Festa di San Rocco – Solopaca

29-08-2021

Care sorelle e fratelli, cari don Antonio, don Giuseppe, ci raccogliamo questa sera davanti all’immagine di San Rocco in questo giorno di festa a Lui dedicato. Siamo gli amici di san Rocco. Saluto tutti, saluto in modo particolare gli agricoltori ed i trasportatori delle macchine agricole che alla fine riceveranno una particolare benedizione sulla loro vita e per il lavoro che svolgono con i loro mezzi agricoli, come ad esempio i trattori.

Di questo Santo, che fu uno dei più conosciuti del secolo XIV si hanno poche notizie. Nato a Montpellier in Francia, ventenne, rimasto privo del padre e della madre, distribuì parte dei suoi beni ai poveri e parte li donò ad uno zio paterno. Quindi, da pellegrino, si avviò elemosinando verso Roma, per incontrare il Papa.

La peste faceva strage in parecchie parti e S. Rocco specialmente ad Acquapendente divenne consolatore dei poveri, si fece in modo particolare vicino agli ammalati e cominciò ad operare guarigioni miracolose con gli ammalati di peste. Il suo nome risuonò presto come una benedizione. A Roma guarì dalla peste anche un cardinale che gli fece poi incontrare il Papa. Dio benedisse talmente San Rocco che gli bastava alle volte un segno di croce sulle persone per far guarire dalla peste. Alla fine anche lui si ammalò di  peste: per non essere di peso a nessuno si ritirò fuori della città, dove, consumato da febbre, soffrì dolori molto forti. La Provvidenza quotidianamente gli inviava un pane per mezzo di un cane. Guarito dalla peste si ritirò in Francia. Qui, creduto una spia, accusato dallo stesso suo zio, a cui aveva lasciato parte dei suoi beni, fu messo in prigione. Passò quindi i suoi ultimi anni come un carcerato sconosciuto per poi morire in prigione.
La devozione a S. Rocco è universale ed è invocato contro le malattie contagiose. È stato infatti uno dei santi più invocati durante la pandemia del covid 19.

Care sorelle e fratelli, guardando la vita di san rocco comprendiamo meglio la parole del vangelo di oggi, comprendiamo bene cosa è la religione pura di cui parla Gesù, la religione pura è la religione gradita a Dio.

Durante questo tempo di vacanze siamo stati raggiunti dalle notizie di guerra e di terrore in Afghanistan, per il suo popolo, per i tentativi infranti di rinascita, di liberazione dalla schiavitù e dall’ignoranza di tante donne, costrette alla segregazione e alla sottomissione. E queste notizie di un popolo sofferente si aggiungono a quelle di tante persone che soffrono in altri luoghi e situazioni, ci spingono a vivere in modo più profondo il nostro rapporto col Signore e con gli altri secondo le parole dell’apostolo Giacomo: «Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo» (Gc 1,27).

Abbiamo tutti bisogno di sintonizzare il nostro cuore al cuore di Dio, metterci fedelmente in ascolto della parola del Signore che parla proprio al nostro cuore.

Queste parole dell’apostolo Giacomo, ci vengono incontro proprio oggi in questa festa di san Rocco; gli orfani, le vedove, i poveri, i malati sono l’immagine della vita debole che chiede e cerca protezione, come gli ammalati di peste guariti da san Rocco.

E le parole dell’apostolo Giacomo sono le parole buone che il Signore ci rivolge perché possiamo “conservarci puri da questo mondo” e comprendere qual è il culto davvero gradito a Dio. È molto importante per la nostra fede osservare tutte le tradizioni e le regole e i precetti , ma a che serve se

non si proteggono gli orfani, le vedove? Se non si aiutano i poveri, se non ci si aiuta gli uni con gli altri?

Care sorelle e fratelli, la pandemia, questo tempo difficile che abbiamo vissuto e che pare stiamo superando ci ha mostrato che la vita è aiutarsi gli uni con gli altri; che il futuro è insieme; che non bisogna lasciare nessuno da solo. Che bisogna essere più fraterni.

Gesù è ancora in Galilea, alcuni scribi e farisei arrivarono da Gerusalemme per discutere con lui.      “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?”. I loro precetti religiosi dicevano che chi mangia con le mani immonde diventa immondo anche lui perché mangia un cibo toccato da mani immonde. Gesù, riprendendo le parole di Isaia li rimprovera. “Questo popolo – risponde – mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me.”

