Norme per le celebrazioni della Settimana Santa 2020

Carissimi,

in attesa di affidarvi, venerdì 3 aprile, la lettera “pastorale” della Settimana Santa e della Pasqua, frutto della mia preghiera di questo periodo, vi consegno alcune norme e riflessioni pratiche che vogliono aiutarci a vivere meglio il tempo liturgico che sta per iniziare, il tempo della “Grande Settimana”. Troverete anche gli orari delle celebrazioni da me presiedute.

Anche questo vuole essere uno strumento di unità e di comunione, segno concreto del nostro cammino condiviso.

In applicazione di quanto indicato dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti con i suoi decreti del 19 marzo e del 25 marzo 2020, la nota della Presidenza CEI del 25 marzo 2020, dispongo quanto segue:

  1. Le celebrazioni pasquali, senza concorso di popolo, a porte chiuse, ed eventualmente trasmesse per via televisiva o informatica siano celebrate soltanto nelle Parrocchie.

 

  1. Alle celebrazioni, osservando scrupolosamente le prescrizioni sanitarie ordinate dalle Autorità civili, avendo in particolare attenzione a tenere la necessaria distanza fisica tra le persone, potranno partecipare il Celebrante, i Sacerdoti e i Diaconi ordinariamente presenti nella Parrocchia o nel territorio di competenza, un Ministrante, un Cantore, un’Organista, eventualmente due operatori per la trasmissione.

 

  1. Le Parrocchie, all’ora che riterranno conveniente, celebrino una sola messa domenicale.

 

  1. Come già comunicato precedentemente, per un senso di unità, nella scelta degli orari si consiglia di non sovrapporsi alle celebrazioni trasmesse dalla chiesa Cattedrale.

 

  1. Sono assolutamente proibite processioni o qualunque forma di assembramento di persone.

 

  1. Nelle trasmissioni delle celebrazioni, al momento della comunione eucaristica, sarà utile inserire la preghiera di “Comunione spirituale” come nella tradizione alfonsiana.

 

  1. Il Sacramento della Penitenza o Riconciliazione, pur con le precauzioni e le distanze necessarie, può essere celebrato nelle forme proprie del Rito, mai attraverso conversazioni telefoniche o altro tipo di comunicazione. Dove non ci fosse la possibilità di accedere alla celebrazione del Sacramento, si suggerisca a chi ne fa richiesta, un personale Atto di contrizione con la promessa di accostarsi al Sacramento quando le condizioni lo permetteranno.

 

  1. DOMENICA delle PALME:
    • ore 10.30, Chiesa Cattedrale – Cerreto Sannita: S. Messa

Come indicato dal Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per la Commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, solo in Cattedrale si potrà seguire lo schema secondo proposto dal Messale; nelle Parrocchie, invece, si userà quanto proposto dallo schema terzo. È assolutamente proibito benedire quantità di rami di ulivo da mettere a disposizione dei fedeli. Nell’introdurre la celebrazione si accompagnino i fedeli a comprendere che l’essere privati del segno può e deve aiutarci ad accogliere con maggiore autenticità la presenza del Signore nella nostra vita.

 

  1. LUNEDI’, MARTEDI’ E MERCOLEDI’ SANTO:
    • ore 19.00, Cappella Episcopio – Cerreto Sannita: preghiera del Santo Rosario e Benedizione Eucaristica

 

  1. MERCOLEDI’ SANTO, MESSA CRISMALE:

Come comunicato in precedenza, decideremo la data della celebrazione alla fine del tempo della pandemia, come segno di un nuovo inizio con i sacerdoti e tutto il popolo a noi affidato.

 

  1. GIOVEDI’ SANTO, IN COENA DOMINI:
  • ore 18.30, Chiesa Cattedrale – Cerreto Sannita: S. Messa in Coena Domini

Come in Cattedrale, anche nelle Parrocchie, nella celebrazione sarà omessa la “Lavanda dei piedi” e la Reposizione solenne del SS. Sacramento. La celebrazione si concluderà nel silenzio con la semplice reposizione del SS.mo nel tabernacolo.

I Sacerdoti che non potessero accedere alla chiesa parrocchiale, potranno celebrare privatamente anche nel luogo in cui abitualmente dimorano.

