Il vagabondo tra le stelle

16-05-2020

Ti è capitato, a sera, di avere la percezione che tutta la tua vita sia stato un viaggio in cui hai trascinato una valigia leggera, svuotata dal peso delle amarezze, delle disillusioni, dei dubbi, delle incomprensioni con cui l’avevi riempita nel tempo, lentamente, consapevole che ti avrebbero fatto male, perché non eri riuscito a inserire nella tasca nascosta di quella valigia nemmeno un avanzo di speranza. Insieme ad essa anche tu hai percepito lo stesso vuoto, non cercato e non voluto, fino in fondo all’anima.

E allora, tutte quelle tribolazioni e vissuti brucenti a chi o a cosa li hai affidati?

Svuotare la valigia non è abbandonarla… non è incustodirla… non è passarla ad altre mani… non è vivere meglio o vivere di meno… e non è neanche non amarla, seppur corrosa e grigia al punto da non destare la curiosità nello sguardo.

Quella valigia è la tua vita nella sua unicità ed irripetibilità. È la più grande occasione, possibilità donata a te dal Dio della vita per soffrirla, magari talvolta bistrattarla, ma assaporarla e viverla nella pienezza della tua libertà… come se respirassi intensamente una boccata di salsedine mista ad un tepore che evoca l’infinito che abita il mare.

Ma con accuratezza devi difenderla, perché da essa impari col tempo ad essere un semplice pescatore di stelle che con ami di pazienza, di forza, di arrendevolezza e di fiducia, cerca e vede e afferra l’anima delle stelle.

A tarda sera, prova ad alzare lo sguardo su, verso il cielo. Non soffermarlo in un’unica direzione, ma osa più di quanto i tuoi occhi possano sostenere. Nel denso buio, un afflato di luci vitali, solidali, uniche ti regalano la magia di quell’attimo che sa di eterno.

In quell’immensità, cerca una stella, quella che ti affascina di più e ad essa affidati con confidenza. Raccontale col cuore in mano, senza paura o vergona, che qualcuno ti ha promesso ma poi ti ha deluso; dille che soffri; sussurrale che tanti amici ti hanno abbandonato nel momento di maggiore bisogno e che in famiglia non va tanto bene; gridale che il vuoto che porti con te ti fa male e che vorresti non aver fatto quella scelta che si è rivelata uno sbaglio.

Indugia lo sguardo caldo di lacrime, perché in quella sera la stella che tu stesso hai scelto fra le migliaia di stelle del cielo è la Stella del Mattino, ed è lì.

È lì per te, perché nell’istante in cui la cercavi e la prediligevi, Essa aveva già compiuto una grande opera: ti aveva cercato e scelto e ti attendeva da sempre proprio in direzione del tuo sguardo. Essa sapeva fin dall’inizio dei tempi che avresti avuto bisogno di lei non meno di quanto lei ne abbia sempre avuto di te.

La Stella del Mattino diffonde lo spirito di Dio fino a te e ti invita con raffinata gentilezza a toccare… ad afferrare… a vivere il Suo Amore.

Poi, manifestando una tenerissima lacrima di commozione che si perde nella tua fragilità unita a un devoto sorriso in cui svela la complicità del firmamento e di tutto il Suo Creato, la Stella ti invoglia ad assaporare e a custodire la fiducia che ripone in te, nella tua vita.

E mentre una lacrima di sollievo ti bagna l’anima, proprio quando affidi alla Stella tutto di te e la distanza tra te e Lei è solo un piccolo passo felpato, la implori di non abbandonarti mai anche quando la fatica del vivere offusca l’orizzonte tra la Tua anima e Lei.

Ed Essa brilla!

Brilla… di tenera benevolenza mentre ti porge il ristoro della consolazione, facendo scivolare via da te quell’atteggiamento di arrendevole rassegnazione così come una sciarpa di pura seta cade via per un colpo di vento.

Tu ne rimani dapprima sbalordito, poi incantato. E piangi, perché vivi quell’attimo con il cuore di bambino davanti ai cui occhi tutto è meraviglia, purezza sorriso e pianto.

Guarda la Stella che tu hai cercato! Essa ti ama e te lo dimostra colmando quel vuoto che ti aveva disorientato e riempendo la tua valigia con quel turbinio di sentimenti allontanati che ti avrebbero reso cieco. Ma questa volta c’è il peso del “non dimenticarti di te, di continuare a cercare te stesso nella tua umanità”.

Perché la Stella del Mattino, che ogni giorno riaccende l’infinito di nuovi colori, nel tuo cuore ha edificato la sua dimora: la speranza.

Lode a Te, Gesù, Stella del Mattino

Ti contemplo

mi nutro della Tua Verità

mi perdo nei Tuoi Bagliori

Lode a Te

Che Ridisegni ogni attimo di vita

Che Indossi il Sogno dell’esistenza

Che Rinforzi i cuori malati

Di Te ogni giorno mi innamoro!

Nel Tuo Immenso emani la speranza

Nel Tuo Cielo io approdo all’antica purezza

Lode a Te,

Mi avvolgi e io Ti avverto

Mi rinfranchi e io Ti bevo

Mi ridesti e io Ti adoro

Mi rinnovi e io Ti Benedico

Lode a Te, Gesù, Stella del Mattino

Per Te, l’anima mia intona la gioia.

† don Mimmo, vescovo