Tra il rifiuto e l’attesa, in viaggio “on the road” con il vescovo Mimmo.

GIORNO 2: Del sorriso e del silenzio

Bambini che giocano, bambini che saltano, bambini che sorridono, bambini che soffrono. Anche in questo secondo giorno ritorna il tema del dolore per i bambini e per i ragazzi. C’è un ulteriore dolore dei bambini e dei ragazzi, che avvolge ancora una volta i “grandi”: quello per una morte improvvisa e inaspettata per un incidente oppure quella causata da un letale male incurabile; quello che ti lascia in una notte scura, buia, fredda, impotente; quello che ti lascia con tante lacrime e poche parole, se non quelle da utilizzare per chiedere a Dio dove fosse in quel momento tragico. La notte accartocciata nel dolore del silenzio. Un silenzio così duro da vivere, così duro da raccontare. Una notte che ha necessariamente un’unica direzione obbligatoria: attraversarla. Anche se stanchi di sopportarne il peso, anche se appesantiti dal dramma e dalla fatica, bisogna provare a trovare il coraggio di attraversarla. Con la fiducia in un Signore che vuole entrare, che non si ferma davanti ad un portone e che si vuole fare spazio in quel dolore per alleggerirlo dentro di noi, se noi, a poco a poco, afflitti e addolorati, glielo consentiamo. “Ed è proprio Cristo Risorto la risposta ai drammi della vita”. E’ quello che il nostro don Mimmo, con totale commozione, ha rivolto a Sant’Agata de’ Goti ai familiari e agli amici di Nando, morto per un incidente stradale qualche giorno fa. Nando lascia due figli. E’ in atto una spietata danza della sofferenza, in questo momento, una notte senza la sera. Per quanto difficile, non bisogna cedere il passo alla rassegnazione, ma attendere quella luna che spunta dal monte. D’altronde la vita stessa si misura dallo spessore delle attese, cioè dell’ “andare verso” l’altro senza mettere davanti le barriere dei rifiuti e delle rinunce. Perchè l’altro siamo anche noi, siamo noi.

Attese che piangono sudore, lacrime, sangue e disperazione anche in chi è alla ricerca di un posto di lavoro. Gli imprenditori, soprattutto, lo toccano con mano tutti i santi giorni. C’è un dramma, quello della disoccupazione e della fuga dei giovani dalle nostre zone, che ha bisogno di essere ribaltato in rivincita e in riscatto. L’attenzione della nostra Diocesi verso il mondo del lavoro è evidenziata ancora una volta nell’incontro che il vescovo Battaglia ha voluto a Telese Terme nell’azienda Mangimi Liverini con e per il mondo del lavoro. All’appuntamento per imprenditori e lavoratori delle tante aziende presenti, come gesto di attenzione e cura, come segno di presenza, vicinanza e accompagnamento, era presente anche la cooperativa sociale di comunità iCare con i suoi ragazzi della pasticceria di comunità DolceMente, che ha allestito un buffet. Valentino, Maria, Roberto e Antonio, ancora una volta erano emozionati, ma contentissimi di essere lì in quel momento a lavorare.

Il lavoro è stato, fin dal primo momento, al centro dell’azione pastorale diocesana. A conclusione della celebrazione, don Mimmo ha rilanciato la costituzione di un tavolo tecnico che deve vedere la presenza, oltre che delle istituzioni politiche che hanno aderito appieno all’iniziativa, degli stessi imprenditori e lavoratori per provare a costruire insieme possibili strategie e percorsi. Come punto di partenza la Diocesi ha scelto, come sempre, l’ascolto del territorio tramite un questionario-sondaggio sul tema “Giovani e lavoro”, pensato per tutti i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Parola d’ordine: mai arrendersi e smettere di provarci. Il sorriso, anche se con tantissime cicatrici tatuate addosso, può essere ritrovato scavando nelle macerie del dolore. Sempre con la pazienza dell’attesa e con la voce del silenzio che può trasformarci, convertirci, farci sognare.