Festa della Madonna della Libera – Moiano

08-09-2021

Care sorelle fratelli,

oggi 8 settembre le chiese d’Oriente e d’Occidente celebrano la nascita di Maria Vergine, Madre del Signore. Oggi è il compleanno di Maria e come in ogni casa, quando è la festa della mamma, tutti i figli si riuniscono per farle festa. Per questo siamo qui, come una sola famiglia. E’ la festa di nostra madre, siamo in tanti. E’ bella una famiglia numerosa. Della nascita di Maria parla un vangelo apocrifo, il Protovangelo di Giacomo secondo il quale Maria nacque a Gerusalemme nella casa di Gioacchino ed Anna dove nel IV secolo venne edificata la basilica di sant’Anna.

Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Figlio di Dio. Insieme a Gesù ed a Giovanni Battista, Maria è l’unica di cui si ricorda non solo la “nascita al cielo”, come avviene per gli altri santi, ma anche la data di nascita. Sono giorni importanti quelli che stiamo vivendo. Il novenario alla Madonna di Moiano, alla Madonna della Libera è un tempo di grazia che ci viene donato per rinnovare il nostro legame con il Signore stesso.

Saluto con affetto Don Josif e lo ringrazio per le sue parole, saluto tutti i sacerdoti presenti, saluto i padri predicatori, padre Giuseppe e padre Francesco, saluto il Sindaco, il comandante e tutti voi qui presenti. Era molto bello quello che diceva don Josif nel suo saluto: quanti sono venuti in questi giorni da Maria a chiedere per sé, per i propri figli, per i bisogni dei propri cari. Quanti sono venuti ad aprire il cuore a Maria, a condividere con lei le proprie pene, attese, speranze. Infatti lei c’è sempre ed offre la sua protezione nelle tante situazioni della nostra vita. Lai è Maria Salute degli infermi, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei cristiani, Regina della famiglia, Regina della pace, Maria Madre della Misericordia, Madre della Speranza”, e Maria soccorso dei migranti. Il titolo di Madonna della Libera, ci riporta al 1500 quando con la vittoria di Lepanto, il mondo occidentale fu liberato dal pericolo turco, e nei secoli per sua intercessione i fedeli, hanno sperimentato una liberazione continua dai loro mali e dalle loro angosce e la devozione ha attirato sempre più numerosi pellegrini dalla Valle caudina e oltre, come abbiamo visto anche in questi giorni di grazia.

Maria libera dai mali, è questo il senso di questo bellissimo titolo, Maria è il volto della tenerezza di Dio verso ognuno di noi. E’ il volto della tenerezza che il Signore vuole verso gli anziani, il volto della tenerezza da avere verso i malati, il volto della tenerezza da avere verso i bambini, verso i poveri, verso i profughi. Una tenerezza che libera dalla solitudine e dalla emarginazione.

A Lei, perciò, ci rivolgiamo in questa festa chiedendo prima di ogni cosa di essere liberati dalla pestilenza di questo tempo, dalla pandemia che tanto dolore e sofferenza ha provocato.

La pandemia ha mostrato in modo chiaro che la solitudine è male. E’ male la solitudine anziani, bambini, malati, bambini, stranieri, dei poveri. Che Maria liberi i cuori dalla tentazione della solitudine.

Questa festa della Madonna della Libera ci ricorda infatti che dobbiamo essere liberati dall’idea che possiamo fare a meno degli altri, per poter  crescere in fraternità. Maria ci vuole uniti, famiglia dove ci si scopre fratelli proprio perché ci si scopre figli. Che le nostre comunità siano sempre più luoghi di fraternità per poter attraversare insieme le tempeste della vita, che sono anche quelle della fragilità e della malattia. Con la nascita di Maria l’umanità offre un grembo a Dio perché si compia l’incarnazione del Figlio suo. Maria bambina è anche immagine dell’umanità nuova, quella da cui il Figlio suo toglierà il cuore di pietra per donarle un cuore di carne, un cuore che accolga con fiducia le parole del vangelo.

Ha scritto un santo, S. Pier Damiani: “era necessario che si costruisse la casa, prima che il Re scendesse ad abitarla. Casa bella, poiché, se la Sapienza si costruì una casa con sette colonne lavorate, questo palazzo di Maria poggia sui sette doni dello Spirito Santo. Salomone costruì per il Signore il Tempio di Gerusalemme, un tempio di pietra. Il Signore con Maria costruisce un tempio di carne nel quale accogliere suo Figlio.

Questo infatti è il giorno in cui il Creatore dell’universo inaugura il suo tempio; oggi è il giorno in cui, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore.

