Credo sia necessario prima al mio intimo, al mio cuore, cercare di comunicare a voi, fratelli il dono di Grazia che il Signore mi ha fatto nell’ora trascorsa nella chiesa “SS Apostoli Pietro e Paolo” di Melizzano l’11 marzo scorso, dove ho partecipato all’incontro di Quaresima preparato dall’AC sotto la guida del parroco don Raffaele Palladino. Cosa voglio raccontarvi? La preparazione della Chiesa per accogliere noi partecipanti? Certo! Sarebbe bello, ma non è questo che ha colpito il mio cuore.
Potrei parlare della canzone di Mina “La Voce del Silenzio” che abbiamo ascoltato e che con le sue note ha immobilizzato tutti, spingendoci ad religioso ed accurato ascolto! Sarebbe interessante, ma non è quello che ora vorrei sottoporre alla vostra attenzione. Per la mia semplice riflessione, voglio invece partire dal terremoto di emozioni che ho subito ai piedi di quel Crocifisso, che è lì accanto all’altare, che ha catturato il mio sguardo, la mia anima, che con il suo loquace silenzio ha parlato al mio cuore conducendomi per mano all’ascolto della “Sua Parola”, immergendomi nel tema dell’incontro unitario “La Voce del Silenzio”, presentato da Marco Rosiello, presidente dell’AC di Melizzano e da Maria Casella, responsabile del gruppo degli Adulti.
Questi audaci giovani hanno sottolineato il forte valore che il “Silenzio” ha nella vita del credente perché apre alla verità, alla conversione, all’adorazione e aiuta a zittire quelle dissonanze che impediscono un serio cammino di santificazione. Dopo la lettura del Vangelo di Matteo (17, 1-9) e il commento del nostro parroco don Raffaele, ci siamo immersi nel “Silenzio” per una personale riflessione. In quel “Deserto”, che ti ha fatto venire voglia di essere te stesso liberandoti di tutte quelle cose inutili per conoscere meglio Gesù, si è rafforzata la convinzione che ogni nostra presa di posizione deve essere ispirata da quella del Nazareno che dovette misurarsi con le sue paure, con il suo coraggio, ma che disse “Si” al progetto che il Padre Gli consegnò donando la vita per noi nell’oscurità di una notte di morte, e che per Amore e liberamente si fece inchiodare ad una croce assumendo per sempre la collocazione dell’ Offerta che solo l’Amore potette e può trasformare in vita nuova. Se c’è una cosa che questo incontro mi ha lasciato è la consapevolezza che dobbiamo prendere posizione di fronte all’Evangelo per lottare contro la tentazione che ci rende ogni giorno abitanti di confini fumosi e incerti tra uno slancio che rinsecca e un rimorso che incombe. Scegliamo il Cristo mai stanco dei nostri vuoti! Non si tratta di imboccare vaghi sentimentalismi, ma di esprimere coscientemente le nostre scelte per Lui e per le sue Vie. Tocca a me, a te, e non ad un altro. E’ possibile! Dal nostro deserto di incomprensioni, di tentennamenti, di indifferenza in cui abbiamo sostato quella sera e da cui siamo usciti nuovi, più coraggiosi e convinti di essere capaci di gesti concreti di Amore, dobbiamo ripartire per farci compagni dell’altro, aiutandoci nel nostro cammino di vita.
Nunzia Correra Mattei