Le Feste religiose

Comunicato della Curia diocesana

Circa le feste patronali si ribadisce quanto è stato stabilito nel 2013 dalla Conferenza Episcopale Campana nel documento Evangelizzare la Pietà Popolare – Norme per le feste religiose (http://www.conferenzaepiscopalecampana.it/tag/feste-religiose/).

Si riporta il n. 4 del documento, dove sono date indicazioni precise, da osservare diligentemente, per il momento liturgico – celebrativo e per il momento ludico – esterno.

 

a.– Momento liturgico – celebrativo

  1. Le feste sono momenti importanti della vita religiosa di una comunità. Il loro insieme costituisce il “santorale locale” che deve essere custodito con ogni cura e non può essere alterato nel suo equilibrio tradizionale. Ogni nuova festa necessita perciò di espressa autorizzazione dell’Ordinario.
  2. La festa sia preparata con un “novenario” o “settenario” o “triduo” ben curati, dando ampio spazio all’ascolto della Parola di Dio per avvicinare con opportune catechesi anche i lontani al sacramento della Riconciliazione e all’adorazione eucaristica, secondo un programma preparato dal Consiglio Pastorale Parrocchiale.
  3. Si concluda la preparazione con un gesto di solidarietà all’interno o anche fuori dei confini parrocchiali.

 

b.– Momento ludico – esterno

Anche il momento ludico è un elemento importante della festa: non va trascurato! Non deve essere però prevalente e staccato dal momento religioso, al quale deve rimanere sempre subordinato. Non è concepibile infatti che una “festa religiosa”, che si qualifica quale pubblica manifestazione di fede, si riduca poi a manifestazione paganeggiante, con sperpero di denaro per il  cantate famoso e per i fuochi artificiali. L’equilibrio dei due poli della festa – quello liturgico-celebrativo e quello ludico – è frutto di sapiente dosaggio, fatto “in loco” dal Consiglio Pastorale attingendo alle tradizioni culturali del luogo.

Nell’organizzazione concreta il Consiglio Parrocchiale può avvalersi di un Comitato esterno, di cui comunque devono far parte alcuni membri del Consiglio stesso.

Ogni comitato va costituito secondo queste tassative norme:

– sia sempre presieduto dal parroco che lo forma, chiamando a farne parte persone che si distinguono per impegno ecclesiale e onestà di vita;

– non sia permanente, ma resti in carica per la sola celebrazione della festa, secondo il programma di massima preparato dal Consiglio Parrocchiale ed approvato dalla curia almeno un mese prima;

– si impegni a rispettare le norme vigenti, sia canoniche che civili (SIAE secondo la convenzione stipulata dalla CEI ed altre tasse), e a redigere entro un mese il bilancio consuntivo della festa, che deve essere vistato dal Consiglio Affari Economici, il quale per l’occasione svolge il ruolo di Collegio dei Revisori dei conti;

– le feste esterne siano celebrate nei giorni stabiliti dal calendario liturgico. E’ consentito conservare date tradizionali diverse, purché non coincidano con solennità che godono di assoluta precedenza (Pasqua, Ascensione, Pentecoste, Corpus Domini, SS. Trinità);

– le Confraternite non possono organizzare feste, né possono costituirsi autonomamente in comitato senza l’autorizzazione del parroco, al quale compete la presidenza e la richiesta del nulla osta alla Curia. Le Confraternite inoltre sono tenute ad osservare le presenti norme e quindi devono anch’esse provvedere al rendiconto amministrativo nei termini stabiliti di un mese;

– sono rigorosamente vietati spettacoli leggeri o di altro tipo, che non diano garanzia nei contenuti, nel linguaggio, nell’abbigliamento, nell’organizzazione per rispetto del decoro e della dignità che una festa religiosa richiede. Si preferiscano invece spettacoli folk, musica seria, di gruppi teatrali (meritevoli di riscoperta e di riproposta sono le “drammatizzazioni tradizionali della vita del santo), di giochi popolari che coinvolgono la gente del luogo e ne promuovono una migliore integrazione sociale: l’identità di un paese non si misura da una serata fantastica, ma dalla partecipazione attiva della gente ai festeggiamenti.

– La processione è una espressione pubblica di fede. Perciò non è consentito lasciarla in balia dello spontaneismo, bensì occorre curarla e guidarla in maniera tale che sia realmente una corale testimonianza dei genuini sentimenti religiosi della comunità.

Pertanto:

  • Le processioni si possono tenere solo se c’è un concorso di popolo.
  • Il corteo, guidato dal sacerdote o da un diacono, sia organizzato in modo da favorire il raccoglimento e la preghiera.
  • Non è lecito attaccare denari alla statua che peraltro non può essere messa all’asta e trasportata dai migliori offerenti. Non è consentito ugualmente raccogliere offerte[1] e fermare la processione mentre si sparano fuochi artificiali.
  • I comitati non possono in nessun modo interferire nella processione.
  • Secondo itinerari concordati con il Consiglio Pastorale Parrocchiale le processioni seguano le vie principali e siano di breve durata, contenute possibilmente nello spazio di due ore.
  • Parte delle offerte raccolte in occasione della festa sia riservata a gesti di carità e a rendere più belle le nostre chiese.

 

Tenendo conto che il pericolo di contagio non ancora è superato, nella programmazione della festa, più che mai occorre premunirsi delle autorizzazioni di pubblica sicurezza e di tutela sanitaria da parte delle autorità civili.

 

Cerreto Sannita, 12 aprile 2022

 

[1] È assolutamente proibito portare in giro le sacre immagini al solo scopo di raccogliere soldi, ma si può accogliere senza ostentazione l’offerta data spontaneamente da qualche fedele lungo il percorso processionale stabilito.

 

Allegato: Le Feste Religiose