2a Domenica di Avvento – 71ma Giornata Provinciale del Ringraziamento

Chiesa "San Martino Vescovo", Cerreto Sannita
05-12-2021

Care sorelle e cari fratelli, a cominciare dalla nostra vita tutto viene da Dio ed è dono di Dio, e quindi se tutto è dono, siamo chiamati a ringraziare Colui che è la fonte dei Doni: Dio stesso. Questa Eucaristia che celebriamo é ringraziamento. Eucaristia significa rendimento di grazie e oggi celebriamo la 71ma Giornata Provinciale del Ringraziamento e la CEI ha inviato un messaggio sul tema: “Lodate il Signore dalla terra (…) voi, bestie e animali domestici” (Sal 148,10) – Gli animali, compagni della creazione

Saluto caramente don Edoardo, don Franco, don Alfonso; saluto le Autorità presenti, saluto il Presidente Provinciale della Coldiretti, i Responsabili delle Associazioni di categoria, dei Coltivatori diretti, degli Agricoltori, degli Allevatori nei cui confronti la Chiesa e la stessa Società civile esprimono la loro gratitudine per la vocazione a cui sono stati chiamati che li vede fedeli nello svolgimento del loro compito, quello avuto da Dio di nutrire l’umanità, di deve avere cura e coltivare la terra, di prendersi cura degli animali consapevoli che tutto è finalizzato al bene universale di ogni generazione, di tutti i luoghi, di ogni tempo.

Questa giornata di ringraziamento ci aiuta a riflettere sul nostro rapporto con gli animali di cui non possiamo pensare di disporne a nostro piacimento, ma di pascerli e averne cura con premura. Nella tradizione della civiltà agricola la vicinanza agli animali, ha portato a sentirli e trattarli quasi come partecipi della vita familiare, vogliamo solo pensare al presepe dove la tradizione ha voluto la presenza del bue e dell’asinello a cornice della Natività. Tutto questo nella modernità è stato abbandonato, riducendo gli animali ad oggetti solo di consumo.

Nei tempi moderni si assiste in altri casi a eccessi opposti, con un’attenzione per gli animali da compagnia considerati come persone di famiglia al posto degli essere umani, con legami affettivi talvolta superiori a quelli per gli esseri umani.

Oggi questa giornata ci chiede di promuovere la sete di vita di ogni creatura e di rispettarla. La Giornata del Ringraziamento sia occasione per riflettere e per convertire i nostri stili di vita a una ecologia integrale per valorizzare il rapporto con la vita animale, che non siano solo oggetto di consumo, ma per riscoprirne il valore proprio. Nei confronti degli animali – dice il Messaggio della CEI – non si può avere, allora, un rapporto puramente strumentale; la migliore pratica di allevamento avrà anche cura del benessere degli animali coinvolti, garantendo loro la possibilità di una vita conforme al loro essere, in ambito naturale. Ne siamo responsabili. Vogliamo ringraziare il Signore per chi promuove forme di allevamento sostenibili. Ma vogliamo anche dire grazie all’impegno di alcuni allevatori, perché con il loro duro lavoro sono state valorizzate molte aree interne del nostro Paese, che, senza di loro, sarebbero state abbandonate allo spopolamento e al degrado ambientale. Vogliamo anche dire che la ripresa della pastorizia in diverse Regioni è stata possibile grazie all’attività di migranti: sono nate storie molto belle di inclusione sociale e di dialogo interreligioso. Nella Lettera Enciclica Laudato sì, dedicata alla cura della nostra casa comune, Papa Francesco propone il concetto di “ecologia integrale”, per rispondere insieme al grido della terra ma anche al grido dei poveri. L’ecologia integrale è un invito a una visione integrale della vita, a partire dalla convinzione che tutto nel mondo è connesso e che, come ci ha ricordato la pandemia, siamo interdipendenti gli uni dagli altri, e anche dipendenti dalla nostra madre terra. Bisogna convertirsi a nuovi stili di vita. Bisogna convertirsi.

