Esperienze nei campi nazionali di Ac, “guarda bene!” per vivere il Vangelo “sottosopra” colorando di cielo le nostre giornate

campo nazionale Giovani 3

Quattro le diverse esperienze vissute come Giovanissimi, Giovani ed Adulti di Azione Cattolica ai campiscuola nazionali estivi. Esperienze altamente formative che vanno ad aggiungere altri fondamentali tasselli per la costruzione della nostra casa sulla roccia. Esperienze che hanno reso ancora più vivo e bello il nostro cammino, a partire dalla storia di ciascuno di noi. Esperienze che ci indicano e che ci portano a vivere il nostro tempo con le mani tese, gli orecchi attenti ed il cuore spalancato per impastare la nostra vita con quella delle persone che incontriamo proprio per continuare a costruire, a partecipare, a dare l’esempio, a vivere la gioia del Vangelo ed a trasmetterlo. Esperienze che sono cammini gener-attivi che continuano…

SOTTOSOPRA
Il modulo formativo Adulti svoltosi nella splendida città di Matera, designata Capitale Europea della Cultura per il 2019, ha invitato a vivere il proprio percorso “sottosopra” alla luce del Vangelo. Solo accettando fino in fondo quella che, per le logiche con cui si ragiona in questo mondo dove sono il profitto, gli opportunismi, le apparenze, le indifferenze e i perbenismi a farla da padrone, è la paradossalità dell’esperienza cristiana, cioè mettendola in pratica nel concreto, è possibile essere testimoni credibili. Solo attraverso un cambiamento di prospettiva che passa per il vivere fino in fondo le beatitudini, è possibile per un laico Adulto trasformare la propria vita e provare a trasformare la stessa realtà che sta vivendo. Vivere il Vangelo sottosopra significa allora capovolgere tutte le logiche di una realtà . Non possiamo separare la parola di Dio dalla realtà in cui viviamo, non provando a metterla in pratica. Il segreto del cammino è nello sguardo che abbiamo, è nello sguardo con cui accompagniamo, è nello sguardo con cui attraversiamo i volti delle persone, le loro ferite, i loro sogni. Da questo sguardo di speranza e di tenerezza che abbiamo, possiamo capire che sono proprio gli ultimi, sono proprio coloro che vivono situazioni di fragilità e di debolezza, che ci fanno capire che Dio ci vuole bene. Sono loro che fanno da tramite tra Dio e noi. Da questo sguardo che abbiamo sul tempo che stiamo vivendo, possiamo vedere i tanti semi di bene sparsi e promuovere quelli che attendono di essere scoperti, rivelati, promossi e incoraggiati. Ci siamo lasciati mettere “sottosopra” dagli interventi dei due vice Adulti Maria Grazia e Giuseppe, dall’assistente Adulti don Emilio, dalla relazione della prof.ssa Alessandra Augelli dell’Università del Sacro Cuore di Milano, dai laboratori esperienziali e simul(attivi) dove ci siamo raccontati la nostra storia di formazione, dalla parola spezzata sulle beatitudini dell’assistente unitario della Diocesi di Matera-Irsina don Angelo Gioia, dal fare deserto nella città per le strade di Matera. Metterci “Sottosopra” è dare la propria testimonianza, guardando al cielo e rimanendo con i piedi per terra. Metterci “Sottosopra” è l’essenza stessa del Vangelo. Metterci “Sottosopra” è un andare attra(verso) la storia e le storie che viviamo quotidianamente, guardandole direttamente negli occhi.

