Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria

Cerreto Sannita (BN)
15-08-2022

Oggi celebriamo la Pasqua di Maria, che è Assunta in cielo, presa in braccio, accolta in anima e corpo dal Figlio che ha generato! Chi accoglie è accolto. Chi ama è amato. L’Assunzione è un  mistero che ci dice qual è la nostra destinazione: ossia essere assunti con il nostro corpo risorto nel cielo di Dio. Maria, la prima che ha creduto alla Parola del Signore, è la prima a entrare nel cielo di Dio con il suo corpo.

Con la pandemia, con la guerra alle nostre porte, come il drago che minaccia la vita di Maria e del bambino, abbiamo sperimentato tutti, davvero tutti, la forza del male che ci rende un nulla, che ci spoglia di tutto, che ci isola dagli altri tanto che non sappiamo più chi siamo. Stiamo attenti a non farci  complici del male, dimenticando la sofferenza o facendoci semplicemente “gli affari nostri”!

Maria ci aiuta a non avere paura di dire sì alla vita, a quel dono che è sempre e per tutti dono di Dio, dal suo inizio alla sua fine, vita che è nostra ma che è sua, che è nostra ma è del prossimo perché solo donandola troviamo vita e ne capiamo il suo senso. Ecco, oggi siamo assunti anche noi, nel senso che il Signore ci porta in alto, ci solleva dalla nostra miseria con l’unica forza di Dio che è farci sentire amati da Lui amati e quindi liberi. La cultura moderna ci ha resi gelosi della nostra libertà di vivere: e persino di morire. Ma siamo anche diventati molto rassegnati agli orizzonti piccoli della vita. Possiamo chiamarlo disincanto. Di fatto, da quando abbiamo abbassato il cielo dei nostri desideri restringendolo all’orizzonte del nostro io, anche la terra ci sembra più avara di soddisfazioni e di i entusiasmi. A ragione si parla di passioni tristi.

Ma oggi è la festa della terra e del cielo che si uniscono. La gioia di un cielo abitato e non vuoto; familiare e non estraneo alla nostra vita. Il cielo è la gioia piena. Quando diciamo: ho toccato il cielo con le dita diciamo di una gioia grande che stiamo vivendo. Il cielo allora con Maria è anche casa nostra. Ne abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di sentirci accolti e amati da Maria. Tutti noi spesso siamo smarriti, deboli; a volte confusi, presi da tante agitazioni e l’amore di Maria ci fa sentire forti perché amati. Quando non si è di nessuno ci si sente persi. Tutti noi, abbiamo bisogno di qualcuno che ci aspetta, per cui siamo importanti, che ci ascolta e  che ha tempo per noi, che ci vuole bene così come siamo, che ci prende sul serio, che ci ama. Nella pandemia abbiamo capito che  tutti hanno bisogno di essere amati e protetti. Quanto è vero che serve fare agli altri quello che vogliamo sia fatto a noi. Con il “sì” di Maria a divenire la madre del Figlio cielo e terra si incontrano. E questo avviene anche con il nostro sì a farlo nascere e crescere in noi.

Allora la festa di oggi è speranza per gli umili che si lasciano sollevare, cioè diventare grandi nell’amore perché dicono di sì, come Maria.
Assunzione significa sollevare, prendere con sé. Maria ha preso con sé la vita di Gesù e viene presa da Lui. Elisabetta dice di lei: “Beata Colei che creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.

Beata cioè Colei che ha creduto nell’impossibile; beata Colei che ha creduto che il bene può vincere, che il drago può essere sconfitto; beata Colei che ha creduto che “nulla è impossibile a Dio”, che a Dio tutto è possibile. Perché questa è la fede, cari amici. In fin dei conti, questo significa credere; significa credere che “nulla è impossibile a Dio”; l’impossibile può avvenire, può realizzarsi perché “nulla è impossibile a Dio”. E Maria ha creduto nell’impossibile, ha avuto speranza, ha sperato contro ogni speranza. Perciò può esultare e cantare: “L’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore”. Maria canta, esulta di gioia perché sa che Dio “rovescia i potenti dai troni, innalza gli umili, rimanda i ricchi a mani vuote”, e invece “riempie di beni gli affamati”. Lei esalta questo Dio che rovescia le situazioni del mondo perché Lui lo può fare, l’ha fatto in Gesù. Maria ha donato tutta se stessa al Signore riceve in dono la vita tutta , la vita piena, la vita in cielo. Cerchiamo il cielo; non accontentiamoci della terra pensando che la vita sia tutta qui. Siamo fatti per il cielo. Il cielo è nel nostro desiderio di vita, di amore, di pienezza, di futuro, che ci fa, in tanti modi, cercare il cielo. Il cielo è  il nostro presente ed è anche il nostro futuro.

L’uomo che cerca il cielo non è un uomo astratto ma è un vero uomo della terra; resta uomo anche quando il mondo rende insensibili, indifferenti; l’uomo che cerca il cielo resta uomo anche in una terra di tanti lupi, piena di pezzi di guerre. L’uomo che cerca il cielo non si lascia intimorire dai tanti draghi che nella vita vengono a rubare Gesù, a toglierci la pace, la speranza , a raffreddare l’amore. Purtroppo questa ricerca del cielo  è tante volte oscurata, soffocata e frenata: oscurata dal clima di violenza, soffocata dalle guerre e dalle ingiustizie. È facile rassegnarsi al presente. Quante volte sentiamo dire: non si può fare nulla! Il mondo è andato sempre così! Lasciamoci innalzare . Ma per farci innalzare dal Signore dobbiamo essere umili, abbassarci sulla nostra povertà e soprattutto sulla debolezza del prossimo. Chi si abbassa ad aiutare i piccoli, il povero viene sollevato dal Signore! E ci abbassiamo con la preghiera e con la misericordia. In queste due cose c’è tutta la forza di Dio che porta in alto, che assume la nostra fragilità. Questa è la forza di Maria, donna umile che proprio per questo canta il Magnificat, la gioia che solo i poveri di spirito possono trovare. I grandi, i superbi, gli eterni indecisi, chi vive banalmente per se stesso, non sono “assunti”, non sono sollevati, perché lo fanno da soli e rimangono quello che sono. Solo l’amore solleva e Dio è amore che ci porta in alto.
L’amore di Dio chiede amore. L’amore è lotta, come quello della donna e il drago. Maria non lo ignora, combatte, difende Gesù. Solo chi dona e chi si dona vede il cielo.
“La donna incinta partorisce il Figlio maschio”. Il drago cerca di rapirlo ma non ci riesce, perché il Bambino viene portato in un luogo sicuro e la donna viene portata lontano; il drago la insegue ma non riuscirà a prendere la donna e non riuscirà rapire il Bambino, non riuscirà a uccidere la speranza di un popolo, la speranza che il bene vince, che la pace è possibile, che l’amore non è una illusione.

Perciò gioiamo in questo giorno, Pasqua dell’estate, perché in Maria Assunta in Cielo noi vediamo la conferma della nostra speranza, noi vediamo che Lei, insieme con Gesù, ha vinto ed è un segno di consolazione, di sicura speranza per noi che siamo ancora in questo duello tra vita e morte, tra bene e male. Il nostro Paese – il mondo – ha sempre più bisogno di grandi visioni e di uomini e donne umili che se ne lasciano appassionare e non hanno paura di donare la vita per trovarla. E per questo noi gioiamo con Lei, ma Le chiediamo di intercedere per noi perché impariamo a vivere non più per noi stessi per  colui che ci ha donato la vita.

E così sia.

† Giuseppe, vescovo