Il vescovo Giuseppe incontra l’oratorio della terza età a Sant’Agata de’ Goti

Nei locali dell’Oratorio, a Villa Fiorita, si è svolto ieri il programmato, incontro con il nostro Vescovo, Mons. Giuseppe Mazzafaro.

L’ha accompagnato il segretario don Alex Criscuolo, che è anche co-parroco della Unita pastorale Duomo-Annunziata-S. Croce in S. Agata de’ Goti. Ha introdotto Suor Elsy, nostra assistente spirituale.

Il Vescovo, prescindendo dai canoni dall’ufficialità (vediamo il vescovo che dice, apprendiamo da lui le regole), si è posto con noi in una amabile dimensione familiare e colloquiale, come avviene tra vecchi amici.

Ha voluto conoscere la modalità delle riunioni, le iniziative finora svolte e quanto previsto per i prossimi mesi. Ha chiesto a ciascuno di noi di presentarsi per nome e di esporre liberamente le proprie considerazioni.

Il Vescovo ha manifestato la sua grande attenzione per la problematica degli anziani, che gli sta molto a cuore. Ha, infatti, istituito in Diocesi, un ufficio per la pastorale degli anziani, e, personalmente, si reca spesso negli istituti che li accolgono e con gioia rileva che, quelle persone, all’inizio tristi e silenziose, una volta coinvolte, riprendono sorriso e fiducia.

L’incontro è risultato di rande interesse e proficuo per noi. Il Vescovio ha apprezzato molto il progetto, condividendone i principi ispiratori, dicendo a noi di ritenerci fortunati, per essere parte di un gruppo, per sfuggire alla solitudine, per evitare di chiuderci in noi stessi e di rifugiarci nelle tenebre, vero dramma dell’età, privandoci del contatto umano, della luce. È un’età non da commiserare o da considerare anticamera della fine. Gli anziani, pur fragili fisicamente, posseggono determinazione e volontà. È una fase della vita umana, con proprie caratteristiche e valori. E questa, come tutte le altre, deve avere un senso. Priva di senso, che vita è? E il senso della Terza Età è l’amore, la capacità di donarsi, di rapportarsi agli altri, di essere utili, di aprirsi: di non essere considerati uno “scarto”, rifacendosi alle catechesi del Papa, che condanna la cultura dello “scarto”, che annovera anche i senza tetto, i poveri, gli infermi, i diversamente abili, gli svantaggiati. Questi concetti sono racchiusi in documenti pontifici, che potranno essere portati alla nostra attenzione.

Per uscire, allargare le nostre conoscenze e comunicare reciproche esperienze, il Vescovo ci ha suggerito di prendere contatti con il sacerdote delegato e altri gruppi presenti nel territorio.

Infine, ci ha chiesto di pregare: di pregare per il Vescovo. Con vero piacere e devozione.