Primo incontro dell’anno per i giovani dell’Ac di Melizzano, cercando con gioia il mondo alla rovescia che Gesù ci presenta

Ac Giovani Melizzano 1

Una volta Cesare Pavese disse: “L’unica gioia al mondo è cominciare”. Quale pensiero più adatto di questo per descrivere il primo incontro del nostro nuovo anno associativo di Azione Cattolica? La parola chiave del 20 novembre era “GIOIA”, ma cos’è la gioia? Per noi è felicità, è sorriso, è stare bene con se stessi e con gli altri e molto altro ancora.

Quando sei giovane aspiri costantemente alla gioia, la ricerchi ovunque, spesso nei posti sbagliati, ti sembra lontana, magari anche impossibile da raggiungere e se sei fortunato a trovarla capisci che in realtà non ti basta, che vuoi molto di più. Eppure questa non è gioia, ma felicità: due concetti che, come ci ricordava Don Raffaele, vengono spesso confusi, usati indifferentemente l’uno dall’altro, ma molto diversi tra loro. La felicità è un attimo, è prendere un bel voto a scuola, raggiungere successi sul piano lavorativo, ma anche personale, passare del tempo con gli amici, la famiglia, le persone che si amano. Con gli anni siamo giunti persino a dare delle caratteristiche a tale sentimento: la gratuità, la durevolezza e così via, il che è molto simile all’idea di gioia.

Cosa le differenzia, dunque? La ricerca. L’uomo ha il DIRITTO di cercare la felicità nelle coseAc Giovani Melizzano 2 Gioia che sono esterne rispetto a lui, mentre ha il DOVERE di trovare la gioia che è dentro di lui. “Dovere” perché ognuno deve dare il massimo, fare il massimo per stare bene. Il premio Nobel per la letteratura Tagore a tal proposito diceva: “Perché cerchi la gioia fuori da te, non sai che la puoi trovare solo nel tuo cuore?”. Dire “cominciare è gioia” significa porre le basi di un percorso, un viaggio riportabile anche all’anno che ci stiamo preparando ad affrontare, un anno fatto di alti e bassi, di momenti di crescita personale e collettiva, di attimi belli e brutti. Già! Quegli attimi che ci hanno accompagnato e che lo fanno tuttora anche all’interno del nostro paese ed è per questo che ognuno di noi ha posto uno smile triste o sorridente su un luogo, segnato su una mappa di Melizzano, che gli ha lasciato un’esperienza rispettivamente positiva o negativa, ma che indipendentemente dalla sua natura ci ha resi chi siamo: forti, anticonformisti, indipendenti, con tanto amore da dare, voglia di fare. Eh già, perché noi siamo i millennials, la generazione degli smartphone, di Facebook, di Snapchat, di MTV, degli hashtag, dei selfie, siamo quelli senza speranza nel futuro, quelli che se sentono il vangelo delle Beatitudini restano perplessi, senza riuscire a comprendere che il mondo alla rovescia che Gesù ci presenta in questo contesto è proprio quello che cerchiamo noi. Siamo quelli a cui è stato tolto tanto, quelli che provano a colmare questo vuoto con la ricerca di quella famosa gioia. A questo punto credo di essere in grado di poter dare una definizione alla regina delle emozioni: il mattone mancante, quel pezzettino di Lego che completa il castello al quale sto lavorando da ore, la scena indispensabile alla trama del film. Troveremo mai la gioia? Lo spero vivamente. Magari arriverà qualcosa, forse qualcuno, che ci indurrà a cercare dentro di noi ed è allora che scaveremo e scaveremo e scaveremo ancora fino a che non la raggiungeremo e avremo davvero cominciato a vivere a pieno la vita.

Marika Mancino