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Messaggio del vescovo Giuseppe alla comunità di Moiano (BN) per la processione straordinaria di penitenza e preghiera per la pace

Domenica, 3 aprile 2022

Carissimi fratelli e sorelle, popolo di Moiano, devoti della Madonna della Libera, cari don Josif e don Alex, abbiamo iniziato insieme, con la celebrazione del 31 marzo scorso, il triduo penitenziale che si conclude oggi. In quella occasione abbiamo ascoltato e fatte nostre le parole di Papa Francesco nell’Atto di Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria: “Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!” e poi ancora: “Maria, Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace”.

“Perdonaci Signore”. Care sorelle e fratelli, abbiamo tutti bisogno di chiedere perdono, di cospargere il nostro capo di cenere come fece il popolo della città di Ninive alla parole del profeta Giona che chiedeva di ritornare al Signore con un cuore pentito. “Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: «…ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani.”

La città di Ninive del profeta Giona è l’immagine di tutte le nostre città, di questo nostro mondo, troppo inquinato dalla violenza degli uomini, forse anche della nostra.

Dobbiamo convertirci tutti alla pace, dobbiamo disarmare i nostri cuori, dobbiamo smilitarizzare i nostri pensieri. Le guerre, quelle grandi e le nostre piccole guerre nascono sempre da cuori bellicosi che non sanno vivere nella fraternità e nella pace. La conversione inizia quando sappiamo riconoscere e chiedere perdono per i nostri peccati.

Il manto nero posto sulle spalle di Maria è immagine del lutto di tante madri che piangono per la perdita dei loro figli, genitori, mariti, mogli, amici. E’ il segno del dolore di Maria, nostra madre. Oggi la Madonna della Libera è in mezzo a noi come l’Addolorata che nel suo figlio vede tutti i figli di questo mondo che muoiono per la violenza e la guerra. Addolorata, ma non disperata, sempre fiduciosa nelle Parole del suo Figlio.

Care sorelle e fratelli, la pace non è uno slogan o una pia intenzione, ma è una responsabilità affidata ad ognuno di noi. Pentiamoci allora di quando non siamo stati uomini e donne di pace, fraterni, amici; di quando abbiamo usato le nostre parole come armi per combattere qualcuno, forse anche per ucciderlo con i nostri giudizi; di quando l’indifferenza verso i bisogni degli altri, come una bomba, ha fatto crollare i palazzi di umanità che il Signore chiede invece di costruire perché tutti possano trovare riparo e salvezza.

Perdonami Signore; perdonaci Signore. Crediamo e confidiamo in te, nella luce della tua Pasqua che scaccia le tenebre del Venerdì Santo. Maria, Regina della pace, prega per noi.

Don Giuseppe, vostro fratello Vescovo