Meeting internazionale “Osare la Pace” al Colosseo, dal 26 al 28 ottobre

Incontro del Papa al Colosseo per la pace: “Mai la guerra è santa, basta slogan religiosi di odio”

Leone XIV chiude la tre-giorni organizzata dalla comunità di Sant’Egidio e aperta domenica da Mattarella. Presente anche il metropolita russo Antonio. Si prega per l’Ucraina, la tregua a Gaza e la fine della strage provocata da armi leggere negli USA

“Mai la guerra è santa, solo la pace è santa, perché voluta da Dio!”: lo ha detto papa Leone XIV partecipando al Colosseo alla cerimonia di chiusura dell’incontro internazionale per la pace organizzato dalla comunità di sant’Egidio. In “questa stagione della storia segnata dalla guerra e dalla prepotenza della forza”, ha detto Prevost, pregare deve portare ad una “apertura del cuore”, “non parole gridate, non comportamenti esibiti, non slogan religiosi usati contro le creature di Dio”.

Con le altre Chiese
Insieme a papa Leone dentro l’anfiteatro Flavio ci sono rappresentanti di altre Chiese cristiane, come il patriarca caldeo di Baghdad, Raphael Sako, il “ministro degli Esteri” del patriarcato ortodosso russo Antonio, Teodoro II, patriarca greco-ortodosso di Alessandria, Mar Awa III, patriarca iracheno della Chiesa Assira d’Oriente, Sahak II, patriarca armeno di Costantinopoli, l’arcivescovo Thabo Makgoba, primate della Chiesa Anglicana dell’Africa Meridionale, e il vescovo Henrik Stubkjr, residente della Lutheran World Federation, nonché il fondatore e il presidente della comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo, e i cardinali Matteo Zuppi, Gualtiero Bassetti, Baldassarre Reina, Jean-Marc Aveline, Fridolin Ambongo. Presenti fuori dal Colosseo anche esponenti di islam, ebraismo e altre religioni, a partire dal rabbino capo della comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni. L’incontro, intitolato “Osare la pace” e svoltosi in diversi luoghi di Roma, è stato aperto domenica dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed ha visto la partecipazione di circa 10mila persone. Il presidente di Sant’Egidio ha annunciato che l’incontro l’anno prossimo si svolgerà ad Assisi.
Preghiera e slogan
“Abbiamo pregato per la pace secondo le nostre diverse tradizioni religiose e ora ci siamo raccolti insieme per lanciare un messaggio di riconciliazione”, ha detto il Papa nel discorso che ha pronunciato dinanzi all’arco di Tito. “Il cuore umano deve disporsi alla pace e nella meditazione si apre, nella preghiera esce da sé. Rientrare in sé stessi per uscire da sé stessi”, ha proseguito Leone: “Basta guerre, con i loro dolorosi cumuli di morti, distruzioni, esuli! Noi oggi, insieme, manifestiamo non solo la nostra ferma volontà di pace, ma anche la consapevolezza che la preghiera è una grande forza di riconciliazione. Chi non prega abusa della religione, persino per uccidere. La preghiera è un movimento dello spirito, un’apertura del cuore. Non parole gridate, non comportamenti esibiti, non slogan religiosi usati contro le creature di Dio”.
Ucraina, Gaza, Stati Uniti
Una lettrice ha letto un elenco di paesi in cui sono presenti guerra e violenza pregando, tra l’altro, perché “cessi la strage provocata dalle armi leggere negli Stati Uniti”, per la “fine della guerra in Ucraina e si trovi una via di dialogo”, e per la “fine della violenza in Terra Santa e Medio Oriente e si consolidi la tregua a Gaza
Controcorrente rispetto al mondo
Il Papa ha ricordato il primo di questi incontri di preghiera, presieduto ad Assisi da papa Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986: “Il mondo oggi pare essere andato nella direzione opposta”, ha notato il Papa, “ma noi ricominciamo da Assisi, da quella coscienza del nostro compito comune, da quella responsabilità di pace. Ringrazio la Comunità di Sant’Egidio e tutte le organizzazioni, cattoliche e non solo, che, spesso controcorrente, tengono vivo questo spirito”.
Una stagione segnata dalle guerre
“Tutti i credenti sono fratelli, e le religioni, da “sorelle”, devono favorire che i popoli si trattino da fratelli, non da nemici”, ha detto Leone, ricordando il messaggio inviato da papa Francesco all’incontro dell’anno scorso che si svolse a Parigi: “Dobbiamo allontanare dalle religioni la tentazione di diventare strumento per alimentare nazionalismi, etnicismi, populismi. Le guerre si inaspriscono. Guai a chi cerca di trascinare Dio nel prendere parte alle guerre!”: ha detto, chiosando: “Faccio mie queste parole e ripeto con forza: mai la guerra è santa, solo la pace è santa, perché voluta da Dio! Con la forza della preghiera, con mani nude alzate al cielo e con mani aperte verso gli altri, dobbiamo far sì che tramonti presto questa stagione della storia segnata dalla guerra e dalla prepotenza della forza e inizi una storia nuova. Non possiamo accettare che questa stagione perduri oltre, che plasmi la mentalità dei popoli, che ci si abitui alla guerra come compagna normale della storia umana. Basta!”.
Appello congiunto per la pace
Il Papa ha concluso il suo intervento citando Giorgio La Pira, che sperava nella “storia di un mondo nuovo senza guerra”: “Il dialogo, il negoziato, la cooperazione possono affrontare e risolvere le tensioni che si aprono nelle situazioni conflittuali”, ha detto Leone: “Bisogna osare la pace! E se il mondo fosse sordo a questo appello, siamo certi che Dio ascolterà la nostra preghiera e il lamento di tanti sofferenti. Perché Dio vuole un mondo senza guerra”. Il Papa e gli altri leader religiosi hanno sottoscritto insieme un appello per la pace che sottolinea, tra l’altro, che “la pratica della forza calpesta il diritto internazionale, indebolisce le istituzioni nate all’indomani della Seconda Guerra Mondiale per liberare il mondo definitivamente dal flagello della guerra”. Questa sera in Vaticano il Papa, che in mattinata era a Castel Gandolfo per il suo momento di riposo settimanale, conclude un incontro interreligioso.