È un’occasione molto lieta quella del 300° anniversario della nascita di Silvestro Jacobelli, illustre artista di Cerreto che ha saputo portare nel mondo la bellezza dell’arte sacra. Una bellezza che è possibile ammirare nei tratti dolci e benevoli di due simulacri venerati nella nostra città, la Madonna di Costantinopoli, collocata sull’altare maggiore dell’omonima chiesa, e la Madonna della Provvidenza della chiesa di San Rocco. Due statue che, attraverso la loro bellezza e per mezzo delle pie pratiche di religiosità popolare ad esse associate, sotto la guida e il magistero della Chiesa, ci conducono sulla via pulchritudinis ossia lungo quel percorso privilegiato ed affascinante che ci avvicina al mistero di Dio.
A tal proposito le opere di Jacobelli emanano una bellezza spirituale che ci provoca, grazie all’efficacia del mezzo espressivo, un’esperienza emotiva che facilita l’apertura di quello spazio interiore in cui avviene l’incontro con il Signore. Per visibilia ad invisibilia, dunque, per mezzo delle realtà visibili verso quelle invisibili. E sono sicuro che per aver potuto raggiungere questi risultati Silvestro Jacobelli, come gli iconografi bizantini, viveva un’esistenza di preghiera e di fede, dal momento che opere che trasudano di così forte spiritualità possono essere state realizzate solo da una persona che conduceva una vita improntata alla spiritualità.
Approfitto di questa occasione per salutare i familiari discendenti di Jacobelli che ci ricordano, però, che quando si raggiungono livelli di tale pregio e notorietà non si appartiene più solo alla propria famiglia bensì a tutta la comunità, in questo caso a quella di Cerreto, resa illustre da questo artista straordinario.
Ringrazio don Edoardo Viscosi e il Comitato del Tricentenario per aver organizzato un ricco programma di eventi in occasione dell’anniversario della nascita dello scultore. Ma soprattutto ringrazio il giovane studioso, Francesco De Nicolo, per la sua meticolosa quanto importante ricerca con la quale ci conduce per mano alla scoperta del nostro artista, compito agevolato dal bellissimo repertorio di fotografie curate nei minimi dettagli dall’editore Claudio Grenzi. Un doveroso ringraziamento, infine, alla Fondazione Museo Diocesano della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi per il lodevole ed esemplare lavoro svolto, con impegno e passione, che vede in questa pubblicazione un chiaro esempio.
+ Giuseppe, vescovo