Ac Melizzano, quel piatto della vita da condire con gioia, coscienza ed impegno

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“Abbiate il coraggio di guardare in faccia alla realtà, di vivere le emozioni così come si presentano, di cogliere ogni attimo, di non celarvi dietro un “non ce la faccio” o un banalissimo “ho qualcosa di più importante da fare”, di esserci, di vivere la vita come se fosse il più bell’impegno da portare a termine, ogni giorno, ogni ora, ogni istante.” Queste parole, quasi sussurrate su una base povera di note ma ricca di pensieri, sono state capaci di far calare il silenzio in una gelida stanza piena di adolescenti con le menti perse chissà dove, di farci riflettere sulla settimana appena trascorsa e di farcela rivedere sotto una luce completamente nuova, di farci concludere, con un paio di parole e qualche linea impresse su un foglio basato su una parola tanto banale da costituire la nostra intera vita: impegno.

Ebbene sì, questa nuovo anno di AC inizia proprio da questo piatto condito con un po’ di gioia, un pizzico di dovere e qualche grammo di buona coscienza che si traduce in un impegno. Quante volte in una giornata ci capita di sentire questa parola, di rinfacciarla agli altri che non le danno il peso che, ai nostri occhi, merita, di viverla, a volte, con tanta noia e poca voglia di fare quando è rivolta a noi. Ma se ci fermassimo un attimo a riflettere su quale significato assume per noi questa parola, a cercare di capire come la affrontiamo le mille volte al giorno in cui ce la ritroviamo davanti, probabilmente trovare una risposta non sarebbe facile. Tuttavia, è quello che ci è stato chiesto di fare nell’incontro dello scorso 16 gennaio, relativo a questa tematica, proprio a noi giovani che, si sa, con gli impegni non andiamo proprio d’accordo! Eppure dal confronto è emersa una visione dell’impegno complessiva e straordinaria per essere partita da un gruppo di adolescenti: una volta preso, un impegno va portato a termine, ci piaccia o meno, e deve essere portato a compimento con tutta la gioia e la volontà di cui siamo capaci, altrimenti diventa solo un’inutile fardello che grava sulle nostre spalle. Ma parlare è fin troppo facile, perfino per un incontro di Ac, e quindi per questa settimana un bel compito a casa, nemmeno troppo difficile, in realtà: scattarci una foto o registrare un video mentre portavamo a compimento l’impegno per noi più bello della settimana, corredarlo con gli hashtag appropriati e con una giusta colonna sonora. Rivedere tutti insieme quei momenti e sentirne la descrizione da ognuno è stato il punto di partenza del nostro secondo incontro svoltosi il 22 gennaio 2017, che ci ha visti coinvolti in un’ulteriore attività di riflessione basata su due domande principali: qual è l’impegno più bello che hai/vorresti avere nella tua vita?; come si concretizza il tuo impegno nell’Azione Cattolica? Nessuno di noi si aspettava che fosse così difficile rispondere a delle domande in apparenza tanto banali, che non ci sarebbero bastati i cinque minuti concessici per riuscire a riassumere i nostri scarsissimi pensieri nelle due sole parole richieste. L’utilità di questa attività? Farci capire quanto sia complesso, a volte, passare dalle parole ai fatti, riuscire a dare una forma personale e ben definita a una partecipazione spesso aleatoria, pensare a tutto quello che facciamo come a una cosa bellissima, perché in tutte le sfide che affrontiamo quotidianamente mettiamo un frammento di noi, una parte del nostro tempo che non riavremo mai più indietro. Se un impegno, una volta preso, va davvero portato a termine, allora tanto vale viverlo come un qualcosa di positivo, un qualcosa che ci aiuterà a crescere, a cambiare, che, probabilmente, giocherà una parte importante nelle persone che saremo; vale la pena metterci tutta la gioia e la serenità di cui siamo capaci e sentire ogni responsabilità come un pezzo del puzzle della nostra vita, un pezzo piccolo e facilmente sostituibile magari, ma senza il quale sarebbe tutta un’altra storia.

Serena Di Sarli