Azione Cattolica diocesana, riscoprendo il “fare comunione” che parte dall’Eucarestia

Da domani giovedì 11 giugno sulla pagina fb dell’Ac tre video in vista del Corpus Domini.

Il non poter ricevere l’Eucarestia, per un lungo periodo, forse è stato anche un tempo benedetto per la nostra vita di credenti. Per farci riscoprire la sua reale importanza nella nostra quotidianità, il suo concreto significato nella nostra vita, che va decisamente ben oltre il momento di riceverla durante le celebrazioni eucaristiche. Da questa considerazione, l’Azione Cattolica diocesana ha pensato di proporre tre appuntamenti video sul significato del celebrare l’Eucarestia oggi sulla propria pagina fb, giovedì 11, venerdì 12 e sabato 13 giugno, in vista e in preparazione al Corpus Domini di domenica prossima 14 giugno.

Spezzare quel pane è accorgersi della presenza del Signore nell’umanità, attraverso gesti e azioni concrete che dovremmo trasmettere. Per uscire anche un po’ da quella pretesa d’intendere l’Eucarestia solo come un fatto privato o, peggio ancora, come un incontro solo per i meritevoli e i perfetti. Spezzare quel pane, come testimonianza del Signore, parte senza dubbio da quell’ultima cena. Il dono del pane spezzato ci deve spingere a lasciarci abitare da quella Presenza per abitare davvero, con e verso gli altri, quel “lo avete fatto a me”. E’, infatti, la comunione che da essa scaturisce e che vuole farsi cibo concreto per il volto di ogni fratello che incontriamo, che viene condotta per le strade del mondo che vogliamo abitare. Dalla comunione le tre parole-chiave di cui si faranno carico i settori diocesani per i brevi momenti di spiritualità su cui riflettere: Comunione come dono (fraternità); Comunione come frutto (solidarietà); Comunione come compito (missione)

Le “vie” della fedeltà al Vangelo partono proprio da Cristo pane spezzato che “vive per”. E il “vivere per”, che viene proprio dall’Eucarestia, ci provoca, ci ama, ci chiama a non restare comodi alla finestra con un cristianesimo tiepido di facciata. Il volto dell’altro, attraverso la comunione, sia sempre un volto da scoprire, da contemplare, da accarezzare. Perché ogni volto, infatti, è un dono con cui condividere gioie e dolori, progetti e speranze.