Migrazioni, tra passato e presente

Migrazioni, tra passato e presente, questo il titolo di un interessante incontro tenutosi
a Dugenta, presso l’Oratorio Carlo Acutis della Parrocchia “Sant’Andrea Apostolo”,
organizzato dalla Pastorale sociale e del lavoro, dalla Caritas diocesana, dall’Ufficio
Migrantes, dalla Scuola diocesana di Impegno sociopolitico e dall’Associazione
Culturale l’Agorà di Dugenta e che ha visto la numerosa presenza del mondo della
scuola, del terzo settore e della società civile.

Dopo i saluti e gli interventi che hanno offerto tanti spunti di riflessione, ha preso il via
con l’esecuzione, con il flauto, del Coro del Nabucco di Giuseppe Verdi da parte del
giovanissimo Maestro Andrea Parisi il momento delle testimonianze, dei racconti e
delle speranze.

Toccante il ricordo di Renza Stabile attraverso le parole di Amadou e di sua moglie
Aisha, arrivati anni fa dal Mali, così come la storia di un giovane padre del Bangladesh,
Paese flagellato dal cambiamento climatico, giunto in Italia nascosto sotto un tir, dopo
aver attraversato la rotta balcanica.

Struggente il racconto di S. che ha lasciato la Striscia di Gaza nel 2013 per sfuggire ad
Hamas e per non finire ucciso per mano dei soldati israeliani e che è stato ospite, tra il
2018 ed il 2019, dello spazio di accoglienza di Casa Santa Rita.

Emozionante la testimonianza di Hamayoun adottato insieme a sua moglie Namro ed
alla loro piccola Muska da un intero quartiere di Dugenta, quello di Santa Maria
Impesole che spera di far arrivare presto qui, con i corridoi umanitari,
dall’Afghanistan, dominata dai talebani, sua mamma e le sue sorelle.

Drammatico il racconto di Vittoria (nome di fantasia), giovane nigeriana vittima di
tratta, costretta a prostituirsi e ad abortire, in Libia, contro la sua volontà, poi
sopravvissuta ad un naufragio nel Mar Mediterraneo;

Contagioso il sorriso pieno di emozione di Ivan, della moglie Olena e delle loro figlie
Emma e Milana, scampati alla guerra in Ucraina.

Dopo la preghiera laica scritta da giovani migranti dell’Africa subsahariana, ed affidata
alla voce del senegalese Oumar e dei volontari del servizio civile universale de l’Agorà,
impegnati nel progetto A.I.S., All Inclusive Society e l’incoraggiamento a Fabien,
minore straniero non accompagnato arrivato in Italia dal Ciad teatro di frequenti
attentati e attacchi terroristici con il sogno di diventare calciatore ed entrato nelle file
dell’ASD Audax Dugenta, le tante suggestioni nelle conclusioni di S.E. Mons.
Giuseppe Mazzafaro.

Il Vescovo, dopo aver sottolineato le innumerevoli ragioni che portano le persone a
migrare, ha posto l’accento sull’importanza del mettersi in ascolto dellaltro, puntando
lattenzione anche sul messaggio di Papa Francesco e sulla bellezza di una Chiesa
sinodale, espressione dellEnciclica Fratelli tutti“.

Laccorato invito finale ai tanti presenti a farsi prossimi e a saper cogliere, nella varietà
degli sguardi e nelle sfumature delle storie, ununica umanità, in cui la diversità è la
ricchezza che ci unisce, perché essere stranieri non ci deve rendere mai estranei.