Il significato della vita, il senso della vita, non lo trovi da solo, ma insieme agli altri. E’ quello che sento e vivo quando sono insieme ai mei amici dell’Ac di Melizzano; è quello che percepisco quando partecipo agli incontri di formazione con loro; è quello che ho vissuto lo scorso mercoledì 3 maggio.
E’ stato il primo appuntamento del mese Mariano e, pertanto, vissuto in orazione della Vergine e strutturato sulla meditazione di un mistero della Gloria: “L’Ascensione di Maria S.S. al cielo”, verità di fede dichiarata da Pio XII il 1° novembre 1950, ma sempre creduta nei secoli. La chiesa dichiarandola verità di fede non ha creato tale diritto, lo ha soltanto riconosciuto autorevolmente contro coloro che lo contestano.
La nostra responsabile ha osato offrirci tale meditazione, supportando la riflessione orale con l’ausilio di dipinti di noti autori:
- “La morte della Vergine” di Caravaggio (1604) conservato nel Museo del Louvre;
- “L’Assunzione della Vergine” di Reni (1535) conservato nel Duomo di Verona a Verona;
- “L’Assunzione della Vergine” di Carracci (1601) collocato nella Cappella Cerasi della Basilica di Santa Maria del popolo a Roma;
- “L’Assunzione della Vergine” di Tiziano (1535) ubicato nel Duomo a Verona.
Che grande iniziativa, la catechesi attraverso l’arte!
E’ doveroso precisare che l’accostamento dell’orazione all’opera d’arte, frutto della fede dell’artista, non è stata fatto nell’ottica della storia dell’arte, ma sono stati considerati dai presenti quegli atteggiamenti, quei colori e quei segni che, per la loro spiccata valenza simbolica, sono portatori del Messaggio religioso.
L’arte visiva è capace, a volte, meglio della parola, di rendere visibile, tangibile e abitabile il “Mistero”, pertanto diventa testimonianza intelligente, competente e trasparente, per chi guarda, di “Misteri” inspiegabili secondo l’ottica umana. Infatti, davanti a quei quadri si percepiva che non c’era solo una tela dipinta, ma qualcosa di più grande che parlava ad ognuno di noi, e toccando i cuori, elevava gli animi, saziando la nostra sete e ricerca dell’infinito.
Oltre ad essere un’occasione di arricchimento culturale, l’incontro è stato soprattutto un momento di grazia, di stimolo che ha rafforzato il nostro dialogo con il Signore e, spingendo ognuno di noi a rivolgere il pensiero a Dio, ha contribuito a far crescere in noi il desiderio di attingere alla Sorgente.
Finisco con la preghiera di un Salmo, il Salmo 27: “Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo Santuario” (v 4).
Speriamo che il Signore ci aiuti a contemplare la sua bellezza sia nella natura che nelle opere d’arte, così da essere toccati dalla luce del suo volto, perché anche noi possiamo essere luce per il nostro prossimo.
Nunzia Correra