Giubileo Giovani, dolci note di un pianoforte che danzano

Giubileo Gio 6

Quanta fatica nel dire GIOVANI. Spesso, anzi molte volte, alla parola “giovane” ci si attribuisce sempre attributi molto forti, molto duri, che ci fanno chiudere in noi; ci chiudono il cuore! Cuore che molto volte, accarezzato da un adulto, riesce a dare tanto, molto di più di quello che potenzialmente pensiamo di essere capaci di poter donare.
Era una giornata che si prospettava piena di gioia quella dello scorso 22 ottobre; l’attesa era tanta e tra noi giovani cresceva sempre di più la voglia di essere lì e di viverla a pieno!

Allo stesso tempo, però, il capo si volta verso terra e il pensiero vola su, dove un nostro fratello Giubileo Gio 4ha deciso di voler volare. È difficile ancora di più adesso dire GIOVANI. Perché se ci aspettiamo la gioia dietro questa parola, adesso ci sono le lacrime.

Iniziava cosi la mia giornata del 22 ottobre. Passa poco e mi accorgo che non c’è più tempo per pensare, tanti giovani aspettano di partire. Dalla forania di Airola difficilmente si parte e si va perché i motivi (a volte le scuse) sono tante, e per questo ho voluto fortemente organizzarci con un pullman che passasse nei paesi e ci portasse tutti insieme a Cerreto, all’incontro dei Giovani con Lui e con don Mimmo. Radunati, siamo partiti.

Il Centro Emmaus: prima fermata! I giovani, quanti giovani! Entri dentro e scopri con gioia che ne siamo già tanti. Siamo in molti ad averlo voluto questo incontro, lì tutti insieme! Band che suonano, giovani e selfie, alcuni sorridono, altri chiacchierano. Salgo sul palco e con i gruppi musicali facciamo un pò di accoglienza nell’attesa dell’arrivo di tutti e del nostro Vescovo don Mimmo Battaglia. E quando mi giro verso di loro, quei giovani che avevo sfiorato passando, mi emoziono!
Iniziamo con il salutare tutti e tutti calorosamente ricambiano, e lo fanno anche con don Mimmo quando arriva, con un forte e lungo applauso. E c’è poi Virginia, che non smette di regalare emozioni parlando dell’Africa, fra’ Massimo Giovanni che ci parla di quel Dio che sa bene come amarci e Luca che di quel Dio ne ha avuto un incontro personale! Ma si parla anche di quel Dio che piange, che inerme alle nostre azioni si rattrista per nostre le scelte. Luigi e la nostra età raccontate da un giovane giornalista. Di tutto, però, la cosa che più mi afferra e mi strattona è la frase di don Mimmo quando dice “lasciatevi capire, lasciatevi amare!”. Noi che per paura di una carezza mancata, di una incomprensione adulta ci chiudiamo e non ci lasciamo capire, aiutare, afferrare per mano. “C’è un pezzo di cielo in ogni vita. Dio è lì, nel cielo che c’è dentro di te!”. Il pomeriggio non finisce così, don Mimmo non ci lascia ancora e ci accarezza di nuovo con mano forte, grande e piena d’amore per la vita.

Giubileo Gio 5La Cattedrale: seconda fermata! Attraversiamo insieme, portando la Croce dei giovani in cammino, la Porta Santa, segno di perdono e di riconciliazione. «Concedi a tutti coloro che varcheranno la Porta della Misericordia, con animo pentito, rinnovato impegno e filiale fiducia, di fare viva esperienza della tua tenerezza paterna e di ricevere la grazia del perdono per testimoniare, in parole e opere, il volto della tua misericordia» (Papa Francesco).
E poi ti trovi lui, il nostro Pastore, che si siede sui gradini dell’altare e le note dolci di quel pianoforte di cui parlavo ad incipit iniziano di nuovo a prendere vita e danzano. Si incontrano, si abbracciano, si staccano…proprio come fanno le parole di don Mimmo con noi.

“E tu, fratello, povero come me, dammi la tua umanità, io donerò a te la mia, favoriscila,
aiutami, IO TI AIUTO
sorreggimi, IO TI SORREGGO
sostienimi, IO TI SOSTENGO
assecondami, IO TI ASSECONDO
proteggimi, IO TI PROTEGGO
io a te… e tu all’ altro …fino alla fine dell’umanità, fino all’ultimo uomo che verrà e il flusso DI BENE, corona di Dio, sarà inarrestabile!”.
Finisce cosi, il Giubileo dei Giovani. Con tanti ragazzi che si emozionano, sorridono, piangono, si abbracciano. Segno di una nuova ripartita! Forza di una nuova avventura, che lasci il segno, la nostra impronta. “Cari giovani, non siamo venuti al mondo per vegetare, siamo venuti per un’altra cosa, per LASCIARE UN’IMPRONTA!” (Papa Francesco).

Marco Natale