Nota esplicativa alle Disposizioni del 17 novembre 2020

18-11-2020

NOTA ESPLICATIVA ALLE DISPOSIZIONI DEL 17 NOVEMBRE 2020

Carissimi,

vi raggiungo con questa lettera di accompagnamento alle disposizioni emanate ieri per raccomandare ancora una volta ciascuno di voi alla vigilanza e al rispetto di tali disposizioni invitandovi ad accoglierle non semplicemente come norme, bensì come espressione di carità e di responsabilità verso i nostri fratelli e sorelle, verso chi ci è accanto. Ogni scelta, ogni decisione è finalizzata, seppur magari non compresa o condivisa da tutti, alla realizzazione del bene, prioritario in questo tempo di pandemia. Abbiamo bisogno di collaborazione e impegno per vivere questo tempo, sostenendoci a vicenda, a partire dalla preghiera, evitando personalismi che rischiano di disorientare e creare un clima di confusione nella nostra gente.

Coniugare prossimità e tutela della salute è la sfida che ci attende come parrocchie in questo frangente complesso, insieme con l’impegno per essere debitori di speranza gli uni per gli altri.

In questi mesi di emergenza, tutti siamo consapevoli del ruolo prezioso ed importante svolto dalle nostre comunità e del nostro servizio all’interno di esse, che dall’inizio della pandemia hanno mostrato grande attenzione e impegno, per applicare pienamente le misure richieste e garantire, così, la possibilità di celebrare il culto in piena sicurezza, ma anche e soprattutto impegnate in prima linea nella promozione di una efficace ed evangelica azione caritativa.

Le disposizioni connesse con l’introduzione della “zona rossa” (Disposizioni in tempo di rischio alto di contagio del 17 novembre 2020) lasciano invariato quanto già disposto circa l’accesso alle chiese e le celebrazioni liturgiche comunitarie, a cominciare dalle Sante Messe, secondo quanto previsto dal Protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato dalle successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico. Vogliamo cogliere in questa decisione un riconoscimento per come le misure di contenimento della pandemia sono state applicate fedelmente dalle nostre comunità. Al tempo stesso, la sentiamo come un invito a una rafforzata responsabilità a sentirci, ora più che mai, custodi della vita dell’altro.

Le celebrazioni liturgiche, in particolare la Messa feriale e festiva, non subiscono limitazioni. Affido, al discernimento del Parroco, eventualmente e in casi di particolare emergenza sanitaria, la possibilità di non celebrare tutti i giorni in presenza.

In questo tempo di emergenza, non sono consentite più le celebrazioni di Messe plurintenzionali e, accanto a questo, vi chiedo la carità di non moltiplicare le celebrazioni di Messe nella giornata (non accettabile soprattutto nel caso in cui venga fatto per assecondare l’esigenza di più intenzioni), ma di attenervi alla celebrazione di una sola Messa. Ricordo, infatti, che ogni sacerdote può binare solo in caso di necessità nei giorni feriali. Eventualmente e in casi eccezionali, per la celebrazione della terza messa, nei giorni feriali, c’è bisogno della dispensa dell’Ordinario.

Particolare attenzione va riservata alle Esequie (che sappiamo essere un momento delicato, ma anche importante, nella vita della comunità), i cui riti vanno vissuti in modo ordinato, rispettando il distanziamento ed evitando i contatti personali. È bene che non manchi la consolazione della preghiera al momento del distacco da un defunto, ma tutto deve avvenire in modo da salvaguardare la salute dei presenti e anche del sacerdote. Pertanto, nelle disposizioni invito i sacerdoti a farsi prossimi al dolore delle famiglie.

Chiedo, inoltre, di evitare la benedizione della salma prima della celebrazione, ma di attendere, nell’ora stabilita, alla porta della chiesa l’arrivo del feretro. So che questo può stravolgere il modo solito, e bello, di farsi vicini alle famiglie, ma sappiamo bene, e ne avrete fatta esperienza, come il momento della benedizione immediatamente prima della celebrazione rischia di essere quello più pericoloso, sia per il contagio (non sappiamo quante persone abbiano fatto visita nelle 24h nella casa del defunto per le condoglianze) sia per il rischio di creare assembramenti. Al termine della celebrazione, alla quale parteciperanno solo i parenti stretti, il sacerdote accompagnerà all’esterno della chiesa la salma dando l’ultima benedizione, evitando di recarsi al cimitero. In tal senso, si evita un possibile assembramento al cimitero dove non è sempre facile mantenere e gestire le distanze di sicurezza.

Laddove le condizioni lo permettono e secondo il discernimento del Parroco, c’è la possibilità di poter celebrare anche nei Cimiteri. Non venga mai vissuta, tuttavia, come la scelta più “comoda”, con cui ci sentiamo deresponsabilizzati.