  • ore 21.00, Cappella Episcopio – Cerreto Sannita: momento di preghiera ed ascolto insieme ai giovani

 

  1. VENERDI’ SANTO, COMMEMORAZIONE DELLA PASSIONE:
  • ore 8.30, Chiesa Cattedrale – Cerreto Sannita: Ufficio delle Letture e Lodi mattutine
  • ore 9.30, Chiesa Cattedrale – Cerreto Sannita: confessioni (Confessore il vescovo Mimmo)
  • ore 18.30, Chiesa Cattedrale – Cerreto Sannita: Solenne Azione Liturgica
  • ore 20.00, Chiesa Cattedrale – Cerreto Sannita: Via Crucis

Alle Parrocchie che prevedessero anche un momento di meditazione con la Via Crucis, dopo la celebrazione della liturgia della Passione, si consiglia di frapporre un certo spazio di tempo tra i due momenti.

 

  1. SABATO SANTO, VEGLIA PASQUALE:
  • ore 8.30, Chiesa Cattedrale – Cerreto Sannita: Ufficio delle Letture e Lodi mattutine
  • ore 9.30, Chiesa Cattedrale – Cerreto Sannita: confessioni (Confessore il vescovo Mimmo)
  • ore 22.00, Chiesa Cattedrale – Cerreto Sannita: Veglia Pasquale

La celebrazione inizierà con l’accensione del Cero, senza la benedizione del fuoco. Seguirà l’annunzio pasquale, la veglia e l’Eucaristia nelle forme indicate dal messale. Poiché non si celebra il Sacramento del Battesimo, si omette la benedizione sia dell’acqua battesimale e dell’acqua lustrale e si fa la Professione di fede con il Rinnovo delle Promesse Battesimali. È assolutamente proibito preparare acqua benedetta da mettere a disposizione dei fedeli.

 

  1. DOMENICA DI PASQUA:
  • ore 10.30, Chiesa del Monastero del SS. Redentore – Sant’Agata de’ Goti: S. Messa della Resurrezione

 

  • Tutte le celebrazioni da me presiedute saranno trasmesse in diretta tramite la pagina Facebook ed il canale YouTube della diocesi.

 

Riflessione al margine di queste note

I frutti del ramoscello d’ulivo

Quest’anno non avremo tra le mani i ramoscelli di ulivo ma il significato di quei rami… e anche questo ci riporta all’essenziale.

C’è una responsabilità precisa, il ramoscello non è un talismano: costituisce un impegno chiaro. È il segno della pace che va conquistata quotidianamente col sudore della fronte. Conquistarla e offrirla agli altri, a cominciare dai più lontani che sono spesso quelli che ti stanno accanto.

Attraverso uno stile di mitezza, rompendo la crosta degli egoismi con la tenerezza. Pregando. Riconciliandosi. Ricomponendo l’unità infranta. Amando coloro che non se lo “meritano”. Benedicendo coloro per i quali avresti buone ragioni per lamentarti. Cercando di comprendere chi non ti capisce. Rispettando chi non la pensa come te. Non escludendo dal raggio della tua bontà gli “antipatizzanti”.

Nessuno è tenuto a “meritarsi” la tua bontà, la tua generosità, la tua accoglienza, il tuo servizio. Sei tu, semmai, che devi meritarti il diritto di amare come Lui ha amato, ossia da “folle”, gratuitamente, senza calcoli, senza condizioni, senza limiti, indipendentemente dai comportamenti altrui, senza aspettarti nulla in cambio… è tornare al Vangelo, per ripartire dal Vangelo.

Piuttosto impegnativo il significato del ramoscello di ulivo, no? E quanta forza ci vuole per non lasciarlo seccare, anzi per fare in modo che porti frutti attesi. Ma non spaventarti… è questo l’inizio della resurrezione.

Quali processioni sono consentite in questo tempo di grazia? Quale benedizione la Domenica delle Palme è autorizzata?

Eccole, magari cominciando a mettere dei teli/panni/mantelli alla finestra per accogliere il Signore che passa:

1. Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda (Rm 12,10). La più grande benedizione che possiamo far entrare nelle nostre vite e nelle nostre case è costruire fraternità, con tutti quelli con cui possiamo entrare in relazione.

