mancare la speranza. Il male “turba”, fa pensare che in fondo tutto sia inutile, ci fa credere di stare bene senza gli altri, senza fare niente anzi, convincendoci che non si può fare niente. Il male rende pessimisti e senza entusiasmo la speranza è ridotta a convenienza, calcolo. Il male accentua le delusioni, inevitabili, tanto da renderci vittimisti e fragili. E’ il male che ci rende incapaci di lavorare con gli altri, generando contrapposizioni o protagonismi che rendono complicato quello che potrebbe essere semplice, difficile quello che abbiamo tra le mani. E’ il male che ci fa cercare subito la pagliuzza nel fratello, facendoci credere intelligenti, giudicando tutto e tutti (quasi mai noi stessi!) e finendo per vedere solo lo sporco. Guardando Maria riscopriamo che la vera bellezza e la vera gioia della vita è la grazia, cioè la vita di Dio donata a noi.

La lontananza da Dio non è un guadagno ma  è la sua vera perdita. Il male non è mai una via che conduce alla felicità e alla gioia, ma è la via che conduce alla desolazione e alla distruzione. Lo vediamo in Maria, che è piena di vita e tutta bella proprio perché il peccato non L’ha mai toccata e neppure sfiorata. Guardare all’Immacolata, significa oggi per noi ritrovare la via del Signore, proprio rinnegando con tutto noi stessi il male e quello che ci separa dagli altri.

L’avvento è l’attesa, disperata per chi ne è vittima, di essere liberi dal male, che è sempre insopportabile, come le sofferenze alle quali non potremo mai abituarci e che la speranza non può accettare come ineluttabili.
“Ti saluto piena di grazia!”. Maria si lascia riempire tutta da quest’amore di Dio che sceglie l’umiltà umana perché finalmente sia piena solo del suo amore. Non resta prigioniera della rassegnazione. Maria c’incoraggia a cercare anche noi di “essere senza macchia e irreprensibili” perché pieni di Gesù. Possiamo essere liberi dal calcolo, per cui diamo solo per avere, soffochiamo la generosità come se fosse una perdita e ci esercitiamo poco a volere bene gratuitamente. Possiamo vivere come puri di cuore. Beati i puri di cuore che vedono  già adesso Dio in tutto e tutti.
Maria, donna dell’avvento, vive questa beatitudine. Nasce qualcosa di nuovo! Nulla è impossibile a Dio. “Com’è possibile, non conosco uomo ?”     Gesù ci aiuta a credere che lo Spirito soffia dove vuole ed è possibile per tutti rinascere dall’alto. Possiamo anche noi avere un cuore puro, perché perdonato ed amato. Certo: la storia degli uomini non è immacolata, la mia storia non è immacolata. Puri lo diventiamo per grazia e non per legge, quando ascoltiamo e mettiamo in pratica come Maria l’angelo del Vangelo. La purezza del Vangelo è la festa dei peccatori perdonati.  impossibile per la legge ma non per la grazia. E’ un mistero di amore che contempliamo pieno in Maria, preservata dal male, immacolata, che si affida e crede nell’adempimento della sua parola.

Maria è stato un ponte tra due popoli, gli ebrei e i cristiani.   Se Maria avesse detto di no all’angelo Gabriele, avrebbe costruito un muro invece di un ponte. La santità – di cui Maria è il modello più alto – non consiste nell’isolarsi, nel cercare una vita separata dagli altri, nello stare soli con se stessi. La santità consiste nel donarsi, nell’ affidarsi , nel ricercare la pienezza dell’amore. La santità, quindi, è alla portata di tutti e consiste nel costruire ponti e non muri: a cominciare dai più vicini ai più lontani. “Eccomi, avvenga a di me quello che hai detto”. La sua umiltà la porta ad affidarsi a Dio, compiendo qualcosa di incredibile e grande ,essere la madre di Gesù il Figlio di Dio. Il Signore ci insegni ad accogliere con fiducia il suo avvento nella nostra vita, a dire” eccomi”. Maria, che è “immacolata”, cioè tutta santa, ci aiuti a dire ogni giorno il nostro “sì”, perché continuiamo ad impegnarci nella costruzione di ponti, ci spendiamo nei legami di amicizia e fraternità che portano speranza in questo mondo che ne ha tanto bisogno.
Maria, Immacolata, piena di grazia, tutta santa, ci aiuti ad affidarci all’amore di Dio e preghi per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte.

Amen.

† Giuseppe, vescovo