Maria Santissima Madre di Dio – Anno Nuovo 2022

Chiesa "San Martino Vescovo", Cerreto Sannita (BN)
01-01-2022

Care sorelle e cari fratelli, buon anno a tutti!

Ci ha detto l’apostolo Paolo: “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.” La pienezza del tempo è la pienezza dell’amore di Dio, come è scritto anche nel Vangelo di Giovanni: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

In questo ottavo giorno dopo il Natale, celebriamo Lei, Maria, la Santa Madre di Dio, la Theotokos, come è venerata nelle chiese ortodosse. Con lo stupore dei pastori di Betlemme, fissiamo lo sguardo su di lei e sul Bambino che tiene tra le braccia. È con lei, con suo Figlio, che entriamo nell’anno nuovo. E mostrandoci Gesù, lei, Maria, ci benedice. Oggi la Madonna benedice, con Gesù, questo anno che inizia.  Gesù  è la Benedizione per ogni persona e per l’intera famiglia umana. Lui, Gesù, è sorgente di grazia, di misericordia e di pace. Ieri sera dicevamo: È questo il nostro Te Deum: dire grazie per il dono del Bambino Gesù alla nostra vita, al mondo intero.

Maria, Madre di Dio, è colei che con il suo sì, con la sua fiducia ed il suo abbandono alle Parole dell’Angelo, ha reso possibile, con il Natale, l’inizio di un tempo nuovo. Maria, Madre di Dio, mostra suo Figlio Gesù a quegli umili pastori e continua a mostrarlo ancora agli umili discepoli di ogni tempo. Nella tradizione della Chiesa d’Oriente è talmente forte il rapporto tra quella madre e quel Figlio che non si trova mai un’immagine di Maria senza Gesù; lei esiste per quel Figlio, suo compito è generarlo e mostrarlo al mondo. È l’icona di Maria, Madre di Gesù, ma è anche l’immagine della Chiesa e di ogni credente: prendere tra le braccia il Bambino Gesù  e mostrarlo al mondo; accogliere il Vangelo nella propria vita e metterlo in pratica.

Grazie Maria, Madre di Dio, per il dono del Bambino Gesù alla nostra vita, al mondo intero. Dio te lo ha donato e tu lo doni a tutti noi perché con lui possiamo camminare su vie di pace e di concordia.
Nel dono del suo Figlio Gesù a Natale abbiamo ricevuto la luce di Betlemme che illumina le tenebre degli egoismi, delle ingiustizie, della violenza del mondo, dell’inimicizia che separa e ostacola il vivere insieme. Con il Natale di Gesù inizia un nuovo tempo; è in quel Bambino che vogliamo trovare forza e speranza per camminare nell’anno nuovo.

Con la nascita di Gesù, tutto è possibile, soprattutto tutto può cambiare. Abbiamo questa grazia: con il Vangelo tutto può cambiare! Tutto, cari amici, possiamo in lui che ci dà forza. È con questa fiducia che iniziamo il nuovo anno.

Con Gesù, noi rinasciamo, aprendoci alla Parola e alla sua presenza:  Il Figlio di Dio è con noi, chi sarà contro di noi?

Chiediamoci con speranza: che cosa possiamo cambiare nella nostra vita con il Natale? Chiediamoci con umiltà: che cosa cambiare in noi, per poter contribuire al cambiamento del mondo, ancora troppo segnato dalla violenza e dall’odio? Noi possiamo cambiare scegliendo l’umiltà e iniziando da chi è più povero e solo. È questa la via della gioia per tutti gli uomini che Egli ama e che scoprono come sono amati.  Il Signore lo sa e ci vuole dare speranza. I grandi cercano la gioia nelle cose grandi, nell’affermazione di sé, nei palazzi del potere di Gerusalemme dove pensano di diventare importanti e si vendono per un po’ di considerazione. Ma lì non nasce nulla. Dio si fa umile, piccolo, si regala e lo trovano gli umili. I pastori sono gli umili.

