“In questo tempo di Quaresima che sta per iniziare, proviamo, una volta al giorno per un’ora al giorno, a spegnere il telefonino: non utilizzarlo per un’ora per dare più spazio a coltivare relazioni con chi sta soffrendo, con chi sta vivendo momenti di dolore, di difficoltà e di solitudine”. Questa la proposta, provocatoria se vogliamo, che il vescovo della Diocesi Mimmo ha lanciato ieri a Dugenta, presso la chiesa parrocchiale “Sant’Andrea Apostolo”, durante l’omelia in occasione della Giornata mondiale del Malato (organizzata dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute, Sofferenza e Assistenza), chiedendo di rinunciare al cellulare per lasciare spazio alla prossimità del cuore durante questa Quaresima.
“Guardiamo le persone negli occhi – ha continuato mons. Battaglia – come segno di vicinanza e di prossimità, per prenderci carico e cura di loro. Gesù, nel momento in cui s’avvicina a quel lebbroso, ne ha compassione, gli tende la mano e lo tocca, tocca cioè il silenzio del suo cuore. Un cuore può morire per assenza d’incontri. Ma può guarire se saremo capaci di ridurre le distanze con gli altri e di abbattere i muri. Non cercate nessun interesse, se non quello degli altri”. Il vescovo ha iniziato l’omelia ringraziando Angelina ed Elisa per la testimonianza, con cui hanno introdotto la celebrazione, nella quale hanno raccontato come stanno attraversando il dolore lottando contro il cancro e quanto, in questa lotta, siano fondamentali il sostegno e la vicinanza di familiari ed amici. Nel corso della celebrazione ha avuto luogo l’unzione degli infermi. Il tutto si è concluso con l’affidamento a Maria e alla SS. Trinità attraverso la preghiera del malato.