Il cammino verso il Sinodo dei Giovani vivrà una significativa e particolare tappa con l’incontro dell’esperienza con i ragazzi del Carcere minorile di Airola.
È questo il desiderio e l’impegno del Vescovo Don Mimmo Battaglia, che quest’anno, in occasione della Pasqua, celebrerà nell’Istituto Penale Minorile la Messa in Coena Domini con il rito della lavanda dei piedi ai giovani detenuti; un gesto non simbolico che, secondo le parole dello stesso Don Mimmo, rappresenta una “presenza concreta della vicinanza della Chiesa e di questa nostra Chiesa diocesana alle storie di dolore, di disagio, di errori e, insieme, di speranza; una Chiesa che vuole e deve essere presente lì dove c’è ogni forma di disagio per provare a trasformare ogni disagio in opportunità”.
Con questa sua scelta, il Vescovo Mimmo aggiunge un tassello significativo ed importante al cammino, che stiamo vivendo in ascolto delle realtà giovanili della nostra Chiesa diocesana e all’interno del cammino della pastorale giovanile, in cui lo stesso Vescovo, con i suoi gesti, con le sue parole, sta scrivendo pagine importanti e significative. È l’incarnazione di quella Chiesa del Buon Samaritano, così come descritta nella sua Lettera Pastorale “Coraggio! Alzati, ti chiama”, che presenta le viscere misericordiose del Padre, che va in soccorso della vittima dei briganti, senza chiedere nulla in cambio, mettendo da parte pregiudizi e giudizi, e facendosi prossimo solo perché mosso da una sincera compassione (cf Lc 10,33).
È la Chiesa del Vangelo, è il sogno, che il Sinodo propone: una Chiesa chiamata a vivere come il Samaritano, chinata sulle ferite e le fragilità dell’uomo, versando su di esso l’olio della consolazione e il vino della speranza, soprattutto sul mondo giovanile, capace di scoprire in profondità la bellezza di ogni uomo e donna, che si nasconde, a volte, nella cortina buia della vita, ma che è preludio di una feconda primavera.
Il Vescovo Mimmo si chinerà in ginocchio davanti ai giovani che hanno sbagliato, baciando i loro piedi, “servendoli” e mostrando così quel cuore di padre e madre che vuole “custodirli” per essere quella la scintilla di speranza, che può accendere il grande fuoco dell’amore, che riscalda il mondo ed ogni mondo!
Nel contemplare ed accompagnare il gesto della lavanda dei piedi di questi giovani in carcere da parte del Vescovo, ci auguriamo nello stesso suo desiderio, che questo possa dare ad ogni donna ed uomo della nostra Chiesa il coraggio di scommettere sempre più sui giovani, perché scommettere su di loro possa significare credere sempre più nell’inedito di un Dio, che non invecchia mai, e che non si rassegna, come sanno fare solo loro, all’indifferenza, alla rassegnazione e ad ogni forma di violenza,
Il nostro desiderio, alla scuola di questo significativo momento, vuole essere quello di divenire sempre più capaci di un incontro con questo Vangelo vivo, che ci faccia misericordia, accoglienza, e desiderio di camminare insieme, come Chiesa, nella sequela della tenerezza e della misericordia del Padre.
don Giammaria Cipollone, direttore del Servizio per la Pastorale Giovanile