San Papa Paolo VI ha voluto che il primo gennaio fosse la Giornata Mondiale della Pace; e oggi noi celebriamo la 55ma Giornata Mondiale della pace, che ha per tema: “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”. Non pensiamo che la pace sia riservata solo ai governanti: tutti siamo responsabili della vita della “città”, del bene comune; e la politica è buona nella misura in cui ognuno fa la sua parte al servizio della pace. I tempi difficili che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo con la pandemia, ci insegnano quanto sia necessario avere cura gli uni degli altri, senza lasciare nessuno da solo. Questo atteggiamento conduce alla pace, perché favorisce la costruzione di una società fondata su rapporti di fratellanza. Ciascuno di noi è chiamato a realizzare la pace: siamo tutti chiamati a realizzare la pace e a realizzarla ogni giorno e in ogni ambiente di vita, tendendo la mano al fratello che ha bisogno di una parola di conforto, di un gesto di tenerezza, di un aiuto solidale. Il Signore ci dà il compito di essere operatori di pace. E la pace si può costruire se cominceremo ad essere in pace con noi stessi – in pace dentro, nel cuore – e con chi ci sta vicino.

Cari amici, la pace si costruisce a partire dal cuore di ognuno, quando incontra l’altro, quando lo si ascolta senza fretta, quando si va a trovare un anziano solo o malato, quando ci si avvicina a persone in difficoltà con simpatia e senza giudicare. La pace si costruisce con la pazienza dell’amore, la stesso che Dio ha per noi.

Papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata ha detto: “Ai governanti e a quanti hanno responsabilità politiche e sociali, ai pastori e agli animatori delle comunità ecclesiali, come pure a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, faccio appello affinché insieme camminiamo su queste tre strade: il dialogo tra le generazioni, l’educazione e il lavoro. Con coraggio e creatività. E che siano sempre più numerosi coloro che, senza far rumore, con umiltà e tenacia, si fanno giorno per giorno artigiani di pace. E che sempre li preceda e li accompagni la benedizione del Dio della pace!”

Noi crediamo sia possibile un mondo migliore di quello che lasciamo alle spalle. Ognuno scelga con responsabilità di contribuire alla sua nascita e alla sua costruzione con la preghiera, la fiducia nel Signore, la pace e l’amore che oggi riceviamo. Torniamo nelle nostre case “glorificando e lodando Dio per tutto quello che abbiamo visto e udito”, come fecero i pastori; e come Maria, Madre santissima e Regina della pace, custodiamo queste cose nel nostro cuore, senza perderle per strada o soffocarle nell’affanno della vita. Il mondo ha bisogno della luce di Betlemme e il Signore ci chiede di esserne portatori, perché l’anno che inizia sia di speranza, di guarigione, di pace, di salvezza per tutti. Affidiamo al Signore i malati, gli anziani, coloro che se ne prendono cura, i bambini e i giovani, le famiglie, tutti i bisognosi della nostra terra e del mondo intero. Nelle tue mani, Signore, nostra luce e nostra pace, poniamo la nostra vita.  Signore, fa che nell’anno che si apre possiamo unirci al canto degli angeli davanti a te bambino, e fa che edifichiamo un mondo dove ci sia finalmente la pace e si possa vivere da fratelli. Per questo alla preghiera dei fedeli pregheremo per i paesi dove ci sono violenza e conflitti. Sono tanti, troppi. Forse alcuni neppure li conosciamo.

Accogliamo su di noi la benedizione di Aronne perché segni l’inizio del nuovo anno, perché scenda  su noi tutti, sulle nostre famiglie, sui poveri e sui ricchi, sui giovani e sui vecchi, sui deboli e sui forti, su questa città e sulla nostra terra sannita, sul mondo intero: “Ci benedica il Signore e ci custodisca! Il Signore faccia risplendere su di noi il suo volto e ci faccia grazia. Il Signore rivolga a noi il suo volto e ci conceda pace!”.

E così sia per sempre!

† Giuseppe, vescovo