STRUTTURE PRESENTI alla giornata
Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute: Segretaria Angelina Iannotti
Icare (Cooperativa sociale di comunità): Presidente Don Matteo Prodi;
Special Olympics (Movimento sportivo per disabili): referente Regione Campania Dott. Taurino Salvatore;
Bisogno di sogno (Cooperative sociale per autistici): Presidente sig.ra Maria Grazia Mariniello;
L’Aquilone (Cooperativa sociale per la riabilitazione psichiatrica e psico – sociale): Direttore Sanitario Dott. Di Fede Salvatore;
Centro di riabilitazione De Nicola: Dott.ssa Gemma De Nicola;
Muladhara (casa alloggio per adulti con disagio psichico): Psicologa Dott.ssa Lucia Russo.
Amasit (Associazione Mariana Assistenza Sollievo Infermi): referente Pino Viscusi;
Volontari Unitalsi di Frasso Telesino e di Moiano-Luzzano (Unione Nazionale Italiana Trasporti Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali): Referente sig.ra Laura Mercurio.
Care sorelle cari fratelli amici tutti , è un momento bello questo che ci raccoglie nella nostra chiesa cattedrale : viviamo oggi il Giubileo delle persone con diversa abilità . La parola Giubileo ci parla del grande amore di Dio per la nostra vita, un amore grande, che tutto perdona ,che tutto comprende e che tutti ci accoglie . Maria oggi è in mezzo a noi come madre della Santa Speranza e nel suo volto vediamo l’amore materno di Dio per la nostra vita, l’amore di una madre ,una madre premurosa che vigila attentamente sulla vita di suoi figli, se ne prende cura, perché non manchi quello che serve per una vita più felice ed il Vangelo delle nozze di Cana ce lo ha mostrato con grande chiarezza. Abbiamo iniziato la nostra mattinata ritrovandoci per una dolce colazione presso villa Santa Rita dove la Cooperativa Icare ha spalancato le porte, anche quelle del cuore, ha creato un bel clima perché tutti si sentissero a casa loro e si sentissero accolti . Abbiamo camminato insieme per venire qui, immagine del pellegrinaggio della vita che ci porta ad andare incontro al Signore. Il Giubileo ci ha fatto incontrare e ci ha permesso di conoscere meglio anche la nostra realtà diocesana e capire che c’è tanto bene che viene seminato, che tanto bene viene vissuto che spesso non notiamo, non vediamo, concentrati come siamo su quello che ognuno di noi fa. Tante volte si vive con orizzonti che non vanno al di là del nostro operato, il mondo sembra tutto ostile, dominato dal male. E’ bello invece sapere che ci sono tante realtà che in un modo diverso seminano generosamente semi di amicizia, solidarietà, umanità e di pace mettendo al centro quello che per il mondo conta poco o che vale poco . Care Associazioni, grandi e piccole, vi dico grazie perché fate un lavoro straordinario nel nostro territorio per aiutare tanti io isolati a diventare un noi . Noi significa famiglia, fraternità, perché non dobbiamo lasciare solo nessuno. E allora, oggi con un cuore pieno di speranza diciamo l’importanza delle nostre grandi o piccole realtà che ogni giorno si impegnano per i più fragili e che permettono di capire che aiutare gli altri non richiede poi chissà quali capacità, ma solo un desiderio di condivisione. Oggi celebriamo il sacramento dell’amicizia, dell’amicizia sociale, del valore del dono ed ognuno è un dono per l’altro e tanto si riceve mentre si sta donando.
