Siamo immersi in innumerevoli crisi: da quella sanitaria, a quella ambientale, da quella economica a quella sociale. E, forse, quella che potrebbe essere a monte di tutte è quella politica. Il papa ci sottolinea spesso come siamo non tanto in un’epoca di cambiamenti, ma soprattutto in un cambiamento d’epoca. Nel meraviglioso testo sul rinnovamento degli studi teologici (Veritatis gaudium), siamo sollecitati a studiare la sacra doctrina per trovare una nuova via allo sviluppo e al progresso, per consentire alla nuova umanità di sbocciare, di fiorire, perché ogni persona possa giungere alla sua pienezza. Non è certo l’invito a non pregare o a non rivolgerci direttamente a Dio Padre; è l’invito a comprendere come costruire la vera speranza che ci possa guidare fuori da questo pantano. Abbiamo troppi morti, troppi contagi e poche luci in fondo al tunnel. Il papa ci invita alla speranza nella Fratelli tutti: «Malgrado queste dense ombre […] desidero dare voce a tanti percorsi di speranza. Dio infatti continua a seminare nell’umanità semi di bene. La recente pandemia ci ha permesso di recuperare e apprezzare tanti compagni e compagne di viaggio che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita» (FT 54). Siamo invitati a camminare nella speranza che «ci parla di una realtà che è radicata nel profondo dell’essere umano, indipendentemente dalle circostanze concrete e dai condizionamenti storici in cui vive. Ci parla di una sete, di un’aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore» (FT 55). Gli eventi storici non hanno l’ultima parola sulla nostra vita: esiste sempre la necessità di confrontarci con Dio. Propongo, quindi, di leggere La città di Dio di Agostino, scritta dopo un evento catastrofico (il sacco di Roma): è di grandissimo aiuto per vivere in un mondo che appare al collasso, soprattutto per comprendere le dicotomie che oggi il sociale ci presenta e che papa Francesco considera decisive per iniziare i processi necessari alla nuova umanità. Il capolavoro di Agostino, pietra miliare per le riflessioni di Bergoglio, contribuisce a delineare percorsi di discernimento sul ruolo della Chiesa nel XXI secolo, in anni in cui la religione è tornata a contare nella gestione del potere negli Stati e nella geopolitica internazionale, come in Russia, in Turchia e anche in Italia. Leggere i testi di La città di Dio contribuisce a individuare un nuovo futuro per il nostro mondo, spingendo la Chiesa a uscire e a immergersi nelle pieghe della storia e nelle piaghe dell’umanità, spingendo le persone di buona volontà a cercare la pace che il mondo e la Chiesa, insieme, possono desiderare. Come dice il Concilio, «la Chiesa è insieme società visibile e comunità spirituale, cammina insieme con l’umanità tutta e sperimenta assieme al mondo la medesima sorte terrena» (Gaudium et spes 40), e così offre la salvezza.
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