Verso il 2° Forum Aree Interne, il ramo di mandorlo che vuole fiorire (articolo pubblicato nn. 51/53 del mensile della Diocesi “Voci e Volti”)

di Giovanni Pio Marenna *

I tre webinar formativi per amministratori e operatori sociopolitici delle aree interne, promossi dai vescovi della Metropolia di Benevento nel secondo Forum interprovinciale, sono politica con la P maiuscola e chiesa con la C maiuscola, per suscitare speranza.

Il tessuto economico e produttivo regionale, e ancor di più quello relativo alle aree interne, già fortemente martoriato, ha subito un’ulteriore frenata su crescita e sviluppo in questo anno terribile. Ferite pesanti limitate dalla lungimiranza risparmiatrice delle famiglie. La governance delle aree interne non può non partire dalla piaga della disoccupazione giovanile (al 70% in Campania), della conseguente fuga dal sud (negli ultimi 10 anni la Campania ha perso 54.667 residenti) e delle disuguaglianze e ingiustizie sociali. Non si può che applaudire alla seconda iniziativa formativa dei webinar di accompagnamento al 2° Forum delle Aree Interne per costruire una filiera anzitutto del dialogo, per sviluppare proposte condivise.

Lo spopolamento, un’emorragia gravissima, ha privato di risorse umane, competenze, passione e sogni. Al nostro territorio sono state tolte opportunità. Come ripartire? Perché restare al sud? Anche la Chiesa, in sintonia con istituzioni e parti sociali, deve essere protagonista per costruire una speranza. Da dove ripartire, laddove anche l’immobilismo sociale s’è ulteriormente acuito in quest’ultimo anno, nell’attuale contesto territoriale in cui viviamo? In Campania abbiamo un’età media più giovane rispetto al resto d’Italia (42,5 anni contro i 45,2 della somma totale delle altre regioni): persone dinamiche, altamente competenti con conoscenze specializzate ed esperienziali. Questo prezioso capitale umano va anzitutto valorizzato, come sottolineava il già presidente di Confindustria Benevento Liverini, con una formazione di qualità per cogliere sogni e bisogni, desideri e opportunità per l’intero territorio. Non si può parlare di “grandi opere” se prima non c’è una precisa progettualità a monte che crei lavoro e non profitto dei pochi. Non si può rimanere in silenzio, inoltre, davanti ad una sanità demolita e ad un ambiente devastato. Papa Francesco dice che tutto è connesso. Per formare comunità responsabili occorre ripartire da una mappatura certosina del territorio. L’idea lanciata dall’arcivescovo Accrocca di un progetto interprovinciale e interdiocesano di rete museale e dei beni culturali è ambiziosa, ma non utopistica e impraticabile. E’ trasformare un progetto in un’azione concreta, valorizzando immense ricchezze ricevute. Bellezze culturali, artistiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. Una vocazione territoriale in diretta non virtuale. Occorrono scelte condivise e realizzate da enti locali, imprenditori, parti sociali, università e istituti superiori, e associazioni del terzo settore, per una speranza del nostro territorio. Occorre il clima adatto affinchè il ramo di mandorlo, profetizzato da Geremia, ed evocato come immagine dai vescovi, possa fiorire.

 

* presidente diocesano di Azione Cattolica