Cari amici, al tempo di Gesù c’era gente importante. Il Vangelo nomina l’imperatore Tiberio, Ponzio Pilato governatore, il re Erode e suo fratelli Filippo anch’egli re, poi c’erano i sommi sacerdoti Anna e Caifa. Ma la Parola di Dio non scende su di loro, ma su Giovanni Battista, un uomo umile, disinteressato che si è ritirato nel deserto a pregare e riflettere.

Il Signore, per realizzare il suo sogno di cambiare il mondo, non si affida alla forza degli eserciti, ai potenti, ai ricchi, ma alla debolezza di un uomo che riceve dall’alto una parola e la porta agli uomini. Giovanni è per noi “l’uomo dell’Avvento”. Dai vangeli sappiamo che egli è parente di Gesù, figlio di Elisabetta, cugina di Maria.

Un profeta che oggi Giovanni viene a parlarci di qualcuno che viene, di un tempo nuovo che vuole irrompere nel nostro tempo e dargli un senso nuovo. Dio ci viene incontro. Giovanni ci grida: Preparate la via al Signore.

Sì, Dio ci viene incontro; Dio sceglie di parlare con noi, a ciascuno di noi, anche se spesso pensiamo che la parola di Dio è rivolta ad altri, che sono gli altri a dover cambiare. Bisogna convertirsi. Per accogliere davvero Gesù è necessario convertirsi, iniziare a ribellarsi nel cuore e nella preghiera al male che c’è nel mondo e che fa soffrire tanti, ma anche riconoscere il male che c’è dentro di noi, riconoscere la nostra complicità con l’ingiustizia. È un cambiamento di mentalità, bisogna «fare spazio a Dio».

Cominciamo a “raddrizzare” quello che è storto, dentro di noi e accanto a noi, cominciamo a “colmare” gli avvallamenti che incontriamo; ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! È tempo di fare silenzio di noi stessi perché è tempo di ascoltare la Parola di Dio

È tempo di fare silenzio per ascoltare la voce dei poveri. È tempo di ascoltare la voce della natura e delle sue creature che soffrono perché subiscono continuamente violenza da parte dell’uomo; la natura stessa si ribella e mostra la sua insofferenza verso l’agire dell’uomo. È stato scritto che i pastori e gli agricoltori sono i sacerdoti della terra, mentre gli allevatori sono quindi i sacerdoti ed i custodi del mondo animale. Abbiatene sempre cura. Il Signore vi ha affidato un compito importante e prezioso per l’umanità intera. Più siamo vicini al Signore e più saremo capaci di essere custodi di questi beni prezioso.

Cari amici, questo è un tempo benedetto perché possiamo prepararci ad incontrare quel bambino quando verrà nella grotta di Betlemme. Gesù e la sua famiglia non troveranno posto per loro nell’albergo; Gesù nascerà, possiamo dire a contatto con la natura ed i primi a incontrarlo saranno pastori, gente semplice che viveva tra i campi e gli animali da pascolo.

Il Natale è la buona notizia che Dio si ribella all’ingiustizia, alla solitudine, al dolore ed alla sofferenza e lo fa non con la forza di un esercito, ma con la mitezza di uomini e donne che lasciano la parola scendere nel loro cuore e che non si stancano di testimoniare che è venuto il momento di dare spazio ad un mondo nuovo. Oggi è il tempo di un rapporto nuovo con la natura. Ognuno può essere testimone di un mondo nuovo, un mondo di solidarietà e di pace. Amare la natura è amare Dio ed i fratelli.

Cari amici agricoltori, cari amici allevatori, siate profeti di un rapporto nuovo con il creato e le sue creature; siate profeti di un amore nuovo verso gli uomini e la loro casa comune. Non si possono amare gli uomini se non si ama la casa comune e viceversa.

Guardiamo a Maria, l’Immacolata, colei che ha accolto la Parola e gli ha dato carne, prepariamoci ad accogliere il Signore che viene. Il Natale ci chiama a preparare strade di amicizia, di accoglienza, di simpatia e di solidarietà per tanti cuori feriti dal male e dalla vita.

Grazie Signore per quella fede che sa accogliere i frutti della terra e sa ascoltarne le parole; che sa accogliere il desiderio di vita degli animali. Grazie terra, grazie uomini e donne che la custodite e alla quale vi dedicate con passione e sacrificio.

Buon cammino di Avvento.

† Giuseppe, vescovo