“Non abbandonerai la mia vita nel sepolcro!”

31-10-2019

Signore della vita,

tienici per mano in questi giorni difficili

in cui ci chiedi di osare il passo di mettere insieme

il dolore e la gioia, il lutto e la festa.

 

Camminiamo ancora confusi tra i viottoli dei cimiteri

guardando a lungo le foto dei nostri cari

che abbiamo salutato poco o molto tempo fa…

E il ricordo si ravviva, e i colori sbiaditi riprendono vita…

quanta nostalgia, Signore, in questo nostro peregrinare da una tomba ad un’altra,

quanto dolore ancora dentro le ferite di quello strappo…

 

Vorremmo riaverli ancora qui

per stringerli forte in un interminabile abbraccio,

vorremmo avere ancora tempo

per non sprecarne un secondo in sorrisi e carezze,

vorremmo poter dire finalmente quella parola mai detta,

o chiedere semplicemente perdono…

 

Ma non ci sono più! E il tempo è scaduto…

Impossibile tornare indietro! Tutto finito!

 

Davvero Signore?

Cosa ne ha fatto la morte?

E di noi cosa ne fa ogni morte?

 

Il silenzio ci avvolge perché non sappiamo…

noi che a tutto diamo spiegazione, non sappiamo…

dove sono, non sappiamo, come sono non sappiamo…

 

Ma se restiamo umilmente in attesa

attraversando tutto il non senso e la notte

Tu ci sorprendi, Signore,

e il luogo del dolore e della morte

si rivela il giardino della Pasqua

e intravediamo già ora i bagliori della risurrezione…

 

“Non cercare tra i morti colui che è vivo!”

E questo lo dici di una madre, di un padre,

di un figlio, di una figlia…

lo dici di una moglie, di un marito,

dei nonni e degli zii…

lo dici dell’amico e del fratello …

 

Lo dici al mio dolore e alla mia rassegnazione,

lo dici al mio rimpiangere il tempo sprecato,

lo dici alla mia rabbia e alla mia angoscia…

 

“ Non cercare tra i morti colui che è vivo!”

Ed è invito ad alzare lo sguardo,

a credere che c’è ancora vita oltre la morte,

che c’è la Vita!

 

E le lacrime scendono giù, un po’ incredule e un po’ stupite…

 

Davvero c’è vita, Signore?

Ma allora i nostri morti non sono morti?

Hanno ancora parole per noi?

E sorrisi?

 

Se affiniamo l’orecchio, se alleniamo il cuore,

se lasciamo parlare il dolore sapremo che è proprio così…

 

Che la morte ha molto da dire alla nostra vita,

e che da un cimitero o si esce spezzati o trasformati…

 

I nostri cari ci parlano di bellezza e di essenza,

di verità e di riconciliazione,

di nudità e di grandezza.

 

“Nudo uscii dal seno di mia madre e nudo vi ritornerò.”

Davanti a quei corpi consegnati alla terra

non possiamo non lasciarci ferire

non solo dal dolore del distacco,

ma dalla verità di quello che dicono…

 

E’ l’ultima e vera eredità che ci lasciano:

abbi il coraggio di essere te stesso!

Perché tutto lasceremo… le cose, le case,

le immagini che ci siamo costruite,

i trucchi, le maschere…

e nella morte saremo veramente noi stessi…

senza veli, senza false sicurezze, senza impalcature…

 

Signore Gesù, Risorto e vivente,

nudo a Betlemme e sulla croce,

donaci il coraggio di imparare ad amare

perché la morte ci trovi vivi.

 

Donaci di saper piangere il pianto dell’uomo,

donaci di lasciare i fardelli dei rimpianti

per fare dei giorni un canto alla vita…

 

Non permetterci di aggiungere dolore al dolore,

di rassegnarci al gusto amaro della tristezza

quando invece dovremmo lottare

e dare più vita alla vita.

 

Eppure, in quel vento che soffia sulle tombe facendo vibrare le fiammelle accese dei lumini

e che scompiglia i fiori accarezzandone i petali profumati

c’è ancora quell’alito primordiale di vita…

 

“Potranno i morti rivivere?”

Si! E non è un’utopia.

 

I nostri cari rivivono in noi,

nelle sembianze del nostro corpo,

nei mille gesti che ripetiamo, dicendo: faceva così!

Rivivono nei nostri rituali, nelle espressioni del volto,

nei modi di dire e nelle pillole di saggezza.

Rivivono nella memoria del cuore,

rivivono nel bene che facciamo…nella vita che doniamo.

 

Rivivono, e sono vivi, e ci restituiscono una dimensione nuova del vivere,

perché ci sia meno faticoso il cammino e più lieve il dolore.

 

E allora Signore, dentro questa comunione di vita,

aiutaci a divenire umani per non avere paura della paura,

aiutaci ad essere veri perché la morte non ci confonda,

aiutaci ad essere sobri perché nulla ci appesantisca nel viaggio…

 

E fa che abbiamo davvero il coraggio di onorare i nostri cari…

Vivendo!

 

E che possiamo scorgerli danzare accanto a Te,

sciolti da ogni catena di male,

liberi dal tempo e dallo spazio,

sempre accanto a noi…

e facci sentire la vicinanza in quell’ovunque senza tempo, né spazio, né distanza.