"Ci sono quattro figure stilizzate per indicare l'umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Sono una abbracciata all'altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. L'apri-fila è aggrappato alla croce, è il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perchè ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità". Il motto "Pellegrini di speranza" è tradotto in 13 lingue, tra cui quella ucraina.

Giubileo, ecco il logo: la Croce, ancora di speranza dell’umanità

Monsignor Fisichella: due anni di preparazione.

“Ho immaginato gente di ogni “colore”, nazionalità e cultura, spingersi dai quattro angoli della Terra e muoversi in rotta verso il futuro, gli altri, il mondo, come vele di una grande nave comune, spiegate grazie al vento della Speranza che è la croce di Cristo e Cristo stesso. Quando ho voluto “personificare” la Speranza ho avuto subito chiara un’immagine: la Croce; la Speranza, mi sono detto, è nella Croce. Ho immaginato il Papa, Pietro di oggi, guidare il popolo di Dio verso la mèta comune, abbracciando la Croce, che diviene un’ancora, quale saldo riferimento per l’umanità; e noi, popolo, stringerci tra noi e a lui come fossimo stretti a quell’ancora anche noi evocando simbolicamente i pellegrini di ogni tempo”. Così Giacomo Travisani, vincitore del concorso internazionale,  ha spiegato il logo del Giubileo del 2025.

“Siamo “Pellegrini di Speranza” perché portiamo con noi le paure del prossimo nel desiderio di condividerle e farle nostre – ha aggiunto – questo indicano le figure che si stringono tra loro guardando alla Croce come un’ancora di salvezza”.

Il logo è stato presentato nella Sala Regia del Palazzo Apostolico da mons. Rino Fisichella, presenti  il segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, il commissario per il Giubileo, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

La preparazione al Giubileo

Nel suo intervento, mons. Fisichella si è soffermato sulla preparazione al Giubileo. “La celebrazione di un Giubileo ordinario prevede una preparazione che richiede anni per l’impegno che un simile evento comporta. Nel momento in cui il Papa aprirà la Porta santa di san Pietro dando ufficialmente inizio al Giubileo, e successivamente le Porte delle altre basiliche papali, i pellegrini saranno immessi in un’esperienza spirituale attesa da tanto tempo e saranno desiderosi di viverla in maniera coerente con il significato che il Giubileo possiede.

In questi anni di preparazione è necessario fornire le Chiese particolari sparse nel mondo di strumenti in grado di favorire la pastorale per esprimere al meglio lo slancio dinamico necessario perché il Giubileo possa essere un vero evento ecclesiale in grado di sostenere la fede ed essere prodromo per l’evangelizzazione. Papa Francesco ha chiesto che questi due anni che separano dal Giubileo abbiano a focalizzarsi su due tematiche particolari”.

Il 2023 sarà dedicato alla rivisitazione dei temi fondamentali delle quattro Costituzioni conciliari perché la Chiesa possa respirare di nuovo del profondo e attuale insegnamento prodotto dal Vaticano II, di cui il prossimo 11 ottobre si celebrerà il 60° anniversario della sua apertura.

Il 2024 sarà un anno dedicato alla preghiera in modo da creare un contesto favorevole al Giubileo e permettere che i pellegrini possano prepararsi a questo evento, che è anzitutto spirituale, in modo coerente ed efficace.

Questi due anni servono anche per rendere Roma e l’Italia una città e un Paese che ancora una volta può mostrare il meglio di sé con la sua tradizione di accoglienza che nel corso dei secoli l’ha resa patria communis.

Il contesto storico

“Ogni Anno Santo nella storia della Chiesa assume il suo pieno significato quando è inserito nel contesto storico che l’umanità vive. Soprattutto quando riesce a leggere i segni delle ansie e angosce unite alle aspettative che le persone percepiscono” ha spiegato l’arcivescovo. La fragilità sperimentata in questi ultimi anni non fa che rendere paradossale la condizione umana. Da una parte sente forte la potenza della tecnica che determina le giornate in maniera preponderante. Dall’altra si ritrova spesso incerta e confusa sul proprio futuro. È da qui che è sorta immediata l’urgenza di vivere il prossimo Giubileo alla luce della speranza.

Il motto del Giubileo

“Pellegrini di speranza” è il motto scelto per l’occasione per esprimere l’esigenza di dare senso al presente perché possa essere propedeutico per una spinta reale verso il futuro così da recepire e dare risposta alle diverse sfide che di volta in volta si pongono – ha detto ancora Fisichella – Il prossimo Giubileo non può esimersi dall’entrare” nella cultura del  mondo attuale e per questo “stiamo studiando come comunicare in maniera fattiva e diretta assumendo le conquiste che la scienza e la tecnica mettono nelle nostre mani. Si dovrà consentire a milioni di utenti di diventare pellegrini anche attraverso il digitale e muoversi per i cammini cogliendo la bellezza e la sacralità del momento attraverso la ricezione di notizie che mentre consente di fare memoria di secoli di storia obbliga comunque a rimanere radicati al presente con l’impegno che questo richiede.

