Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali: Chiesa, quale fede, quale sinodalità, quale incarnazione nel qui e ora?

Carissimi,

dopo questi duri mesi di prova, ora la situazione sta a poco a poco cambiando e c’è tanta voglia di tornare a vivere: ci siamo sentiti ripetere con insistenza da più parti che “niente sarà più come prima”, ma la tentazione di fare come se nulla fosse stato è grande. Il Covid-19 è stato “una lezione traumatica e dolorosissima, ma sarebbe ancora più drammatico e doloroso se non riuscissimo a tenere conto di questa lezione, ricominciando a vivere come prima, come se nulla fosse accaduto” (Massimo Recalcati, Osservatore Romano del 30 aprile 2020). Il Santo Padre Francesco ci ha dato, con sguardo profetico, tante indicazioni. In uno scritto pubblicato su “Vida Nueva” il 17 aprile, in particolare così si esprime:

“Se abbiamo potuto imparare qualcosa in tutto questo tempo, è che nessuno si salva da solo. Le frontiere cadono, i muri crollano e tutti i discorsi integralisti si dissolvono dinanzi a una presenza quasi impercettibile che manifesta la fragilità di cui siamo fatti. (…) È urgente discernere e trovare il battito dello Spirito per dare impulso, insieme ad altri, a dinamiche che possano testimoniare e canalizzare la vita nuova che il Signore vuole generare in questo momento concreto della storia. Questo è il tempo favorevole del Signore, che ci chiede di non conformarci né accontentarci, e tanto meno di giustificarci con logiche sostitutive o palliative, che impediscono di sostenere l’impatto e le gravi conseguenze di ciò che stiamo vivendo. Questo è il tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrici. Lo Spirito, che non si lascia rinchiudere né strumentalizzare con schemi, modalità e strutture fisse o caduche, ci propone di unirci al suo movimento capace di “fare nuove tutte le cose” (Ap 21, 5).

Vogliamo accogliere questo invito a livello personale e associativo, impegnandoci prima di tutto in un cambiamento di sguardo e di mentalità, una conversione insomma, per lasciarci condurre dallo Spirito secondo i sentimenti di Cristo Gesù.  Come direttore insieme al Comitato Direttivo Nazionale ci siamo interrogati molto su come vivere e aiutare a vivere questa responsabilità, che ci coinvolge tutti, a livello personale, associativo, ecclesiale e sociale. Crediamo che non si debba solo “fare” per ricominciare, ma che sia necessario curare che le nostre azioni nascano dall’ “essere” e si esprimano in atteggiamenti e gesti quotidiani, in stili di vita evangelici, che nel silenzio trasformano la storia… Non è questa la funzione del sale, dare sapore, scomparendo?  Desideriamo, dunque, proporre tre atteggiamenti, che possiamo vivere nelle nostre Aggregazioni e con i quali esprimere la nostra responsabilità di cittadini e di cristiani in questo preciso momento storico.

 

Prossimità: nessuno può essere lasciato solo. Impegniamo tutte le nostre energie per ricostruire la relazionalità intorno a noi, a tutti i livelli, e passare dall’individualismo alla fraternità, cominciando dai più vicini.

Essenzialità: in questo periodo ogni Aggregazione ha fatto interessanti scoperte circa ciò che è essenziale e ciò che è superfluo, ciò che veramente conta e ciò che non ha valore. Questa non può restare un’intuizione di un momento, ma è importante che diventi un percorso di cambiamento e impegno personale e associativo, di proposte e collaborazione a livello sociale, culturale e politico, da percorrere insieme come laici associati.

Creatività: non ripetiamo schemi vecchi né ricette del passato, il Papa ce lo ricorda continuamente. Viviamo liturgicamente l’attesa dello Spirito Santo, lasciamoci guidare da Lui per essere la Chiesa che il Signore ha voluto e di cui il mondo ha oggi bisogno.

Vi invitiamo, perciò, a riflettere su questi atteggiamenti, nella vostra realtà di Aggregazione laicale, accogliendo l’invito dello Spirito a dare vita nuova al creato. In questo modo potremo interrogarci, in una prospettiva di futuro, sul nostro modo di essere Chiesa: quale Chiesa, quale fede, quale sinodalità, quale incarnazione nel qui e ora? Il mondo è, infatti, il campo che il Signore ci affida, per coltivarlo e custodirlo, e non possiamo accontentarci di una fede di “sagrestia”. Siamo Chiesa in uscita e dobbiamo avere il coraggio di sporcarci le mani, perché la società sia sempre più secondo il sogno di Dio.

Vi sarò grado se vorrete inviare le vostre riflessioni alla segretaria, entro il 21 giugno p.v., a questo indirizzo telematico annunciatafusco@virgilio.it, in modo da poter comunicare una sintesi alla Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali.

Siamo aperti a tutti i vostri possibili suggerimenti in merito e ve ne ringraziamo fin d’ora.

Il Direttore e l’équipe