Lettera del Vescovo per l’inizio dell’Anno Scolastico 2020-21

14-09-2020

Carissima Denise,

oggi ho attraversato un campo che un incendio qualche settimana fa ha ridotto in cenere: una immensa distesa di nero che rattrista il cuore. Eppure, ad un tratto, scorgo qualcosa di nuovo, di inaspettato: aguzzo lo sguardo e distinguo le prime timide foglioline verdi sparse qua e là, pronte ad annunciare la speranza della rinascita e della ripartenza.

Sì, mi son detto, tra pochi giorni sarà nuovamente una esplosione di verde e di colore.

Ho pensato allora a te, ai tuoi compagni, ai tuoi insegnanti, ai tuoi genitori, al deserto di relazioni nel quale l’impensato tempo del Covid ti ha costretto, vi ha costretti, a vivere buona parte dello scorso anno scolastico.

Nonostante le difficoltà e i mille dubbi che questo strano e desolato periodo ha suscitato in voi, in tutti noi, settembre è arrivato puntuale e il ritorno a scuola ormai è imminente.

Penso alle tue domande, alla tua paura nel tornare in un posto noto eppure diventato quasi sconosciuto, alla tua voglia di tornare tra quei banchi, insieme ai tuoi amici, ai tuoi insegnanti: le lezioni sulle piattaforme online ti hanno fatto apprezzare e rimpiangere anche i momenti di conflitto con loro!

Penso anche a loro, ai tuoi professori, che hanno dovuto reinventare un modo nuovo di starvi accanto, di farvi crescere in sapere e conoscenza, nonostante la distanza e di come anch’essi hanno rimpianto la fatica di gestire la vivacità della vostra presenza non sempre in linea con le regole della scuola.

Tutti insieme, dietro quello schermo, avete fatto esperienza del limite, della mancanza, della privazione. L’altro era lì, dall’altra parte, in una realtà virtuale che ha fatto desiderare la sua presenza reale, valorizzare l’inviolabilità delle relazioni, dello stare insieme, del condividere il gioco, il sapere, il pane, la convivialità.

La tua scuola sta per riaprire le porte con incertezze, dubbi e perplessità: rinnovati banchi, protocolli inusuali, distanze, mascherine, igienizzanti… e nuove paure ma… varcherai quella soglia con il tuo carico di sogni e con quel desiderio che ti pervade da sempre, ogni giorno in cui vai spensierata incontro a compagni, amici e prof per ritrovarti, rivestirti da studentessa e scoprire nell’altro la tua stessa emozione. Oggi, più che mai, questa emozione è forte… tocca corde profonde del tuo essere per la lunga percezione di vuoto della presenza dell’altro, ma è proprio per questo che è sacra.

Come è diverso questo rientro da quello degli altri anni!

Ti auguro di trovare, al di là di quella soglia, adulti disposti ad accoglierti con le tue fragilità e le tue risorse infinite. Capaci di starti accanto, di capire i tuoi bisogni, di darti il tempo dell’ascolto e lo spazio del racconto.

Sì, è questa la scuola che immagino: un laboratorio dove si insegni ad imparare, dove le conoscenze di storia o di geografia siano strumenti che aiutino a percorrere le strade della vita vera, a porre quesiti con vivace curiosità mai stanca ai quali saper rispondere grazie al senso della cooperazione. E star bene in quel laboratorio e abitarlo… e aver voglia di viverlo ancora, perché lì ci sono volti e storie. Li, in quello spazio, si intersecano vite che sognano, che sperano, che gridano, che si sacrificano per la loro libertà di pensiero che è frescura per l’anima.

Una scuola per tutti, che sappia come accogliere, aperta all’avventura del sapere, senza barriere architettoniche e pregiudizi, libera dalle frustrazioni, perché testarda nell’attendere e rispettare il tempo dei più deboli. Una scuola dove nessuno venga lasciato indietro, da solo.

Una scuola che fa credito ai ragazzi fino a “barare” e guardarli con occhi che sanno sognare perché un “uomo cresce solo se sognato”. E tu hai bisogno di essere sognata nel cuore di chi ti sta di fronte per poter spiccare il volo.

Una scuola che sappia agire il coraggio delle limitazioni, che sappia stimolare la nostalgia della prossimità, che sappia educare all’uso della mascherina e al contempo sia capace di instillare in ciascuno il desiderio di toglierla per stare alla presenza dell’altro con sguardo autentico e cuore aperto. Aperto alle possibilità della vita rinnovata, capace di dare ossigeno ai sogni e promessa di un futuro più percorribile.

In questo nuovo anno, imparerai cose nuove ma, soprattutto, capirai lo stare sulla soglia dell’altro: non lo puoi toccare, non puoi invadere il suo spazio, sarai costretta a mantenere una certa “distanza di sicurezza”. Può sembrare un limite troppo faticoso per i ragazzi della tua età, abituati ad una relazionalità fatta di corporeità, di baci, di abbracci e di carezze. Eppure, da questa esperienza del limite, potrai riscoprire la bellezza dello sguardo, riconoscere la sacralità del volto, stare davanti all’altro con rispetto e fiducia.

Allora… occhi contro occhi, volto di fronte ad altri volti, vivi con pienezza questo nuovo tempo, cara Denise, abita con curiosità la novità dello spazio intorno a te… mettiti in ascolto e osserva con attenzione, per accogliere la meraviglia che il nuovo tempo scolastico sta già preparando per te.

In egual misura, auguro ai tuoi docenti, se non ci fossero non si saprebbe come inventarli, di essere fedeli a se stessi, alla loro missione. Perché è di questo che si tratta. Una missione complessa perché spesso fungono da amici, da genitori, da fratelli ai loro studenti, in situazioni oggettive non sempre favorevoli. Si formano, studiano, si approcciano a nuove tecniche didattiche sempre con entusiasmo per non perdere di vista chi sta loro a cuore: i ragazzi, specialmente i più deboli.

Essi, tutti, sono modelli per voi studenti perciò auspico loro di non scoraggiarsi mai, di lottare con forza, con costante professionalità e responsabilità, per non essere solo insegnanti ma continuare ad essere educatori, coraggiosi maestri di vita come hanno dimostrato finora e specialmente durante il lockdown, in quell’eternamente fresco laboratorio che sa di buono, sa di aria pulita, sa di speranza, di cui tanto abbiamo bisogno.

Ogni piccolo passo con i ragazzi, con le loro famiglie, si trasformerà in qualcosa di grande… in fiducia, in rispetto, in creatività, in sano interesse, in benessere… e sarà una benedizione per ogni singolo studente.

Mettiti in gioco, Denise!

È un tempo “strano” che ha bisogno anche di te per diventare un tempo “bello”, un tempo “pieno di vita”, un tempo di rinascita e di nuova fioritura.

Buon inizio.

† don Mimmo, tuo vescovo