Gesù chiarisce che nulla è impuro. L’impurità, infatti, non è nelle cose che entrano nell’uomo ma è in quello che esce dall’uomo: “è dal cuore degli uomini che nascono le intenzioni cattive: prostituzioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza“, afferma Gesù che chiarisce che il male non nasce per caso, come se fosse il frutto di un cieco destino. Il male non viene da fuori, viene dal cuore, dalle nostre scelte , dal nostro modo di guardare la vita. Quante volte incolpiamo gli altri, la società, il mondo, per tutto quello che ci accade! È sempre colpa degli “altri”: è colpa della gente, di chi governa, della sfortuna, e così via. Sembra che i problemi arrivino sempre da fuori. E passiamo il tempo a distribuire colpe, ma così  si diventa arrabbiati, acidi e si tiene Dio lontano dal cuore. È perciò dal cuore che bisogna partire per scacciare  il male in questo mondo. Troppo spesso si trascura il cuore pensando che quel che conta è cambiare le leggi. Ma il punto centrale della lotta contro il male è il cuore. È nel cuore che si combattono le battaglie per cambiare davvero il mondo, per essere tutti migliori. Per questo c’è bisogno del Vangelo, il Vangelo cambia i cuori. Le parole del vangelo sono semi buoni da piantare nel terreno del nostro cuore…  E l’apostolo Giacomo afferma: “Accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le anime vostre. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi”.

San Rocco, proprio perché amico di Dio, è stato un grande amico degli uomini, di tutti. Amico dei malati amico dei sani; amico dei ricchi ed amico dei poveri. San rocco ha messo il suo cuore al servizio del vangelo e oggi chiede questo anche a noi. In questo tempo. San Rocco ci chiede di essere costruttori di fraternità e di pace, di avere cura degli anziani, di non lasciarli soli, di andare a trovare i malati per guarirli nel cuore con l’amicizia e l’affetto; di mettere da parte asprezza, ira rancore, rabbia, risentimento, per costruire un mondo più fraterno, umano e solidale. Di essere operai della pace anche con la preghiera. Preghiamo per la pace in Afghanistan.

Sì, sorelle e fratelli, dobbiamo riaccendere il fuoco della speranza, e chi prega spera. Dobbiamo pregare perché un mondo nuovo si realizzi. La Parola del Signore, ci sveglia, ci guida, ci illumina di speranza. Rocco ne è testimone. I suoi erano tempi difficili, ma non si è mai chiuso in se stesso; non ha mai rinunciato a vivere volendo bene agli altri, preoccupandosi della loro vita; non ha mai rinunciato a costruire un mondo migliore… Nella sua vita tanti erano gli spazi per l’incontro con il Signore e la sua Parola e il suo nome è diventato benedizione. Il mondo ha un immenso bisogno di speranza: milioni di persone attendono che si aprano vie nuove davanti a loro. Un immenso bisogno di speranza… Siamo in un momento difficile della storia umana: tanta insicurezza e precarietà sono cresciute ulteriormente nella pandemia, che continua a colpire in tanti luoghi.

Ciò che è accaduto in Afghanistan in queste settimane ha sconvolto tante certezze. Ci ha fatto sentire impotenti. Non sembra questo il momento di sperare. E invece il Signore viene in aiuto della nostra debolezza e ci dà le parole, innanzitutto nella preghiera, e i gesti per coltivare la speranza che non delude. Così come ci dà compagni di viaggio, come i santi, come S Rocco. per camminare fiduciosi nella sua misericordia, perché la speranza non delude.

Chiediamo l’intercessione di San Rocco per i nostri bisogni ed i bisogni di questo mondo:

O Signore che concedesti a S. Rocco la grazia di guarire col segno della croce quelli che erano infetti di peste, noi ti supplichiamo perché  per i suoi meriti e per sua intercessione, possiamo, nel nome di Gesù, guarire tanti cuori dal contagio del male della tristezza, della rassegnazione e della indifferenza. Donaci Signore di lasciarci guarire dal contagio dell’egoismo, per diventare anche noi, in questo mondo malato, guaritori e portatori di speranza.

+ Giuseppe, vescovo