Il culto alla Madonna del Buon Consiglio è legato all’Ordine dei Padri Agostiniani, custodi del famoso santuario di Genazzano (RM) fin dal 1356, ma la sua diffusione nel meridione d’Italia ed a Napoli ha avuto particolare incremento grazie ai Frati Minori Alcantarini. Il Beato Modestino di Gesù e Maria (1802-1854), alcantarino, durante la prima metà del XIX secolo, fece della Basilica di Santa Maria della Sanità in Napoli il centro della devozione alla Madonna del Buon Consiglio. Commissionò al pittore napoletano Domenico Caldara un’icona della Madonna e le dedicò una cappella della Basilica, che fu visitata anche dal Beato Pio IX durante la sua visita a Napoli nel 1849.
La venerazione della Madonna del Buon Consiglio nella chiesa della Madonna delle Grazie a Cusano Mutri si deve invece al Servo di Dio Fra Carlo di San Pasquale. Egli, già terziario professo nel convento di Sepino dei Frati Minori Osservanti, entrò nella riforma alcantarina nel 1845. Nel 1847 fu trasferito da Piedimonte d’Alife all’infermeria di Santa Lucia al Monte in Napoli. Erano proprio gli anni in cui il Beato Modestino incrementava la devozione alla Madonna del Buon Consiglio nel centralissimo convento della Sanità. Certamente Fra Carlo ebbe modo di conoscere e apprezzare il suo confratello Modestino e mutuare da lui la particolare devozione alla Madonna. Tra l’altro, nella visita che Pio IX fece alla basilica della Madonna della Sanità, il 21 novembre 1849, furono invitati i frati delle diverse comunità alcantarine presenti in Napoli, ed è dunque legittimo pensare che anche Fra Carlo vi poté partecipare per unirsi alla preghiera e alla lode alla Vergine Maria.
Nel mese di maggio del 1850 Fra Carlo di San Pasquale fu trasferito al convento di San Nicolò di Mirabella Eclano. In questa casa religiosa il nostro Servo di Dio progredì in un clima di grande fervore spirituale, tanto che iniziò a godere presso il popolo di una certa fama di santità.
Nel 1866 con la confisca dei beni ecclesiastici da parte dello Stato e la forzata secolarizzazione, la maggior parte dei religiosi fu costretta a ritornare presso le proprie famiglie. Fra Carlo, nella tristissima circostanza di dover abbandonare la vita conventuale, scelse di ritornare a Cusano Mutri, ma non presso i parenti, bensì presso l’antico eremo della Madonna delle Grazie, all’ingresso del paese. Quest’eremo,perché situato in campagna e per le sue minute proporzioni, corrispondeva allo stile architettonico dei “conventini” alcantarini. La sua ubicazione permetteva di condurre una vita ritirata, ma non priva di un certo apostolato tra la gente. Fra Carlo, senza smettere di indossare l’abito alcantarino come obbligava l’ingiunzione governativa,riuscì anche a mantenere una minima forma di vita comunitaria, avendo presso di sé un buon uomo, detto Fra Rocco, che da laico desiderava condurre vita eremitica. Non era raro poi, che qualche confratello alcantarino di passaggio sostasse all’eremo della Madonna delle Grazie di Cusano Mutri, permettendo a Fra Carlo di continuare a sentirsi parte di una fraternità, e di ricevere almeno le notizie più importanti dei frati in diaspora.
Intorno al 1870 ci fu una riorganizzazione della Provincia religiosa alcantarina di San Pietro d’Alcantara, ed essa fu divisa in circoscrizioni con un proprio superiore da cui dipendevano tutti i religiosi dimoranti nel circondario, sia in convento che fuori convento. In tal senso Cusano Mutri rientrava nel circondario del convento di Santa Maria Occorrevole di Piedimonte d’Alife. Qui era di stanza all’epoca il Servo di Dio Padre Berardo del Cuore di Gesù, alcantarino nativo di Sarno, apprezzato predicatore e direttore di spirito, che ne aveva fatto sede del suo ministero.
Dalla documentazione relativa al processo di beatificazione di Padre Berardo sappiamo che egli si recò a Cusano Mutri il 14 maggio 1876 per tessere il panegirico in onore della Madonna del Buon Consiglio,invitato proprio dal confratello Fra Carlo di San Pasquale. Di questa omelia si conservano gli appunti. Da quella occasione in poi, tra i due confratelli alcantarini maturò un’intensa amicizia spirituale nella condivisione della tenera devozione alla Madre di Dio. Del resto, le virtù della Madonna furono un tema ricorrente della predicazione di Padre Berardo Atonna, il quale dovunque andava insisteva nel diffondere la pratica del Rosario e promuovere, tra le giovinette, l’adesione all’ associazione delle Figlie di Maria
Padre Berardo dopo gli anni vissuti nel Matese, fu trasferito a Napoli dove venne in contatto con Suor Maria di Gesù Landi, terziaria alcantarina, anch’essa promotrice della devozione alla Madonna del Buon Consiglio, da lei venerata nella cappella privata della sua abitazione in via Duomo. Questa immagine fu oggetto di grande venerazione nella Napoli di fine ottocento, al punto che le si attribuivano molti miracoli, uno anche a favore di Padre Berardo, il quale in diverse occasioni celebrò messa in quell’oratorio.
Padre Berardo e Fra Carlo nella maturità della loro vita spirituale furono pertanto accomunati dalla devozione alla Madonna del Buon Consiglio. Padre Berardo, accanto a Madre Landi, fu all’origine della costruzione dell’imponente tempio dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, sulla collina di Capodimonte in Napoli. Fra Carlo, dall’umile eremitaggio di Cusano Mutri, diffuse questa devozione mariana in più modesta misura, ma con il medesimo amore ed incanto.