Quando si guida lungo la strada la primissima cosa da fare non è tanto quella di conoscere la rotta esatta o di scegliere la destinazione sul navigatore, quanto piuttosto quella di tenere gli occhi ben aperti sul tragitto che si sta compiendo. Che sia in auto oppure in un’escursione a piedi. Che sia sul volante mentre si guarda davanti per stare attenti o sul finestrino di lato per non perdersi nessun dettaglio del percorso. Via le mani dagli occhi per non lasciarsi sfuggire i particolari della vita delle persone. Come Piera, una signora dalla tenera età di 97 anni, che al Prata Residence di Amorosi ha intonato l’Ave Maria con una toccante voce da soprano.
Via le mani dagli occhi per accarezzare nonna Peppa, per guardare Giulia, per stringere la mano a Gilda, per abbracciare Anna.
Via le mani dagli occhi per non lasciarsi vincere da angosce e paure, che oppongono resistenza ai nostri cambiamenti e ci impediscono di sognare sogni troppo grandi.
Via le mani dagli occhi per cambiare direzione dai percorsi rassicuranti.
Via le mani dagli occhi non per rimanere a terra dopo una caduta, ma per afferrare una mano per rialzarsi, per dare aiuto per consentire agli altri di poter ricominciare.
Via le mani dagli occhi per scorgere lì, proprio davanti a te, la tenerezza di Dio.
Via le mani dagli occhi per ammirare stelle sulla terra. Ebbene sì, spesso ci perdiamo nell’immensità del cielo, cercando risposte nelle stelle, quando invece abbiamo la possibilità di ritrovarci negli occhi luminosi e scintillanti di bambini e ragazzi autistici che abitano questa nostra storia e che oggi, insieme alle loro famiglie, hanno accolto l’invito di celebrare il Natale insieme a don Mimmo presso il Santuario della Madonna delle Grazie. “Solo l’amore dà contenuto alla speranza e la speranza è la luce dell’amore”, ha esclamato don Mimmo rivolgendosi a loro e ai loro genitori.
Via le mani dagli occhi per essere come Elisabetta che, nella sua sterilità e nel suo essere avanti con l’età, ha gridato con forza il suo “no” ai contesti sociali, alle chiacchiere, alle tradizioni, e ha seguito una voce che le diceva che dal suo grembo sarebbe nato Giovanni.
Via le mani dagli occhi come don Franco Pezone, parroco di San Salvatore Telesino, ed Ornella e Diego, direttori dell’Ufficio Famiglia, che hanno vissuto questo momento come segno di comunione e di vicinanza.
Via le mani dagli occhi per non essere più terreno arido, ma grembo fecondo di misericordia, di ascolto, grembo che genera accoglienza, grembo fecondo di speranza.
Via le mani dagli occhi per vedere il grande dono che questi ragazzi sono per la nostra vita. Miracolo, miracolo del Natale.
Via le mani dagli occhi e chiediamoci: “Che sarà mai questo bambino?”….è la nostra stella cometa. E anche se ci sembra di non capire nulla, fidiamoci.. è questa la fede.
Via le mani dagli occhi per ammettere a sé stessi che, dopo 3 giorni “on the road”, la stanchezza si fa sentire e molto, ma non la pesantezza dell’incanto della vita vista e ascoltata: la gioia nel cuore è tanta. Vita che scorre, che batte e che non vuole arrendersi.
Pietro Festa e Giovanni Pio Marenna