Oggi il Giubileo ci dice che noi siamo preziosi agli occhi di Dio e che anche per noi Gesù ha dato la sua vita sulla croce; siamo preziosi agli occhi di Dio e uno dei segni di questo amore è proprio l’associazione che si preoccupa di me, della mia vita, che mi chiama, che mi coinvolge ,che mi dona momenti belli di amicizia ,perché dove c’è il bene lì c’è Dio. Dio è presente nel nostro stare insieme, nostri rapporti, nostri legami : vivere insieme nel rispetto della propria identità nella certezza che io la mia identità la comprendo solo quando sto con gli altri. E come si fa questo? Mettendo in comune quello che abbiamo. Ed una cosa che abbiamo tutti è il tempo: mettere in comune il tempo, trovare il tempo, credere che quel tempo che tu dedichi agli altri è un tempo che rende migliore la tua vita. Il tempo, che non può essere sprecato, ma che deve avere sempre un senso e il senso del tempo è nel fare del bene, fare del bene agli altri, fare in modo che la vita degli altri possa essere migliore, perché per molti sembra che il vino sia finito, per molti sembra che non ci sia motivo di poter cambiare le cose o di sperare . C’è infatti un modo di pensare del mondo molto rassegnato : il vino è finito non posso farci nulla E questo tante volte giustifica l’indifferenza o la sonnolenza verso la vita . Il vino è finito cosa posso fare? Maria è attenta, e lei crea una corrente di amore, convoca Gesù perché con Gesù le cose possono essere diverse. Il prefazio dice che Maria è segno di consolazione e di sicura speranza. Sì lei rinnova la speranza degli sposi del Vangelo chiedendo a Gesù di intervenire, lei rinnova la speranza nei cuori chiedendo a Gesù di aiutarci a creare, quando i legami che abbiamo sembrano finiti, quei legami umani che rendono la nostra vita migliore e chi ci aiutano a sperare anche nel futuro altrimenti triste perché segnato dalla solitudine . Voi associazioni siete come i servi del Vangelo che aiutano il Signore perché non manchi il necessario per far continuare la festa.
Oggi comprendiamo meglio il valore della parola : insieme. Il male, la solitudine, la discriminazione si vincono insieme. La gioia si trova insieme. Il Dio che ci ha creato e conosce ciascuno ci ha fatti per essere insieme. La volontà di Dio è una vita piena , la volontà di Dio è un mondo di pace. Senza pace non c’è vita o solo vita mortificata. Maria, Madre di Dio e madre nostra, ci ricorda che siamo fratelli tutti perché per lei tutti siamo figli. La guerra cresce con la rassegnazione di fronte ai problemi, con i terribili interessi economici che spingono gli uomini a costruire lance invece di falci, a distruggere i granai e costruire nuovi arsenali e nuovi ordigni per distruggersi. Il Giubileo ci indica la cultura dell’incontro come via alla riconciliazione personale e civile. Come in cielo, così in terra diciamo nel Padre nostro. Ma c’è una cosa che si deve fare di più, anche i sacerdoti, anche i laici, dobbiamo fare di più: imparare ad ascoltare, il Signore è nel cuore di ognuno, e tu devi avere la pazienza di ascoltare. Accogliere e ascoltare. Tutti.
Cari amici quello che fate è molto importante: lottare contro la discriminazione e l’isolamento, far crescere la cultura dell’incontro e dell’inclusione, avere cura come Maria delle fragilità rende sicuramente il nostro mondo migliore e questo semina pace, crea spazi di pace. Nel deserto di sentimenti di questo mondo ogni associazione è un’oasi dove trovare ristoro, dove ritrovare la propria dignità. Disse Ludovica della Cooperativa Icare: quando sono qui mi sento libera. «Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti, e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dell’altro!» (Francesco, Esort, ap. Evangelii gaudium).
Il salmo 117 dice: Gesù è stato rifiutato e crocifisso fuori dalle porte della sua città. Su di lui, pietra scartata Dio ricostruisce il mondo, e ognuno di noi è pietra di grande valore nell’edificio di una nuova umanità e se qualcuno si è sentito scartato, ora non lo è più. Ma dobbiamo fare nostre le parole di Maria : Fate quello che vi dirà.
Il Vangelo è la via da percorrere, il Vangelo della pace e della amicizia. Ci sia amicizia allora anche tra le associazioni, tra i suoi membri. Ogni associazione grande o piccola è una luce capace di scacciare le tenebre di un mondo in balia della divisione e della contrapposizione. Ringrazio chi ha reso possibile questo incontro, che in molti modi ci porta al cuore del Giubileo, un anno di grazia in cui a tutti è riconosciuta la dignità troppe volte sminuita o negata. Ringrazio l’Ufficio diocesano per la pastorale della salute ,saluto Don Giuseppe Oropallo e la Cooperativa Icare, saluto Don Matteo, per l’impegno speso con generosità per organizzare questo evento. Ringrazio tutti voi per aver accolto l’invito ricevuto rendendo con la vostra presenza più bello questo momento che abbiamo vissuto. La Speranza non è uno slogan, ma è una luce ritrovata attraverso un grande lavoro fatto insieme.
Vi affido alla guida materna di Maria madre della Santa Speranza . E di cuore vi benedico.
+ Giuseppe, vescovo


































