GUARDA BENE!
E a proposito di “guardare”, proprio “Guarda bene!” è stato il nome del campo nazionale di Azione campo nazionale Giovani 1Cattolica 2016 organizzato dal Settore Giovani dal 6 al 10 agosto a Seveso nella diocesi di Monza-Brianza. “Guarda bene” inteso come il soffermarsi sulle cose quotidiane, sulla vita degli altri senza essere superficiali nel farlo e “guarda (il) bene”, cioè essere sempre alla ricerca, anche se difficile, di un seme di bene nei “terreni” più aridi e complicati.
Il campo nazionale è stato tante cose: sorpresa, testimonianza, scoperta, entusiasmo, ricchezza, rete, conoscenza, incontro… ma soprattutto è stato meraviglia; un po’ come guardare un tramonto e riscoprirsi piccoli di fonte alla grande emozione che accelera il battito cardiaco e ti bagna gli occhi. Una tavolozza ricolma di colori pronti a mescolarsi tra loro per dipingere la tela bianca della vita… occhi dentro occhi, mani dentro mani, cuore dentro cuore.
Esperienze del genere non si esauriscono nel giro di qualche giorno bensì diventano parte del tutto, un tutto vissuto in pienezza, una pienezza che solo grazie a ciò che Lui ha pensato può diventare sorgente viva per gli altri. Sono tutte immagini indelebili che si trasformano in sospiri di felicità.
E allora bisogna portare a casa la coppa vinta nella partita di calcetto dal Settore Giovani contro il Msac con la consapevolezza che in essa possiamo attingere sempre, come in un calice che trabocca di ebbrezza, il bene che sboccia nell’incontro con Lui attraverso l’altro. E non bisogna mai dimenticare che, come dice il presidente nazionale Matteo Truffelli, “le relazioni sono stomaco, cuore, cervello”.

MILLE VOLTE ANCORA!

Ogni campo, ogni esperienza in Ac lascia dentro qualcosa: un’emozione, un messaggio, un’idea nuova a cui magari non avresti mai pensato. Questo campo, l’ultimo del triennio, ha lasciato nei msacchini una certezza: che mille volte ancora (questo era il titolo del campo) gli studenti credono nella scuola. Una scuola che non è perfetta, lo sappiamo, ma comunque una scuola che possiamo migliorare, in cui vogliamo abitare e in cui ci sta a cuore il bene di ciascuno dei nostri compagni di classe. E mille volte ancora scegliamo di credere nel MSAC, mille volte ancora rinnoveremmo il nostro sì e rifaremmo questo percorso perché il MSAC cambia la vita delle persone così come ha cambiato la nostra. Questa esperienza ha dato la giusta carica per prepararci ai congressi che porteranno al rinnovo delle responsabilità e per metterci in gioco, consapevoli che ciò che facciamo a scuola, lo viviamo per quel fine onesto di cui scriveva Don Milani insieme agli studenti di Barbiana: dedicarsi al prossimo.

CIRCONDATI DI GIOIA

campo nazionale Acr 2Dalle relazioni autentiche che nascono dall’incontro con gli altri ai tre verbi che papa Francesco ha voluto donarci, “rimanere, andare, gioire”. L’Acr ha voluto chiudere questo triennio, affidandosi a quest’ultimo verbo. “Circondati di Gioia” è infatti lo slogan del nuovo anno, presentato in anteprima a Lecce, in occasione del campo nazionale, tenutosi la prima settimana di agosto. Un tema che porta i bambini, ma anche gli educatori, ad analizzare i propri sentimenti, a fare i conti con le emozioni condivise e, attraverso l’ambientazione del circo, a mettersi un po’ in ridicolo, in maniera autoironica.
Attraverso l’analisi di alcuni passi dell’Evangelii Gaudium e del progetto formativo “Sentieri di speranza”, responsabili ed educatori di tutta Italia sono stati chiamati ad essere portatori della gioia di Cristo, mettendo in gioco sé stessi in una responsabilità che non si accetta quando si è pronti, ma quando si è chiamati. Guidati dalla responsabile Anna Teresa Borrelli, dall’assistente don Marco Ghiazza e dagli amici dell’ufficio centrale, abbiamo ripercorso gli ultimi tre anni di servizio donato all’Ac, pronti a progettare “cose grandi” per i più piccoli dell’associazione.
Non sono mancate le lacrime, soprattutto durante la celebrazione della prima sera, officiata nel ricordo di mons. Mansueto Bianchi, assistente generale di Ac, venuto a mancare il giorno prima dell’inizio del campo. A lui, nei giorni di lavori e laboratori, abbiamo dedicato i nostri sforzi, con la promessa di adempiere sempre alla sua ultima richiesta: “Colorate di cielo le vostre giornate!”.

Pietro Festa, Gianluca Nunziante, Lia Salomone e Giovanni Pio Marenna