Precisazione sul DPCM del 13 ottobre 2020

Il DPCM del 13 ottobre 2020 sulle misure di contrasto e contenimento dell’emergenza Covid-19 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝗶𝗻𝘃𝗮𝗿𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗶𝘀𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗣𝗿𝗼𝘁𝗼𝗰𝗼𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝟳 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗮 𝗹𝗮 𝗿𝗶𝗽𝗿𝗲𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗲𝗹𝗲𝗯𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗼. Esso rimane altresì integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico, già trasmesse nel corso dell’estate.
➡️ Tra queste, a titolo esemplificativo: guanti non obbligatori per il ministro della Comunione che però deve igienizzarsi accuratamente le mani;
➡️ Celebrazione delle Cresime assicurando il rispetto delle indicazioni sanitarie (in questa fase l’unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando), la stessa attenzione vale per le unzioni battesimali e per il sacramento dell’Unzione dei malati;
➡️ Reintroduzione dei cori e cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti (tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. L’eventuale interazione tra cantori e fedeli deve garantire il rispetto delle raccomandazioni igienico-comportamentali ed in particolare il distanziamento di almeno 2 metri);
➡️ Durante la celebrazione del matrimonio gli sposi possono non indossare la mascherina;
➡️ Durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi dove svolgono vita sociale in comune.
Nelle settimane in cui le Diocesi riprendono le attività pastorali, la Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana assicura un’interlocuzione costante con Palazzo Chigi – Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Interni e il Comitato tecnico-scientifico, per monitorare il quadro epidemiologico e l’evoluzione della pandemia.