 

2. Condividete le necessità dei santi (Rm 13,13) Sappiamo che il Signore ci chiede di dare da mangiare all’affamato. Possono essere giorni molto difficili, per molti, anche per il cibo. Investiamo sulla spesa solidale o aiutiamo la Caritas o la Parrocchia attraverso le iniziative proposte. Più che sui social, prova a “perdere” tempo con chi ha bisogno di essere ascoltato. Basta una telefonata. Facciamoci carico, per come ci è possibile, di chi fa più fatica.

 

3. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione (Rm 12,12a). La situazione che stiamo vivendo è davvero difficile; trasmettere letizia, gioia è un grandissimo dono che possiamo offrirci. Ma tutto nasce dal tuo stare in silenzio davanti al Signore. In ginocchio davanti a Lui. Nel segreto della tua stanza.

 

4. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. (Rm 12,15) Saper condividere, vivere insieme (per quanto possibile) le fatiche e le gioie della vita è certamente un desiderio di Dio nei nostri confronti. Mostriamoci vicini! Fai tu il primo passo, non aspettare che sia l’altro a farlo.

 

5. Perseveranti nella preghiera (Rm 12,12b) Una grandissima benedizione che possiamo offrirci è la preghiera gli uni per gli altri, per tutti i sofferenti, per tutti coloro che si spendono per i malati, per i defunti, soprattutto per quelli che non hanno avuto conforto e vicinanza, per i bambini e per i giovani. Per chi è solo. Per chi non crede.

 

6. Il Vangelo a tutte le genti (cfr. Rm 16,25-26) Non dimentichiamoci delle grandi tragedie che sono nel mondo. Le nostre città sono vuote, perché ci hanno chiesto di non uscire. Le città della Siria lo sono per le bombe. Tanti paesi, da molto tempo, sono in difficoltà. Non scordiamoci del mondo intero! La nostra Diocesi è ancora collegata con l’Albania, per il terremoto… e con diversi paesi dell’Africa…

 

7. Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite (Rm 13,1). Anche essere cittadini responsabili è una grandissima forma di carità e di benedizione per la vita degli altri. Anche il Papa ci ha invitati a sentirci tutti nella stessa barca. Facciamo anche la carità della Verità, condividendo solo le notizie di cui siamo sicuri, sottolineando i germi di speranza. Collaboriamo con le istituzioni locali, soprattutto in questo momento, per costruire solidarietà autentica… non alziamo muri, non servono polemiche, i poveri sono la carne di Cristo. I poveri non si contano, si abbracciano. E ci salvano.

 

8. Noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi (2Ts 3,7). Il lavoro è un diritto. L’ultima riflessione che possiamo fare, ma che per tanti aspetti dovrebbe essere la prima, è ricordarci di chi ha perso il lavoro. Oggi possiamo pregare per loro; oggi possiamo aiutare loro e le famiglie, soprattutto materialmente. Ma l’impegno deve essere quello, terminata questa emergenza, di costruire una società dove tutti siano messi nelle condizioni di lavorare. Questo è un nostro dovere. Già oggi si vedono le difficoltà del domani dal punto di vista sociale ed economico. Non possiamo voltarci dall’altra parte. La via crucis di tanti fratelli non può essere guardata dalla finestra. Siamo chiamati fin da ora, senza perdere più tempo, a cominciare a costruire su queste rovine. Tutti. E tutti insieme.

 

Ognuno potrà scegliere a quale processione partecipare; a proposito: ricordiamoci che il ramoscello di ulivo, che tutti gli anni abbiamo portato a casa, si è poi seccato. La benedizione dell’acqua santa in casa è inefficace se non converte i nostri cuori e non dilata la carità attraverso passi di giustizia.

Allora questo sarà davvero un tempo di grazia, perché ci riporterà all’essenziale, a capire cosa vuol dire realmente celebrare non i riti ma la vita delle persone.

In comunione fraterna, invoco su tutti la benedizione del Signore.

Cerreto Sannita, il 31 marzo 2020

 † Domenico Battaglia, vescovo