Il profeta Michea aveva annunciato qualche secolo prima che una donna «deve partorire»; Se per assurdo fosse toccato a noi di scegliere, avremmo scartato un villaggio piccolo come quello di Betlemme per farvi nascere «colui che deve essere il dominatore in Israele», forse avremmo scelto una donna potente, famosa, ricca, conosciuta, ma dice il Signore: i miei pensieri non sono vostri pensieri e le mie vie non sono le vostre vie. E dice l’apostolo Paolo, «Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti. Dio sceglie Maria per la sua umiltà, ”ha guardato l’umiltà della sua serva, d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” dice il Magnificat. L’umiltà il Signore cerca, non l’orgoglio o la superbia; l’umiltà rende Maria grande davanti a Dio. E l’umiltà Maria trasmise a Gesù che insegnò ai suoi discepoli che colui che è più forte, colui che domina, è in realtà, colui che serve, come fece Gesù: «appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire» (Matt. 20, 25-28). Maria stessa sarà serva della liberazione degli uomini e delle donne dai loro mali.

«Egli stesso sarà la pace!» ci ha detto il profeta. Maria regina della pace ci dona suo Figlio che sarà la pace, una pace per tutti e non solo per qualcuno. E noi sappiamo come sia importante tutto questo; lo stiamo capendo meglio vedendo le immagini che ci arrivano dall’Afghanistan di questi giorni. Venerdì nella nostra Diocesi, in tutte le parrocchie, si pregherà per la pace. Ce lo ha chiesto il Papa e noi vogliamo farlo perché pregare per la pace è segno della nostra ribellione alla violenza ed alla guerra,; non siamo rassegnati, per questo preghiamo. Chi prega spera e chi spera ama.

Non temere di prendere con te Maria, tua sposa”, dice l’angelo a Giuseppe (1,20). Lui pensava di allontanare Maria e Dio gli chiede di accoglierla nella sua casa. L’angelo rassicura Giuseppe: “Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (1,20). Giuseppe accoglie Maria come sua sposa perché sa che in lei si compie il mistero di Dio, e “quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa” (1,24). Care sorelle fratelli, la storia di Dio non la fanno i forti ed i potenti. La storia di Dio la fanno i piccoli e gli umili, quelli che accolgono la Parola anche quando appare misteriosa.

Non temere di prendere con te Maria, dice l’angelo oggi ad ognuno di noi. Sì, vogliamo prendere con noi Maria, accoglierla nella casa che è il nostro cuore e tenerla sempre nel petto dove si tengono le cose preziose. Maria ci libera dal buio della tristezza e della rassegnazione e ci aiuta ad essere luce in questo mondo. Ognuno può essere luce. La luce è vita, riscalda il cuore. E’ possibile! Questo dà senso alla vita: illuminare. Illuminare gli altri è anche ricevere tanta luce dall’incontro con loro. La luce è liberazione dal buio. Racconta Edith Bruck, deportata ad Auschwitz a tredici anni:

“…quei piccoli gesti di umanità che incrociai ad Auschwitz. Io li chiamo i cinque punti di luce nel campo: un cuoco che mi chiese come mi chiamavo, un soldato che mi diede un guanto bucato, uno che non mi sparò, un altro che mi fornì un’indicazione sulla fila dove salvarmi, uno che mi diede la marmellata. Ricominciai a vivere pensando a queste piccole luci nel buio. Non tutto era finito: anche in quell’orrore c’era stato un briciolo di umanità. Non potevo disperderla.”

Care sorelle e fratelli, la luce è possibile anche nell’inferno. Le montagne possono essere spostate. Anche nei luoghi più terribili, nelle situazioni più difficili il Signore ci fa trovare piccole luci, anche in gesti di umanità, piccoli e grandi. In questi giorni il Signore ci ha donato la luce del novenario. Custodiamo la luce delle predicazioni ascoltate, la luce delle preghiere fatte, la luce degli incontri vissuti. Difendiamo nella nostra vita la luce della grazia che in questi giorni ci è stata donata generosamente. Le donne e gli uomini non sono condannati al buio. La pandemia ha rivelato un mondo globale nella malattia. Ma il mondo può essere unito anche nel contagio del bene. Bisogna illuminare i cuori, dobbiamo prendere con noi Maria, la Madonna della Libera, dobbiamo accoglier con noi le parole del vangelo che libera i cuori perché li rinnova. Dobbiamo prendere con noi Maria e con Lei il Signore Gesù.

Perciò Ti preghiamo Maria: donaci di essere luce, di essere liberati dal pessimismo e dalla rassegnazione per costruire un mondo nuovo più fraterno e solidale, dove nessuno sia più lasciato solo.

Ti preghiamo o Maria: liberaci dal male della violenza e della guerra; aiutaci portare Gesù nelle nostre famiglie, spesso divise o ferite; a portare Gesù nelle scuole, ai giovani; portarlo negli ospedali e nelle carceri; aiutaci, a portare il Signore della vita là dove si soffre per la mancanza di lavoro.

O Madonna della Libera, Ti affidiamo le nostre famiglie, i nostri bambini, i nostri malati, i nostri anziani perché Tu, che sei la Stella ci aiuti a essere famiglia capace di accogliere tutti soprattutto i più poveri e bisognosi.

+ Giuseppe, vescovo