Il concorso

Al Concorso per il logo del Giubileo hanno partecipato studenti, studi grafici, istituti religiosi, professionisti e studiosi di arte che si sono dovuti confrontare con il tema del pellegrinaggio e della speranza, certamente di non facile rappresentazione. Sono giunte 294 proposte da 213 città e da 48 Paesi diversi. La fascia di età dei partecipanti è stata dai 6 agli 83 anni.

“Sono pervenuti, infatti, molti disegni fatti a mano da bambini di tutto il mondo ed è stato davvero commovente passare in rassegna questi disegni frutto della fantasia e della fede semplice. Valutando i vari progetti, si sono potuti riconoscere alcuni elementi grafici ricorrenti. Oltre alla presenza della croce come meta da raggiungere, si è dato molto spazio al tema del pellegrinaggio, rappresentato con impronte di passi, sentieri, strade, pellegrini in cammino con sacca e bordone… tutti più o meno stilizzati; non sono mancati barche e vascelli con vele spiegate! Molti hanno usato la metafora della luce irradiata da una stella, da un faro o da una finestra spalancata. Non sono mancate, infine le immagini della conchiglia, dell’albero, della fiamma, della colomba e delle montagne. Vivacità di colori e dinamismo accomunano molti lavori. Insomma, realmente la fantasia e la creatività non sono mancate” ha spiegato Fisichella.

La Commissione giudicante

La Commissione, formata da iconografi, grafici, esperti d’arte, di brand, architetti e alcuni parroci, ha valutato le proposte secondo tre criteri. Pastorale, perché il messaggio del Giubileo fosse facilmente intuibile. Tecnico-grafico, che garantisse una buona fattura grafica per la riproducibilità. Estetico, perché il disegno fosse ben fatto e accattivante.

La decisione del Papa

“Nell’Udienza a me concessa lo scorso 11 giugno – ha raccontato Fisichella – ho sottoposto a Papa Francesco i tre progetti finali perché scegliesse quello che maggiormente lo colpiva. La scelta non è stata facile neppure per lui. Dopo avere più volte osservato i progetti ed espresso il suo compiacimento, la scelta è caduta sulla proposta di Giacomo Travisani”.

Una lettura teologica

Il Logo rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Si noterà che l’apri-fila è aggrappato alla croce. È il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità. È utile osservare le onde sottostanti che sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. Spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. È per questo che si dovrà sottolineare la parte inferiore della Croce che si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso. Come si sa l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza.

Inoltre, “l’immagine mostra quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale, ma comunitario con l’impronta di un dinamismo crescente che tende sempre più verso la Croce”. Una Croce “dinamica” che “si curva verso l’umanità come per andarle incontro e non lasciarla sola, ma offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza. È ben visibile, infine, con il colore verde, il Motto del Giubileo 2025, Peregrinantes in Spem”.

Giubileo: il sito e l’app

Dopo l’estate sarà disponibile il sito ufficiale del Giubileo con la relativa app. “Entrambi rappresenteranno uno strumento per aiutare i pellegrini a vivere al meglio gli eventi proposti, facilitando l’esperienza spirituale e culturale della città di Roma. Il portale del Giubileo conterrà infatti, oltre all’importante Carta del Pellegrino, notizie, cenni storici, informazioni pratiche, servizi e strumenti multimediali, in dieci lingue e con un alto livello di accessibilità per le persone disabili, al servizio del pellegrino.

Infine, è possibile comporre un elenco di Grandi eventi che richiedono fin d’ora una specifica preparazione. Un primo schema è possibile comporlo intorno ad alcune categorie. Sono Famiglie, Bambini, Giovani, Movimenti e Associazioni, Anziani, Nonni, Disabili, Sport, Malati e Sanitari, Università, Mondo del lavoro, Cori e Corali, Confraternite, Sacerdoti, Persone Consacrate, Cattolici orientali, Catechisti, Poveri, Carcerati e molto altro che risponderà alle richieste ed esigenze delle varie categorie.

Il calendario sarà pronto entro l’anno” ha concluso l’arcivescovo.

Il saluto di Parolin

Nel suo saluto, il cardinale Parolin ha spiegato che parlare di Pellegrini di Speranza “obbliga la Chiesa a fissare lo sguardo su questa virtù, fondamento stesso della vita cristiana insieme a fede e carità”. Una virtù che “ci richiama a essere responsabili costruttori di un mondo migliore”. Il segretario di Stato ha fatto riferimento alla preparazione del Giubileo “che oggi compie i primi” e offre una “opportunità a Roma e all’Italia per accogliere milioni di turisti che arriveranno per un evento di fede” che però unisce anche “la cultura e l’ammirazione della bellezza di questi luoghi”.