Come già chiaramente espresso nel documento “Una Chiesa povera per i poveri”, che ho promulgato per la nostra Diocesi l’11 ottobre 2019, in occasione delle Esequie, così come per tutte le celebrazioni della Messa, dei Sacramenti e delle altre azioni sacramentali, non si presentino ai fedeli “tariffari” da seguire o “richieste di pagamento”. L’offerta libera dei fedeli è sempre e soltanto dono, in tutte le circostanze.

Per quanto riguarda gli anziani e gli ammalati, che di solito visitiamo almeno una volta al mese: nessuno di loro deve sentirsi solo e lasciato da parte. Possono seguire la vita liturgica con i mezzi di comunicazione sociale; accettino, come segno di attenzione nei loro confronti, la prudenza dei Parroci nel visitarli e nel portare loro la Comunione sacramentale. Vogliamo farlo con l’affetto e la preghiera che meritano le loro vite a cui vogliamo bene. Tutti comprendano la delicatezza del momento e quanto sia importante per loro essere protetti.

Accanto all’Eucaristia, l’altro grande fronte d’azione ecclesiale al tempo del coronavirus è l’attenzione alle fragilità e alle povertà: prime fra tutte la catechesi e le azioni di carità.

Il Vangelo, in questi mesi, ha potuto mostrare il suo splendore nei gesti di carità con cui nelle nostre comunità si è venuti incontro al crescente disagio. A questo hanno contribuito anche non pochi giovani che si sono aggiunti ai volontari di vecchia data. Rinnovo l’appello ai giovani perché continuino e allarghino questo impegno nel volontariato e, in particolare, nel servizio all’interno delle Caritas parrocchiali. A tutti chiedo di trovare le forme più adatte perché la fraternità dei cristiani continui a generare umana condivisione, intercettando le forme nuove che il disagio va assumendo.

Viene data, inoltre, l’indicazione di sospendere il catechismo in presenza e continuarlo anche con forme «a distanza». Non si chiude, quindi, il cammino catechistico ma lo si faccia in modalità che consentano di evitare la diffusione del virus. Vi suggerisco inoltre, nei tempi forti, di valorizzare Celebrazioni eucaristiche, anche infrasettimanali, destinate specificamente ai ragazzi e alle loro famiglie.

L’Ufficio Catechistico diocesano sta preparando per i prossimi tempi di Avvento e di Natale dei sussidi utili per la catechesi, a cui ogni parrocchia farà riferimento. Vi ricordo che sono delle indicazioni, degli strumenti messi a disposizione, ma che non mortificano o annullano l’impegno necessario che ogni Parrocchia, insieme con i catechisti, dovrà vivere, nell’orizzonte di una sempre più necessaria condivisione a livello foraniale. Faccio appello alla vostra creatività, alla creatività dei vostri catechisti per permettere ai nostri bambini e ragazzi di continuare quel cammino bello di crescita nella fede. Potrebbe essere questa l’occasione di responsabilizzare anche la creatività dei giovani delle vostre comunità, che potranno affiancare i catechisti nell’elaborazione di questo cammino catechetico parrocchiale.

Le modalità di condivisione del cammino comunitario, specie quelle degli organismi di partecipazione (Consiglio Pastorale, Consiglio per gli Affari Economici), sono espressioni importanti della vita delle comunità. In tal senso, vi esorto ad avvalervi di strumenti on-line con cui assicurare il cammino formativo e le modalità con cui permettere a tali organismi di partecipare a definire il cammino delle comunità.

Il lavoro degli Uffici diocesani non è sospeso, ma continua in forme sempre più capillari e attente a costruire quel tessuto relazionale e di sinergia, soprattutto con i Parroci. Faccio appello alla creatività dei singoli Uffici, con i direttori e le équipe, perché sviluppino percorsi possibili in questo tempo di pandemia per accompagnare e sostenere la pastorale viva delle comunità parrocchiali.

Proprio in questo tempo che ci impone di vivere distanziati, un’importanza sempre maggiore acquista il lavoro all’interno della forania e, soprattutto, la sinergia tra il vicario foraniale e i parroci. Raccomando ai vicari foraniali di favorire processi di comunione e di sinodalità che permettono alle parrocchie, soprattutto quelle più piccole, di non sentirsi isolate e di camminare insieme. Esorto tutti, sacerdoti e laici, a continuare a tessere la rete foraniale con ogni mezzo possibile, in particolare vivendo quell’accompagnamento personale, per sostenerci nelle difficoltà, condividere passi, scelte e possibilità, rimanendo saldi nella speranza.

La fedeltà alle norme, la carità delle nostre azioni, la forma comunitaria, la dignità e bellezza delle Celebrazioni eucaristiche, sia testimonianza del modo in cui il Signore si fa vicino.

† don Mimmo, Vescovo

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