Giornata del Malato, chi vive una sofferenza è infinitamente prezioso agli occhi di Dio

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L’11 febbraio scorso è stata celebrata la XXV Giornata Mondiale del Malato, istituita da San Giovanni Paolo II proprio nel giorno della ricorrenza della prima apparizione della Vergine Maria a Santa Bernadette. Come ha spiegato papa Francesco nel messaggio per la Giornata del Malato “Tale Giornata costituisce, ogni anno, un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e, più in generale, dei sofferenti; e al tempo stesso invita chi si prodiga in loro favore, a partire dai familiari, dagli operatori sanitari e dai volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati”.

Accogliendo e seguendo questo particolare invito, l’ufficio diocesano per la pastorale della salute ha coinvolto nell’organizzazione tutte le associazioni di volontariato che si impegnano ad accompagnare e a dare sollievo alla sofferenza, e tutti gli ammalati e anziani della nostra diocesi per celebrare, con loro e per loro, un eucarestia di ringraziamento presso il Duomo di Sant’Agata de Goti presieduta dal Vescovo don Mimmo. Come a Lourdes, ogni ammalato, anziano e diversamente abile si è sentito sotto lo sguardo attento, premuroso e materno di Maria e del nostro amato Padre e Pastore.

Con stupore e meraviglia, proprio come quello di Santa Bernardette, abbiamo guardato la Vergine Santa e cercato e trovato la grazia che è diventata consolazione e speranza per coloro che soffrono.

Il nostro Vescovo ci ha ricordato che la giornata mondiale del malato è si la giornata della sofferenza, ma anche dell’Amore, perché se una persona sofferente si sente amata, ella vive, in quanto, l’amore aiuta a stare in piedi e a rimettersi in gioco. Chi soffre nel corpo è un esempio di vita che va seguito. La vita dell’ammalato insegna a tutti cosa vuol dire affidarsi al Signore che non abbandona mai nessuno ma anche che cosa significa affidarsi agli altri! Lui è la forza per tutti!

Chi vive una sofferenza è infinitamente prezioso agli occhi di Dio, non deve scoraggiarsi e stancarsi perché non sarà mai solo.

Ogni uomo che incontra un sofferente deve spalancare il suo cuore e parlagli con gli occhi dell’amore. Questa giornata è stata l’occasione per ritrovarci tutti uniti, intorno “all’altare della sofferenza”, per imparare ad amare i sofferenti non come ammalati, ma come nostri fratelli e sorelle!

Fabiana Sansone Iacobelli