Festa di San Michele Arcangelo

29-09-2021

Care sorelle e fratelli,

celebriamo la Solennità di San Michele e con lui degli arcangeli Gabriele e Raffaele. Michele (“Chi è come Dio?”), Gabriele (“Forza di Dio”) messaggero di Dio che annunzia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista e a Maria quella di Gesù. Raffaele (“Dio ha guarito”), accompagna e custodisce Tobia nelle peripezie del suo viaggio e gli guarisce il padre cieco. Nella tradizione popolare, San Michele è considerato il difensore del popolo di Dio e il vincitore nella lotta del bene contro il male, principe delle milizie celesti.  C’è infatti una lotta del bene contro il male, nel mondo, nella nostra vita, in ogni tempo. .
Per questa virtù guerriera e difensiva, San Michele è stato proclamato patrono e protettore della Polizia di Stato da papa Pio XII il 29 settembre 1949 in omaggio alla “lotta” che il poliziotto combatte tutti i giorni al servizio dei cittadini e per tutelare e proteggere l’ordine pubblico, l’incolumità delle persone.

Cari amici, la vita non è solo quello che noi possiamo toccare, vedere o quello di cui possiamo fare esperienza. C’è infatti una realtà invisibile, impalpabile ma non meno concreta di quella del mondo in cui viviamo. È la realtà spirituale del Regno dei cieli, è la realtà di un mondo, quello di Dio abitato da Angeli ed Arcangeli. È anche la realtà drammatica della presenza del male che si sforza ogni giorno di sconfiggere il bene, di far vedere agli uomini che il bene è troppo debole, che non si può affidare la vita al bene, tante viene sconfitto, come Gesù sulla croce.

La Parola di Dio ci presenta gli arcangeli come adoratori e servitori di Dio, creature celesti che lottano contro il male in questo mondo e sono messaggeri dell’Altissimo. Il profeta Daniele ci descrive gli angeli come gli eterni adoratori di Dio, che vivono nella gioia del suo servizio: “…Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano.

Gli angeli si nutrono dell’amore di Dio e per quello spendono se stessi; non sono mai sazi di adorare e servire Dio. Stare alla presenza di Dio, amandolo e lasciandoci amare è la vera medicina dell’anima, l’unica capace di sanare le nostre ferite e di liberarci dal male; quanto più saremo adoratori, cioè amici di Dio, tanto più saremo liberi e felici.

Quanto bisogno abbiamo di questa medicina dell’anima in un tempo come il nostro distratto ammalato di rabbia e aggressività e tanto lontana dall’adorazione di Dio, al contrario in un mondo dove ognuno si fa Dio e si nutre solo dell’amore per se stesso.

Adoratori di Dio, gli Angeli sono anche coloro che combattono per la Sua causa in questo mondo: è la scena grandiosa dell’Apocalisse, con al centro la figura dell’Arcangelo Michele, principe delle schiere celesti, che lotta contro il Drago, simbolo della potenza del male che devasta la terra: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago… Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.

Cari amici, l’Apocalisse, ci ricorda che la vita e la storia sono il grande campo di battaglia, dove lo spirito del male combatte contro Dio, i suoi angeli e i suoi eletti. “Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù”.

Il Drago è il divisore. (Francesco). “La lotta è una realtà quotidiana, nella vita cristiana: nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra famiglia, nel nostro popolo, nelle nostre chiese…Se non si lotta, saremo sconfitti.”  Non si può essere neutrali nella lotta tra il bene ed il male. Michele ci chiede di allearci con lui e di combattere contro lo spirito di divisione che diventa poi contrapposizione e violenza. Spirito di divisione che nutre la cultura dello scarto.

La prima e decisiva lotta contro la forza del Male la dobbiamo sostenere all’interno di noi stessi. Il ‘Drago’ ce lo portiamo dentro.

La vita, la nostra coscienza è molto spesso un campo di battaglia dove il Maligno ci assedia con gelosia, ira rancore, risentimento, invidia, dell’odio, del litigio, del sospetto, e di ogni genere di pensieri e sentimenti distruttivi che tendono a separare ed a dividere. E questo incide sul campo dei rapporti familiari, dei rapporti lavorativi, e persino negli stessi rapporti di amicizia.

Dentro di noi si scatena una lotta tra il bene che desideriamo compiere e il male che invece prende il sopravvento perché mascherato da angelo di luce. Quante sono le situazioni che improvvisamente si rivelano come espressione del Drago divoratore di ogni affetto e rispetto, accecati dalla gelosia, dalla rivalità, dall’orgoglio.

L’Arcangelo Michele ci induca a riconoscere e a compiere sempre il bene per noi e per gli altri, a costo di qualunque sacrificio, perché il bene verrà sempre ripagato da Dio con il bene.

Michele, “Chi è come Dio?”. La risposta ovvia, ma che ovvia oggi non è più, dovrebbe essere. “Nessuno”. Invece molto spesso si sostituisce con gli idoli del successo, potere, denaro, gloria, giovinezza perenne.

Il Drago è il divisore, ma l’uomo non è solo: la terra e il cielo sono in continuo contatto: “vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”. Michele ci chiede di fare scelte di bene, di cercare sempre la via in comunione, a non chiuderci mai nella solitudine egoistica, a essere solidali e fraterni in ogni nostra scelta, a camminare insieme come popolo di Dio in ogni nostra battaglia.

Il Drago è astuto: lo dice la prima pagina della Genesi; è astuto. Presenta le cose come se fossero buone. Ma la sua intenzione è la distruzione. E gli angeli ci difendono. La lotta è una realtà quotidiana, nella vita cristiana: nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra famiglia, nel nostro popolo, nelle nostre chiese… Se non si lotta, saremo sconfitti. 

Ma il finale dell’Apocalisse, dopo questa lotta, è tanto bello: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il Regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte”.

Nella lettera di Giacomo è scritto: Ma se avete nel vostro cuore amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non mentite contro la verità. Questa non è la saggezza che scende dall’alto; ma è terrena, animale e diabolica. Infatti dove c’è invidia e contesa, c’è disordine e ogni cattiva azione. La saggezza che viene dall’alto, anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia. Il frutto della giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace.

Cari amici, non si può essere spettatori in questa lotta tra il bene ed il male. Ognuno di noi può dare il suo contributo. Possiamo usare le parole per benedire o per maledire; possiamo usare le mani per colpire o per accarezzare, tenerle chiuse o aperte per aiutare. La lotta tra il bene ed il male passa anche attraverso le nostre piccole scelte quotidiane.  Dio ha un sogno e i il “sogno” di Dio è vedere gli uomini uniti e nella pace, questo è il suo sogno. È il suo disegno di riconciliare in Cristo tutto e tutti. È questo anche il “sogno” della fraternità. Davanti alle “ombre di un mondo chiuso”, dove tanti sogni di unità “vanno in frantumi”, dove manca “un progetto per tutti” e la globalizzazione naviga “senza una rotta comune”, dove il flagello della pandemia rischia di esasperare le disuguaglianze, Michele ci chiede di lottare contro lo spirito di divisione e di indifferenza e di avere il coraggio di essere uno, uniti sotto lo sguardo di amore di Dio.

† Giuseppe, vescovo