Da ebreo nato schiavo in Egitto a bambino adottato dalla figlia del faraone, da liberatore del popolo d’Israele, oppresso dalla crudeltà e dalla disumanità degli egiziani, alla nascita della Pesach, la Pasqua ebraica, dall’aver ricevuto le tavole con i 10 comandamenti all’incomprensione e all’ingratitudine del suo popolo verso di lui e verso il Dio che lo ha liberato. “Sui passi di Mosè” era il tema che ha animato tutte le attività del camposcuola diocesano dell’ACR per i ragazzi della scuola media, svoltosi nei giorni scorsi a Campoli del Monte Taburno, presso Casa Don Bosco.
Come Mosè, che tra mille tormenti interiori, fatiche ed ostacoli va ugualmente avanti fino alla fine al servizio del suo popolo, che, su comandamento di Dio, è chiamato a liberare, riponendo una fiducia assoluta e incondizionata nella promessa del Signore, anche noi oggi siamo chiamati a vivere la nostra vita nella libertà del non lasciarci appesantire dalla nostra quotidianità, ma del viverla orientati totalmente al servizio. Con la consapevolezza che il Signore chiama ciascuno a dare il proprio contributo nella storia della salvezza. E così, tra scenette teatrali, riflessioni, preghiera, attività ludiche e laboratori creativi, i 60 partecipanti al campo hanno camminato sui passi di Mosè con l’obiettivo d’imparare da lui e dalla sua vicenda e di provare ad imitarne anche la pazienza e l’attesa. Egli, infatti, non vedrà mai quella terra promessa, dopo 40 anni di viaggio nel deserto (se non dall’alto della cima del Pisga del monte Nebo), ma è proprio attraverso quei suoi passi che Dio gli ha affidato le sue parole e il suo popolo dalla schiavitù alla libertà, instaurando con lui una nuova alleanza per tutti noi. Persino nei momenti di crisi più profonda, Mosè è rimasto fedele, rivolgendo il proprio sguardo verso il futuro e affidandosi nelle mani sicure di Dio.
“Ringraziamo il Signore per il dono di questo camposcuola diocesano – commentano i responsabili diocesani dell’ACR Marco Lavorgna e Grazia Carlo – e per il dono dell’assistente uscente don Ionut, che è stato con noi ad accompagnare tanti bambini e ragazzi per 13 anni, e per il dono del nuovo assistente diocesano ACR don Biagio. Siamo certi di aver incontrato il Signore in questi giorni tra di noi, nei nostri volti, e vogliamo incontrarlo negli sguardi di tutti coloro che incontreremo per essere sempre più capaci di riconoscerlo presente in ogni momento delle nostre giornate per essere sempre più disponibili al servizio degli altri e del territorio che abitiamo”.
E proprio l’assistente uscente don Ionut Pirtac, attualmente parroco di San Lorenzo Maggiore e nuovo direttore della Pastorale della Terza Età, ha voluto rivolgere un pubblico pensiero di gratitudine per questi anni trascorsi con l’Azione Cattolica diocesana. “Con la conclusione di questo campo diocesano – ha affermato – finisce il mio mandato e il mio servizio nell’ACR come assistente diocesano, iniziato 13 anni fa. Non mi resta che ringraziare Dio e il vescovo mons. Michele De Rosa per l’opportunità datami di fare un pezzo di strada in questa grande e bella famiglia dove sono sicuro di aver più ricevuto che dato. Ho incontrato tanti volti che piano piano mi sono diventati amici e fratelli. A questo nostro amico Gesù che guida la nostra storia, chiedo perdono per le cose che non ho fatto oppure che avrei potuto fare meglio e con il cuore pieno di gratitudine e riconoscenza dico “Grazie!!!”.