Cosa proporre di concreto sul territorio rispetto alla piaga della disoccupazione e della fuga dalle aree interne? Da prima della venuta della pandemia s’erano interrogati su questa vistosa e dolorosa ferita gli Uffici del Progetto Policoro (Caritas – Pastorale Sociale e del Lavoro – Pastorale Giovanile), la Scuola diocesana d’Impegno Socio-Politico e l’Azione Cattolica diocesana, mettendo in piedi insieme all’allora vescovo don Mimmo Battaglia il progetto “GIOVANI E LAVORO”, arrivato ad analizzare i dati di un questionario a risposta aperta e anonimo tra i giovani del territorio diocesano per provare a tramutare il tutto in un percorso. Poi la pandemia sbaragliò i piani pensati. Arrivato in Diocesi il nuovo vescovo mons. Giuseppe Mazzafaro, l’idea di fondo è stata riproposta e subito accolta con entusiasmo dal nuovo pastore per mettere in una filiera di dialogo imprenditori, istituzioni e lavoratori per unire le forze e costruire una rete con tutti gli attori sociali per affrontare così questa delicata problematica, che sta lacerando non poco il tessuto sociale del nostro Sannio.
Dopo aver fatto una mappatura e una scrematura, secondo alcuni criteri, delle aziende presenti e operanti sul territorio diocesano, sono iniziati degli incontri che avevano sia un carattere formativo che propositivo. Nel primo incontro, dopo gli interventi del vescovo Giuseppe (sulla necessità di fare rete insieme tra le realtà imprenditoriali più significative del nostro territorio diocesano per interrogarci e provare a farci carico insieme del tema del lavoro, tra ricchezze della nostra terra e spopolamento per mancanza di opportunità lavorative), del responsabile della Scuola diocesana d’Impegno Socio-Politico don Matteo Prodi (sull’importanza del lavoro nella vita dell’uomo) e dell’animatore di comunità del Progetto Policoro Danila Boni (che ha spiegato e raccontato l’esperienza del Progetto Policoro e riepilogato il lavoro fin qui fatto, dal 2019 ad oggi, esponendo alcuni dati del questionario del 2019-2020, proposto a giovani tra i 18 e i 35 anni), gli imprenditori intervenuti hanno, dapprima, sottolineato tutti l’importanza di quest’iniziativa di sprono e stimolo da parte della Diocesi, non solo direttamente a loro ma anche alle istituzioni, per poi evidenziare alcuni aspetti, per loro particolarmente cari per iniziare a ragionare insieme. Due tra tutti: spingere necessariamente sui temi della formazione al lavoro e dell’informazione sulle offerte di lavoro, creando così le condizioni più adatte per coniugare domanda e offerta, provando anche a tentare di dare una spinta sul filone dell’Alternanza Scuola/Lavoro.
Quattro le direttrici individuate su cui muoversi: quali settori e quale sviluppo? Come finanziare eventuali iniziative? Quale il rapporto con la pubblica amministrazione? Come far emergere una scuola d’imprenditorialità? Nel secondo incontro, che ha visto una partecipazione più nutrita e che verteva maggiormente sul tema dello sviluppo economico del territorio, che partisse dal creare una comunità di dialogo che possa lavorare sui temi della Dottrina Sociale, s’è partito proprio da queste direttrici per interrogarsi su quali sono i settori economici in crescita nel territorio e le competenze tecniche più richieste dalle imprese e su cosa è possibile fare nel concreto per contribuire allo sviluppo economico e sociale del territorio e al coinvolgimento dei giovani. Per la seconda volta le risposte sono state unanimi: creare le condizioni più adatte per coniugare domanda e offerta di lavoro sul territorio; formare le competenze sulla base di attitudini e capacità e sulla base dei bisogni del territorio e delle imprese; informare riguardo all’attività e alle esigenze delle imprese presenti sul territorio, presentando al pubblico il lavoro delle imprese in una vera e propria vetrina promozionale. Dalle proposte emerse si ripartirà nel terzo incontro che avrà luogo sabato 11 marzo alle ore 9:30 presso la sala Goccioloni delle Terme di Telese rivolto a tutte le imprese presenti sul territorio. Alcuni testi della Dottrina Sociale della Chiesa (tre su tutti: Laudato Sì, Evangelii Gaudium e Fratelli Tutti) che mettono i riflettori sui temi dello sviluppo economico e del lavoro, benedicono e auspicano dialogo e collaborazione tra gli attori sociali del territorio, con l’intento di creare insieme un qualcosa che instilli speranza sullo sviluppo umano nell’amore, nell’ascolto, nella fraternità e nella corresponsabilità. “Vogliamo – dichiara il gruppo di lavoro diocesano – provare a percorrere il nostro territorio per suscitare una necessaria alleanza tra le forze di buona volontà in campo, per dare o ridare una possibilità a chi cerca un impiego di trovarlo, a chi cerca lavoratori di reperirli e a chi vuole e può osare di provare a crearlo il lavoro. Sarà questa una prima importante pietra di una Chiesa che vuole costruire speranza sul futuro, innescando nuove possibilità e scelte coraggiose d’investimento per dare ai giovani l’opportunità di continuare a tessere comunità e non di emigrare, possibilità di mantenere legami con le famiglie di origine e con le relazioni di sempre, con le parrocchie e il proprio territorio. Costruire speranza sul futuro – conclude la nota stampa degli Uffici diocesani impegnati in questo progetto – anche in riferimento ad una nuova imprenditorialità che tenga conto delle persone, del territorio e dell’ambiente”.