“La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana; riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato”. Sono queste le parole di papa Francesco che hanno fatto da comune denominatore all’iniziativa del settore Adulti diocesano di Azione Cattolica, svoltosi lo scorso venerdì 13 gennaio presso l’enoteca comunale di Castelvenere. Un appuntamento tematico, quello di “Percorsi SottoSopra….racconti tra arte e vino”, un percorso con una modalità che si discostava dai classici e consueti incontri e che puntava a cogliere aspetti più vari della nostra realtà comunitaria e territoriale.
La serata si è aperta con la lettura del brano del Vangelo sulle Nozze di Cana, con un’attenta riflessione del parroco di Castelvenere don Mimmo De Santis, e poi con il passaggio alla presentazione da parte del presidente dell’Ac di Castelvenere Loredana Giamei e alla degustazione del primo dei due vini “la Barbera” (il secondo era un Moscato). Una scelta quasi obbligata visto il legame forte che lega la Barbera al territorio castelvenerese. Il giornalista Pasquale Carlo, collaboratore della guida Slow Wine di Slow Food e resp. Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini, ci ha tenuto a evidenziare le differenze di forma, colore, e aroma del nostro vino rispetto alla cugina piemontese ben più nota. Carlo ha sottolineato come il sacrificio di preservare nel tempo questo vitigno da parte di tutti i produttori locali, sia stata una scelta di cuore più che di possibilità economiche concrete. Insomma “la Barbera” può essere inteso come vino della festa, facilmente accostabile alla cucina campana della tradizione.
Il vino inebria quanto un’opera d’arte ben fatta, e grazie alla bella spiegazione di Antonio Iadonisi, insegnante di Storia dell’Arte del Liceo Classico L. Sodo di Cerreto Sannita, ci siamo ritrovati proprio all’interno dell’opera “Le nozze di Cana” di Paolo Caliari detto il Veronese. La composizione pittorica risplende per la perfezione di particolari, pose, scorci prospettiche ed ambientazioni architettoniche ricercate. Tutto è dipinto con perizia ed attenzione, è l’esaltazione della festa. Gli sposi da attori principali appaiono soggetti marginali mentre a padroneggiare la scena troviamo Cristo e al suo fianco la Madonna i poveri i servitori e i musicisti. Un’opera complessa ricca di dettagli e strettamente legata alla parola del Vangelo. La serata prosegue con la degustazione del secondo vino, un moscato dalla fragranza fruttata che viene accompagnato dalla classica “pastarella della sposa” un dolce prodotto in loco e che ben si accosta alla tematica della serata. Temi che si intrecciano in un miscuglio di arte, musica, vino e amore. E’ proprio l’ebrezza dell’amore l’argomento centrale del secondo quadro presentato da Nina Lavorgna. Un’opera contemporanea di Marc Chagall intitolato “La Passeggiata” realizzato a San Pietroburgo nel 1918. Il quadro appare fantasioso, fiabesco, frizzante, ma cela un ringraziamento a Dio per il dono della vita e dell’amore. Le scelte cromatiche esaltano lo stato d’animo del protagonista Chagall, si passa dal verde bile simbolo di sofferenza e turbamento a causa della prima guerra mondiale, al rosa intenso e rosso acceso per esaltare la gioia, la fede e l’amore.
Tutti gli interventi della serata sono stati accompagnati dal trio Nausicaa, (violino Laura Limma, violino Eleonora Fonso, violoncello Ester Ferrucci), tre giovani musiciste iscritte al Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento e membri dell’Orchestra “Ars Nova Laurentii”.
Una serata che ci ha inebriato i sensi, erudito sulle bellezze uniche del nostro territorio da guardare, ascoltare e degustare, arricchito l’animo. Una serata che ha avuto come denominatore lo stupore, così come vorremmo che fosse l’esperienza formativa dei cammini di fede. Una serata che ci ha spinti a riflettere sulle ricchezze di ognuno di noi e sul valore aggiunto da attribuire alle diversità.